Salame, il banco taglio spinge i consumi

Il segmento registra decise performance di crescita a volume e a valore, trainando il mercato. Ma lo sviluppo delle specialità locali di fascia alta è rallentato dal particolare contesto economico
Salame, il banco taglio spinge i consumi

Come già avvenuto nel primo anno della pandemia, la categoria del salame mostra performance di crescita decisamente superiori rispetto alla media del comparto salumi. Secondo i dati di Circana, riferiti a iper+super+spt, nell’anno terminante a marzo 2023, il mercato, sommando peso imposto e peso variabile, ha segnato un progresso del +7,6% a volume, per oltre 44 milioni di kg. Nello stesso periodo, complici i rincari, il giro d’affari ha registrato un incremento del 13,4%, raggiungendo quota 781,4 milioni di euro.

La crescita della categoria è legata soprattutto all’andamento del peso variabile che mette a segno un progresso del +8% a volume e 16% a valore (a.t. marzo 2023, fonte: Circana). Risultano meno brillanti, invece, le performance dell’affettato confezionato, che nel progressivo ad aprile cresce del +2,7% a volume (fonte in arrivo). Come per gli altri salumi, dunque, si assiste a una tendenza favorevole al banco taglio, segmento favorito dalla possibilità di scegliere la giusta quantità, evitando sprechi. Inoltre, i rincari dei prezzi vengono maggiormente percepiti sui prodotti a libero servizio.

IL TREND DEI RINCARI

Considerando i dati di Circana per iper+super+spt, nell’anno terminante a marzo 2023, lo scontrino medio del salame, sommando peso imposto e peso variabile, raggiunge quota 17,74 euro al kg. Si tratta di un valore superiore di quasi un euro (+5,5%) a quello registrato nell’anno terminante ad aprile 2022. Il prezzo medio più elevato si trova negli ipermercati, dove raggiunge 18,87 euro al kg, in rialzo del 6,49% rispetto all’anno.

IL CACCIATORE PAGA L’ONDATA INFLAZIONISTICA

Giù a partire dal 2022 il comparto ha registrato un calo nei volumi di produzione dovuto principalmente alla corsa dei prezzi. “Dall’inizio del 2023 – osservano dal Consorzio Cacciatore Italiano – il consumatore ha cominciato ad adottare un atteggiamento di downgrading. Per cui predilige prodotti meno costosi a scapito di quelli premium. Il quadro, considerata l’inflazione, al momento è oggettivamente poco confortante. Pertanto, si auspica una stabilizzazione del mercato del Cacciatore Italiano soltanto il prossimo anno”.

© Riproduzione riservata