Barilla, l’impegno per filiere corte e attente all’ambiente

Da pomodoro e basilico ai sughi pronti, la multinazionale punta su filiere locali, tutela del pianeta e legame pluriennale con gli agricoltori
Barilla, l’impegno per filiere corte e attente all’ambiente

Luglio e agosto sono ormai alle spalle, ma è ancora in corso la raccolta dei pomodori e basilico per la produzione di sughi, salse e pesti Barilla, che, assieme alla pasta, garantiscono quasi il 60% del fatturato del gruppo multinazionale con sede a Parma che di questo settore è leader in Italia e in Europa continentale.

E proprio vicino a Parma, nello stabilimento di Rubbiano, si concentra la produzione di sughi e pesti Barilla. Secondo l’ultimo Rapporto Coop l’acquisto di questi prodotti è aumentato del +52,3%1 e il settore vale ormai 1,1 miliardi di euro (fonte: Iri). A Rubbiano, in piena food valley, viene trasformato ogni anno l’equivalente di oltre 60.000 tonnellate di pomodoro e 6.700 di basilico, coltivati in Italia a partire dai campi a pochi chilometri dal sughificio.

Per noi di Barilla l’attenzione alle materie prime è fondamentale per portare nelle case degli italiani, e non solo, il buon cibo. Solo con ingredienti di qualità si può avere cibo di qualità”, afferma Cesare Ronchi, Direttore acquisti materie prime del gruppo.

MATERIE PRIME DA FILIERA CORTA

Pomodoro e basilico utilizzati da Barilla si contraddistinguono per la loro origine italiana, per la profonda integrazione con gli agricoltori del territorio (nel 2023 sono 19 le aziende agricole che collaborano nella filiera del basilico) e per l’alta specializzazione e competenza nelle tecnologie di trasformazione del sughificio di Rubbiano, dove questi ingredienti vengono lavorati replicando su larga scala i principi di una grande cucina di casa. Una cucina sostenibile: per il basilico è nata la Carta del Basilico, un disciplinare per la coltivazione sostenibile, mentre per i pomodori Barilla si impegna ad acquistare esclusivamente quelli con certificazione di buone praticole agricole. Il 100% delle confezioni di salse, sughi e pesti è progettato per il riciclo.

BASILICO ITALIANO E SOSTENIBILE

Grazie alla certificazione Iscc Plus e alla “Carta del Basilico”, per tutto il basilico del Gruppo, coltivato in Italia e prevalentemente nella Pianura Padana, vengono garantiti la protezione della biodiversità e il mantenimento delle buone condizioni agronomiche e ambientali. Inoltre, il disciplinare mette al centro accordi di filiera triennali che consentono a Barilla di garantire la qualità e la quantità del basilico acquistato, e agli agricoltori di pianificare il lavoro e gli investimenti per l’innovazione dell’intera filiera di coltivazione.

In Italia, i vasetti di Pesto Barilla alla Genovese sono stati da poco dotati in etichetta di un Qr-code che consente ai consumatori di conoscere luogo di coltivazione, azienda agricola coinvolta, data di raccolta nonché luogo e data di trasformazione del basilico. Sviluppato in collaborazione con la piattaforma specializzata Connecting Food, il sistema di tracciabilità in blockchain di Barilla coinvolge tutti gli attori della filiera del basilico: 50 unità operative, 19 aziende agricole e sei fornitori, in aggiunta allo stabilimento di Rubbiano.

POMODORO: GLI STESSI FORNITORI DA 30 ANNI

Per quanto riguarda il pomodoro per il mercato italiano ed europeo, Barilla acquista la materia prima da produttori locali che trasformano pomodori 100% made in Italy. L’unica modalità di raccolta dei pomodori è quella meccanica. Qualità e sostenibilità della produzione nascono da un rapporto più che ventennale con diversi fornitori. Inoltre, Barilla si impegna ad acquistare esclusivamente pomodori con certificazione di buone praticole agricole; ad esempio Global Gap o disciplinari di produzione integrata regionali.

Barilla-Rubbiano-pomodoro

UN SUGHIFICIO “GLOCAL”

Standard elevati di qualità, tecnologia 4.0, sicurezza alimentare, sostenibilità e forte spinta all’internazionalizzazione, grazie ad investimenti, dal 2012 al 2022, di 120 milioni di euro. Sono solo alcuni dei punti rilevanti che caratterizzano il sughificio di Rubbiano. Inaugurato nel 2012, dà attualmente lavoro a più di 300 persone e si sviluppa su una superficie totale coperta di circa 30.000 mq.

Le materie prime vengono lavorate appena raccolte per preservarne dolcezza e sapore intenso. Il basilico, in particolare, viene tagliato al mattino per mantenerne intatte le caratteristiche organolettiche (quanto è alto circa 30 cm, perché così si può cogliere la parte più ricca di aroma) e una volta portato nello stabilimento, entro due ore dalla raccolta, dove subisce più di 100 controlli al giorno, viene lavorato a freddo per mantenerne intatta tutta la freschezza e il profumo. I sughi e le salse vengono portati ad una temperatura compresa tra i 92 e i 95 gradi e versati nei vasetti, che prima di essere riempiti vengono sottoposti a trattamento termico con aria calda. In questo modo si garantisce un prodotto sicuro, senza coloranti né conservanti.

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