Formaggi Dop, un nuovo asse

Afidop, Masaf e Fipe-Confcommercio fanno squadra. Gli obiettivi sono la valorizzazione delle Dop nei menù dei ristoranti così come a scaffale e la difesa della distintività del prodotto sui mercati internazionali
Formaggi Dop, un nuovo asse

L’asse dei formaggi a marchio comunitario si rafforza con una triangolazione tra Afidop – Associazione dei Formaggi Italiani Dop e Igp, Masaf – Ministero dell’Agricoltura e Fipe Confcommercio. La produzione, in tutte le sue anime, la massima istituzione nazionale per l’agroalimentare e uno dei canali di distribuzione con più margini di crescita e contatto col consumatore, come la ristorazione, si impegnano a fare squadra per comunicare e valorizzare meglio questi prodotti della tradizione lattiero-casearia italiana. Un comparto che vale 4,68 miliardi di euro alla produzione, raccoglie 56 denominazioni e rappresenta il 59% del valore del cibo Dop, Igp e Sgt dell’Italia.

L’occasione per sancire l’intesa è stata la presentazione al Masaf del nuovo logo di Afidop: una goccia di latte che si unisce alla forma stilizzata, come a racchiudere tutte le declinazioni dei singoli formaggi, dai molli agli stagionati. Un marchio che simboleggia tutte le anime dell’associazione – sia la cooperativa che quella industriale – e che vuole diventare una garanzia per i consumatori in Italia e all’estero. La collaborazione tra Afidop e Fipe ha l’obiettivo di redigere un pacchetto di linee guida per promuovere al meglio le produzioni casearie certificate all’interno dei menù dei pubblici esercizi, in modo da promuovere la conoscenza dei formaggi e incentivarne il consumo.

I FORMAGGI DOP NEI MENÙ DEI RISTORANTI

Griffeshield, società specializzata in nuove tecnologie informatiche, ha svolto nel mese di marzo una ricerca sui menù online di 21.800 ristoranti di tutte le province italiane. Da una parte emerge come un ristorante italiano su 4 presenti nel menù almeno uno dei formaggi oggetto della ricerca (Parmigiano Reggiano, Gorgonzola, Grana Padano, Mozzarella Di Bufala Campana, Fontina, Provolone Valpadana, Quartirolo Lombardo, Taleggio, Montasio) con una media di 2,56 citazioni per menu; dall’altra solo uno su dieci li valorizza riportandone la dicitura Dop.

L’eccellenza dei formaggi Dop è riconosciuta, ma ci sono ampi margini per aiutare il consumatore a individuarli attraverso una comunicazione più attenta. Non a caso Antonio Auricchio, Presidente Afidop, sogna “una grande guida dei formaggi italiani per orientare il consumatore verso i prodotti caratterizzati da un marchio di garanzia: con il simbolo tutto è più facile, diventa un mezzo di identificazione. Dobbiamo salvaguardare questo patrimonio, che non è solo economico: abbiamo cultura, storia, eccellenza e dobbiamo farla vedere ai consumatori sviluppando anche il turismo enogastronomico. La ristorazione è uno dei terminali più importanti della nostra filiera agroalimentare e occorre lavorare per fare breccia ed educare il consumatore”.

IL RUOLO DELLA RISTORAZIONE

Fipe – Confcommercio evidenzia che i numeri del fuoricasa stanno tornando a quelli del pre-pandemia: le stime della Federazione italiana dei pubblici esercizi indicano per il 2023 una spesa degli italiani vicina ai 90 miliardi di euro. “La parola qualità finalmente acquisisce un ruolo essenziale: non voglio celebrare il formaggio solo come patrimonio culturale, ma come uno degli strumenti essenziali per il successo della ristorazione italiana – evidenzia Roberto Calugi, Direttore generale di Fipe-Confcommercio -. C’è un lavoro enorme da fare per la riscoperta del prodotto, per la formazione degli operatori, per recuperare una carta dei formaggi nella ristorazione, per raccontare attraverso il formaggio la storia di chi ha pascolato con mucche, capre e pecore, delle famiglie di allevatori e casari, di tutto il percorso che serve fino ad arrivare al carrello del ristorante. Con Afidop e Ministero vogliamo lavorare insieme nell’interesse reciproco: se riscopriamo il valore culturale ed economico del formaggio, diamo uno strumento straordinario al settore della ristorazione per fare un salto di qualità e avremo anche la capacità di lavorare sui ristoranti italiani all’estero attraverso un marchio distintivo per i prodotti Dop”.

LE RICHIESTE AL GOVERNO E IL COMMENTO DI LOLLOBRIGIDA

L’avvio della collaborazione tra le due organizzazioni è stata l’occasione per Afidop di chiedere al Governo italiano di sostenere il settore con strumenti normativi che supportino la riconoscibilità dei prodotti certificati e limitino presentazioni confusionarie dei prodotti Dop italiani. Il Presidente Auricchio ha auspicato un rafforzamento dei controlli, soprattutto davanti a “pratiche destinate a confondere il consumatore nei supermercati”.

Scaffali separati nella distribuzione per prodotti Dop e non Dop? “Credo si possa fare – evidenzia Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste –. Apriremo un tavolo insieme ad Afidop per cercare di capire, senza particolari aggravi per la distribuzione, come riuscire a dare la possibilità alle persone di sapere verso quali prodotti indirizzarsi e avere la libertà di scegliere in maniera più oculata cosa acquistare. La difesa della qualità è il nostro valore aggiunto, anche imprenditoriale: va raccontata e spiegata attraverso una promozione coordinata . I Consorzi hanno capito che la sfida è ampia ed è importante ragionare sul polo del latte italiano. Un sistema tra produzione e distribuzione, con anche la ristorazione, è fondamentale – conclude il Ministro Lollobrigida -. Dobbiamo difendere i nostri prodotti dall’aggressione di chi, sui mercati internazionali, utilizza il metodo della contraffazione di denominazioni che richiamano i nostri prodotti di eccellenza senza che vengano realizzati con i nostri metodi e con la nostra capacità”.

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