Uganda, Caffè Borbone e Ofi insieme per una filiera del caffè più inclusiva

Mwanyi Women and Youth Project è un progetto quinquennale per sviluppare le competenze agricole e creare percorsi di inclusione finanziaria dedicati a giovani e donne
Uganda, Caffè Borbone e Ofi insieme per una filiera del caffè più inclusiva

Caffè Borbone e Ofi (Olam food ingredients), tra i principali fornitori mondiali di caffè verde, presentano Mwanyi, un progetto quinquennale che mira a sviluppare le competenze e a promuovere progetti imprenditoriali di donne e giovani che lavorano nella catena di produzione del caffè in Uganda.

Mwanyi Women and Youth Project – Mwanyi significa caffè in lingua locale ugandese – è un progetto lanciato nel 2022 che ha l’obiettivo di aumentare il numero di giovani e donne coinvolti in attività sostenibili di produzione di caffè in Uganda entro il 2027, con un conseguente incremento dell’occupazione femminile e giovanile. L’iniziativa consiste in specifiche attività di formazione rivolte alla popolazione tra i 23 e i 59 anni, pensate per offrire alle comunità dei distretti di Ibanda e Bushenyi, nel sud-ovest del paese, l’opportunità di un accesso equo e trasparente alla formazione e di combattere la precarietà e l’esodo rurale che affliggono pesantemente queste aree.

LA SOSTENIBILITÀ DELLA FILIERA

Tra i corsi principali, quelli di competenze agronomiche di base e di alfabetizzazione finanziaria con accesso al microcredito, per garantire una migliore qualità dei prodotti e migliorare la redditività dell’azienda agricola; incentivi per spingere l’espansione dei piccoli produttori locali.

Caffè Borbone opera nella completa sostenibilità di tutti i processi. Ciò significa che ci prendiamo cura anche di chi all’origine della filiera del caffè lavora per migliorare la resa e la qualità dei raccolti. Con Mwanyi ci inseriamo in un contesto di produzione del caffè difficile e altamente frammentato ma in un paese chiave per la produzione di Robusta, e con un incredibile potenziale di risorse. Il nostro è un impegno a lungo termine in un territorio che al momento non dispone di una filiera del caffè certificata; un obiettivo che può essere raggiunto solo attraverso l’emancipazione culturale e finanziaria dei produttori locali”, dichiara Marco Schiavon, Ad Caffè Borbone.

Il progetto pone inoltre le basi per sistematizzare la coltivazione e migliorarne la redditività a lungo termine. “Gli esperti agronomi di Ofi in Uganda lavorano direttamente con migliaia di agricoltori attraverso programmi di sostenibilità che contribuiscono a migliorare i redditi e le opportunità economiche delle comunità agricole. Queste relazioni radicate, combinate con le nostre capacità di lavorazione locali, ci permettono di offrire ai nostri clienti chicchi tracciabili e di alta qualità che vanno anche a beneficio delle comunità da cui provengono – dichiara Alessandro Mazzocco, General manager coffee Ofi –. Gli agenti acquistano quindi direttamente dai piccoli produttori locali, garantendo una catena di approvvigionamento diretta e controllata, oltre che rispettosa dei coltivatori diretti”.

IL CONTESTO LOCALE

L’Uganda è il luogo di nascita della qualità Robusta, nonché il primo paese in Africa per la produzione di questa varietà oltre che il secondo nel continente per la produzione di caffè. La produzione di caffè contribuisce per il 2% al Pil ugandese, con 353.000 ettari di terreno coltivabile. La percentuale dei ricavi del caffè sul totale delle esportazioni è del 14 per cento. La produzione di caffè è la principale fonte di sostentamento per circa un terzo della popolazione, pari a 1,7 milioni di famiglie (composte in media da sette persone) per un totale di 12.000 dipendenti (circa il 40% dei quali donne) impiegati nel settore del caffè. In termini di consumo, l’Uganda è un paese la cui cultura alimentare utilizza pochissimo il caffè, e quindi sfrutta la sua imponente produzione quasi esclusivamente per scopi commerciali.

Ad oggi, il numero di esportatori ugandesi ammonta a 75, con 15 cooperative di caffè e 19 torrefattori (piccole e medie imprese), segno di un mercato ad alto potenziale di crescita ma altamente frammentato, a causa della geografia del territorio e della mancanza di formazione imprenditoriale.

Dal 2011, la produzione di Robusta e Arabica in Uganda è aumentata, anche se ad un ritmo incerto a causa delle incerte condizioni climatiche, grazie alla crescita delle risorse impiegate e della quantità di terra utilizzata per la coltivazione. La produzione di Arabica era di circa 0,9 milioni di sacchi, ora è di circa 1,1 milioni di sacchi, mentre la produzione di Robusta è passata da 2,2 milioni nel 2011 a circa 5,8 milioni nel 2021.

I RISULTATI A UN ANNO DAL LANCIO

Rispetto all’obiettivo iniziale di coinvolgere 1.000 produttori entro cinque anni, in un solo anno già 500 produttori di caffè, tra cui donne e giovani, hanno avuto accesso a conoscenze agronomiche di base e a corsi di alfabetizzazione finanziaria, con l’obiettivo di stimolarne l’attitudine al business e spingere così l’imprenditoria locale verso un’economia basata sul reddito derivante dalla coltivazione sostenibile del caffè.

Le migliori pratiche agricole oggetto dei corsi comprendono il controllo dell’erosione del suolo, i metodi per migliorarne la fertilità, le tecniche di raccolta e la gestione del suolo post-raccolta, l’igiene e la sanificazione delle piante, i metodi di essiccazione e stoccaggio. Sono state costruite quattro piattaforme di coltivazione vivaistica con una capacità di impianto di oltre 50.000 piante, limitando l’acquisto di piante dall’estero a favore di una produzione completamente autonoma.

In un solo anno 500 produttori suddivisi in 12 gruppi hanno aumentato la loro produttività e una rete di 27 giovani ha potuto acquisire le competenze necessarie per offrire servizi professionali ai coltivatori di caffè. Oggi, sei piantagioni sono gestite da 27 giovani che, grazie alla formazione ricevuta, hanno avviato un’attività produttiva propria.

All’interno della rete di villaggi, è stato istituito un programma Vsla (Village savings and loan associates) per stimolare sistemi di risparmio tra i gruppi di agricoltori, fornendo l’accesso a semplici strutture di risparmio e prestito gestite dagli stessi membri del gruppo in una comunità che non ha facile accesso ai servizi finanziari formali. Grazie al Mwanyi, il programma ha visto la nascita di 15 associazioni di risparmio e prestito per aiutare gli agricoltori ad accedere ai servizi finanziari di base, compreso il microcredito. Il programma prevede una formazione finanziaria su temi quali l’imprenditorialità, la compilazione di registri di risparmio, metodi per monitorare l’evoluzione della produttività delle piantagioni e la fornitura di un kit di risparmio. Ad oggi, circa otto gruppi hanno iniziato a mettere da parte somme di denaro.

GLI OBIETTIVI PER IL 2023

Entro la fine dell’anno, il progetto punta a istituire corsi di formazione incentrati sulle competenze agricole di base e a formare i giovani ad avviare le proprie attività agricole. In termini di formazione finanziaria, il programma prevede l’apertura di conti bancari per gli agricoltori, insieme al continuo sostegno delle Vsla per fornire l’accesso ai servizi finanziari di base a tutti gli agricoltori. Il progetto prevede anche la registrazione dei nuovi vivai presso l’Uganda Coffee Development Authority, e l’inclusione dei coltivatori delle nuove aree di Bushenyi nel circuito dei produttori da cui si rifornisce Ofi.

© Riproduzione riservata