Vino, l’export raggiunge i 3,7 mld di euro nel primo semestre

Milano Wine Week, prospettive e sfide del vino italiano nel mondo nella seconda edizione di Wine Agenda Federvini. L’eccellenza è rappresentata dalle 526 etichette Dop e Igp, il 16% del totale in Europa
Vino, l’export raggiunge i 3,7 mld di euro nel primo semestre

Le prospettive e le sfide per il vino italiano nel quadro dell’internazionalizzazione, e il ruolo che riveste nella cultura e nella società, sono stati al centro di Wine Agenda, organizzato da Federvini in occasione della Milano Wine Week.

L’analisi presentata dall’Area Studi di Mediobanca evidenzia come nel 2022 l’inflazione abbia spinto i fatturati del settore, che hanno fatto segnare complessivamente un +9,1%, concentrandosi in particolare sul canale Horeca (+19,9%) e sulle fasce premium (+13,7%). A tale andamento è corrisposta però una contrazione del margine operativo netto (Ebit), passato dal 5,8% (valore medio 2015 – 2019) al 4,6% (2022).

La fotografia tracciata da Mediobanca evidenzia comunque buoni valori di solidità patrimoniale per le imprese vinicole e migliori prospettive di crescita, in particolare sui mercati internazionali, per quelle di maggiori dimensioni.

Per la filiera vitivinicola l’internazionalizzazione continua infatti a registrare ottime performance, e si conferma una priorità strategica. Nel 2022 il vino italiano ha segnato un valore in export pari a 8 miliardi di euro, con una crescita pari al +12% rispetto al 2021, mentre per il primo semestre del 2023 la stima è di circa 3,7 miliardi euro.

Come evidenziano i dati di Nomisma, il vino è sempre più un prodotto globalizzato. Apertosi negli ultimi vent’anni a nuovi mercati e soluzioni, tra nuovi paesi esportatori e competitor, il settore vinicolo italiano è oggi sempre più chiamato alla sfida della crescita.

OPPORTUNITÀ E CRITICITÀ NEL CONTESTO GLOBALE

Ed è proprio dal contesto internazionale che provengono i segnali di maggiore criticità. Pesano le dinamiche inflazionistiche seguite dall’innalzamento dei tassi di interesse da parte della Bce e da un rallentamento dell’economia globale, in particolare in zona euro. Il quadro è caratterizzato da maggiori difficoltà di accesso al credito e a strumenti finanziari; nonché, per le imprese vinicole orientate ai mercati internazionali, dalla continua richiesta di nuove certificazioni e da ostacoli di diversa natura nell’export.

Restano largamente irrisolti i problemi legati alla protezione della proprietà intellettuale e alla tutela delle indicazioni geografiche italiane, spesso soggette a fenomeni di imitazione e contraffazione. Insieme alla revisione del regolamento sugli imballaggi e all’etichettatura dei vini, questo dossier chiama in causa in primo luogo le istituzioni comunitarie e nazionali per mettere a sistema una solida strategia di “diplomazia economica”.

Il vino è un patrimonio umano che rappresenta un portato di storia, cultura e tradizioni millenarie. Oggi assistiamo, a livello internazionale, ad un attacco proibizionista che viene brandito pericolosamente e che rischia di danneggiare una filiera strategica per la nostra industria agroalimentare,” dice Micaela Pallini, Presidente Federvini. “Credo che la nostra risposta debba essere fondamentalmente culturale, promuovendo lo stile di vita mediterraneo, declinato al principio della moderazione e del consumo conviviale del vino e delle bevande spiritose in generale”.

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