Rapporto Coop: il 2024 sarà l’anno della Mdd

Le survey dell’Ufficio Studi Coop condotte a dicembre mostrano un’Italia “in pausa”, ripiegata sul presente ma con uno stato d’animo positivo

Reduci da un anno difficile e a tratti drammatico, gli italiani si affacciano con una salda imperturbabilità su di un 2024 in cui tra incerte tornate elettorali, nuove tensioni geopolitiche e rallentamento delle economie globali, saranno ancora molte le occasioni che potrebbero cambiare i destini del mondo. Nel contesto globale, secondo i manager italiani intervistati per il Rapporto Coop 2024, ancor più dell’economia il maggior elemento di instabilità dello scenario globale nei prossimi 12 mesi saranno proprio i potenziali nuovi conflitti; li teme il 45% del campione, a fronte di un 23% preoccupato dai fenomeni climatici estremi e di un 22% allarmato dall’andamento dell’economia internazionale. Tra gli elementi di maggiore preoccupazione figurano gli esiti delle molte tornate elettorali, a partire da quella americana (è quanto dichiara il 44% del campione).

Rapporto Coop 2024

In questo contesto, la fotografia scattata dalle survey dell’Ufficio Studi Coop condotte a dicembre consegna l’immagine di un Paese in pausa, annidato nel proprio presente, dove non albergano rabbia o disperazione ma persistono, in linea con il 2023, stati d’animo positivi. Gli italiani trovano conforto nella sfera privata, nella famiglia e tra gli affetti più vicini, mentre sembrano aver dovuto rinunciare alla speranza di potersi costruire un futuro migliore.

La speranza (parola spesso associata nelle rilevazioni sull’anno in arrivo) viene citata da poco più di un quinto degli italiani (22%); erano un quarto un anno fa (26%) ma quasi quattro su dieci (37%) alle soglie del 2022 post pandemico. Allo stesso modo, viene meno la previsione di un concreto cambiamento che passa dal 15% del 2022 al 13% del 2023, e si ferma al 12% del 2024. Tra le parole che più tendono a connotare l’anno appena iniziato trovano spazio serenità (33%) e accettazione (28%).

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VITA LOW BUDGET E SENZA PROGETTI

A forza di rinvii e rinunce, secondo l’analisi del Rapporto Coop gli italiani si adattano ad una vita fatta di piccole cose, obbligati ad avanzare per sottrazione più che per aggiunte mentre il futuro del Paese si contrae in una dinamica temporale dominata dal presente. A farne le spese sono soprattutto i grandi progetti e le occasioni di svolta della vita. Quasi un cittadino su tre vorrebbe acquistare una casa (29%), oppure cambiare nazione (28%), ma già sa che non lo farà. Il 30% degli occupati vorrebbe cambiare lavoro, ma sa che non sarà possibile farlo. Tra i 20-40enni la metà (51%) si dichiara per nulla interessata a diventare genitore, mentre un ulteriore 28% vorrebbe un figlio ma già prevede che non sarà possibile.

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Sono solo due le voci di spesa che la maggior parte degli intervistati prevede in aumento nel 2024: salute e benessere e consumo alimentare domestico. L’idea dominante per il 2024 è quella di una vita low budget, vissuta giorno per giorno da consumatori preoccupati per l’erosione dei risparmi con cui hanno attutito l’impatto dell’inflazione degli ultimi 20 mesi e coscienti che ci vorrà tempo prima che i loro salari aumentino. Così, il tempo libero fa mettere in stand by cinema, teatri, concerti e musei, a favore di passeggiate nella natura, lettura, qualche sport e un po’ di musica: con costi decisamente più ridotti.

L’unica eccezione sembra la voglia di vacanze. Se nel 2023 in molti avevano lasciato la valigia in soffitta, tra i propositi per il 2024 cresce il desiderio di tornare a viaggiare in Italia (per il 68%, otto punti percentuali in più sul 2023), o all’estero (42%, +7% rispetto allo scorso anno).

SPESA ALIMENTARE: UNA TENUTA SOBRIA

Se le previsioni dei manager della filiera alimentare ipotizzano anche per il 2024 una nuova, leggera contrazione degli acquisti alimentari nella Gdo (-0,5% a volume), sembrano invece migliorare le intenzioni di spesa degli italiani sui consumi alimentari domestici; la percentuale di quanti intendono aumentare le quantità consumate (16%) supera quella di chi intende ridurre i consumi (11%) con una differenza di cinque punti percentuali.

Il cibo resta centrale nelle scelte di consumo, ma anche a tavola la tenuta della spesa si sposa con la sobrietà. Infatti, quasi un terzo degli intervistati (31%) dichiara che dedicherà più tempo alla preparazione domestica del cibo.

I principali driver di acquisto sono sempre il rapporto qualità prezzo (al primo posto per il 66% degli italiani), la convenienza e il risparmio (50%) e la salute e il benessere (41%). Tra gli aggettivi scelti per definire il cibo del 2024 il più gettonato è salutare (45%), seguito da poco costoso (44%), sostenibile (27%) e semplice/autentico e essenziale (26 e 25%).

Torna nel carrello anche l’ortofrutta, che dalla scorsa estate sembrava essere stata al centro di notevoli rinunce da parte degli italiani. Nella top 5 dei prodotti i cui acquisti si prevedono in aumento nel 2024 compaiono proprio frutta e verdura (al primo posto), tallonate dal pesce (anch’esso una difficile rinuncia degli ultimi anni). Tra i prodotti di cui gli italiani prevedono di poter ridurre i consumi spiccano invece dolci (li ridurrà il 41% del campione), carni rosse (34%), salumi e affettati (37%) e superalcolici (33%).

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GDO E PREVISIONI MACROECONOMICHE

Se la recessione appare oramai scongiurata, le previsioni 2024 ci riportano in un’Italia dello zero virgola. Secondo i manager intervistati dall’Ufficio Studi Coop, la crescita del Pil stimata allo 0,5% per i prossimi 12 mesi ci rende comunque più lenti del resto d’Europa, e l’83% dello stesso campione è convinto che le sacche di povertà e i fenomeni di vulnerabilità sociale ed economica nel nostro Paese siano destinati a aumentare.

A fronte di un’inflazione alimentare ancora sostenuta (per i manager stimata al 3% nella media d’anno), nel tentativo di difendere i propri consumi e la loro qualità gli italiani sembrano essersi definitivamente convertiti alla marca del distributore che anche nel 2024 promette di registrare ottime performance. L’82% dei manager italiani prevede un aumento della quantità acquistata, mentre al primo posto tra le scelte di acquisto in riduzione si trovano le marche industriali. Non solo quelle minori e dei produttori follower (in calo rispettivamente per il 51% e il 48% degli intervistati): non fanno eccezione nemmeno le marche leader, tanto per un buon 36% i consumatori rinunceranno all’acquisto.

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Ma se il 2023 ha insegnato alle famiglie come risparmiare nel solito punto vendita, è anche vero che la forte riduzione delle risorse disponibili conseguente all’inflazione ha obbligato molti italiani a doversi rivolgere sempre più spesso al canale discount. Un trend che a quanto pare si rafforzerà nel 2024, e che colloca questo formato in testa alla classifica dell’incremento delle vendite per i prossimi 12 mesi: sia nelle previsioni dei consumatori sia in quelle dei manager alimentari. A fronte di queste tendenze, “solo il binomio efficienza-innovazione sembra essere la strada maestra per la moderna distribuzione del futuro”, sottolinea Coop a commento del rapporto.

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