Green Deal europeo, dilaga la protesta degli agricoltori

I trattori “invadono” sempre più paesi europei e da giorni bloccano strade e porti per chiedere più tutele e meno costi
Green Deal europeo, dilaga la protesta degli agricoltori

La protesta degli agricoltori continua ad allargarsi in vari paesi europei, dove da settimane i trattori stanno bloccando strade e autostrade dalla Francia all’Italia, passando per Belgio e Spagna. Tra le richieste, ripensare le misure sulla sostenibilità del settore agroalimentare così come la politica agricola comune (Pac) europea. Gli agricoltori attribuiscono infatti alle iniziative dell’Unione Europea l’aumento di adempimenti e costi burocratici.

La Commissione Europea ha intanto annunciato una nuova proroga della deroga alla regola della Pac che prevede che gli agricoltori debbano lasciare delle quote di terreni a riposo per accedere agli aiuti comunitari. Questa, legata al maggese, è una delle misure – per rendere sostenibile il settore agroalimentare – contro cui stanno protestando gli agricoltori.

FRANCIA, NEL CUORE DELLA PROTESTA

In Francia, dove la protesta è particolarmente partecipata, gli agricoltori hanno circondato Parigi bloccando con i trattori le autostrade che portano alla capitale per fare pressione sul governo. Il 30 gennaio, durante il tradizionale discorso di insediamento, il premier Gabriel Attal ha ampiamente parlato di agricoltura. Annunciando maggiori aiuti economici, snellimento delle pratiche burocratiche e una politica protezionista.

Secondo il ministro dell’Interno Gérald Darmanin le azioni dei manifestanti sono legittime, ma le autorità hanno tracciato delle linee rosse che comprendono il divieto di entrare a Parigi e di bloccare il mercato internazionale di Rungis, a sud della capitale.

Il ministro francese dell’Agricoltura Marc Fesneau ha messo sul tavolo delle trattative 80 milioni di euro in più per sostenere “l’insieme delle regioni viticole che sono in crisi”. Il Ministro ha spiegato che lo Stato si farà carico degli “interessi dei prestiti sull’anno 2024” per alleviare la tesoreria dei vigneti in difficoltà.

ANCHE LA SPAGNA SI UNISCE ALLA PROTESTA

In Spagna gli agricoltori hanno annunciato l’adesione al movimento di protesta europeo convocando la mobilitazione in tutto il paese. Le organizzazioni agricole Asaja, Coag e Upa chiedono un “cambio nelle politiche europee e un piano shock di interventi del governo a favore dei territori contro la crisi che vive il settore”.

A creare disagi all’economia spagnola è anche la protesta in Francia. Ogni giorno entrano Oltralpe circa 22.000 camion, i blocchi autostradali e i picchetti alle frontiere ritardano però le esportazioni di prodotti danneggiando le aziende di trasporto spagnole e portoghesi. Secondo l’associazione spagnola dei datori di lavoro dei trasporti, le perdite ammontano a più di 12 milioni di euro al giorno.

MOBILITAZIONI IN BELGIO

Quarto giorno consecutivo di proteste degli agricoltori anche in Belgio, dove sono stati bloccati vari porti e alcune arterie stradali. Nonostante i disagi creati dalle manifestazioni, il primo ministro Alexander De Croo ha dichiarato come sia importante ascoltare chi manifesta: “Si trovano ad affrontare sfide gigantesche, dall’adattamento ai cambiamenti climatici alla lotta all’inquinamento ambientale”.

IL VOLTO DELLA PROTESTA IN ITALIA

In Italia si prevede che i presidi dureranno cinque giorni e cinque notti, cioè fino a sabato. Gli agricoltori chiedono maggiori tutele per il made in Italy e si oppongono, tra l’altro, all’aumento del prezzo del gasolio. Confagricoltura ha deciso di avviare una serie di iniziative a Bruxelles per chiedere che le richieste degli agricoltori vengano prese maggiormente in considerazione. L’associazione sottolinea la necessità di tutelare un settore trainante dell’economia italiana che “subisce le conseguenze economiche di uno scenario internazionale ad alta instabilità”.

Il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha incontrato i rappresentanti del movimento dei trattori, arrivati davanti alla Fieragricola di Verona per manifestare. Il ministro ha dialogato con i portavoce del gruppo, annunciando l’incontro con una loro delegazione ristretta dopo l’inaugurazione della fiera. “Non ci devono essere agricoltori contro agricoltori”, ha ripetuto più volte il Ministro, spiegando che il governo è consapevole delle istanze del settore. “Noi vogliamo che fate approvare la legge sui costi di produzione, c’è una forbice dei prezzi che ci fa chiudere mentre altri stanno guadagnando”, hanno reclamato gli agricoltori in presidio parlando con Lollobrigida fuori dall’ingresso di Fieragricola.

“Dobbiamo proteggere il made in Italy – ha aggiunto Lollobrigida – perché siamo una nazione piccola. Se non difendiamo questo livello di qualità, il giusto prezzo, il giusto reddito dei nostri agricoltori, noi come nazione perdiamo il senso di esistere. Il made in Italy è un sistema ampio che ci siamo conquistati con la nostra storia, con la nostra cultura, con millenni di contaminazioni anche di altre culture, che abbiamo saputo mettere insieme e offrire al resto del mondo”. 

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