Olio d’oliva extravergine: in Italia il prezzo resta alto a gennaio

Secondo l’osservatorio di Certified Origins, i paesi produttori del Mediterraneo risentono ancora di una prolungata siccità
Olio d’oliva extravergine: in Italia il prezzo resta alto a gennaio

Per il settore olivicolo il nuovo anno è cominciato con le stesse tendenze di mercato che hanno caratterizzato la fine del 2023: il prezzo dell’extravergine d’oliva in Italia, infatti, continua a rimanere sostenuto segnando punte di 10,50 euro/kg per oli di qualità e idonei all’esportazione. È quanto rileva il report mensile dell’osservatorio di Certified Origins, uno dei principali produttori e distributori di olio d’oliva extravergine certificato (Igp e Dop), oli mono-origine e blend.

I paesi produttori del Mediterraneo, specialmente la Spagna, sono ancora pesantemente colpiti da una prolungata siccità. In Andalusia le riserve idriche sono ad oggi al 22%, inferiori rispetto al 2023 quando erano al 29%, e ben al di sotto dei livelli medi degli ultimi dieci anni (51%). I prezzi si mantengono tendenzialmente alti a causa delle scarse riserve di olio d’oliva e dell’incessante domanda dei mercati esportatori, nonostante una lenta contrazione dei consumi interni in alcuni paesi del Mediterraneo.

Storicamente il mercato ha mantenuto un certo divario tra il costo all’ingrosso dell’olio extravergine italiano e di quello spagnolo; il primo è più alto, principalmente a causa dei maggiori volumi di produzione del territorio iberico rispetto a quelli provenienti dai frantoi della penisola italiana. Oggi questo divario è stato drasticamente ridotto dal mercato, a causa di due raccolti consecutivi ben al di sotto della media in Spagna, dove gli oliveti hanno prodotto fino al 50% in meno. A febbraio 2024 il prezzo dell’evo iberico si è posizionato stabilmente tra i nove e i 10 euro/kg, vicino a quello Italiano. Anche gli oli di origine greca e portoghese si attestano intorno ai 9,50-10 euro/kg mentre il meno caro rimane quello tunisino con prezzi tra gli otto e i nove euro/kg.

ITALIA

In Italia il mercato ha segnalato, a gennaio, qualche transazione intorno ai nove euro/kg per extravergine convenzionale, con picchi elevati al di sopra dei 10 euro/kg. L’analisi del mese di febbraio sarà utile per determinare se il trend si invertirà e si inizierà a rilevare un calo di prezzo per una delle origini più apprezzate e valorizzate sui mercati esteri. Oppure se siamo di fronte ad un calo solo momentaneo.

SPAGNA

Per andare incontro alle esigenze dei consumatori spagnoli alle prese con il carovita, il governo iberico ha deciso di esentare l’olio d’oliva dall’attuale Iva del 5 per cento. Questa scelta è stata fatta anche alla luce del continuo aumento dei prezzi dell’olio da parte delle catene dei supermercati spagnoli e dal calo significativo degli acquisti. Ciò nonostante l’olio sia un prodotto chiave della cucina iberica. Le notizie di una raccolta leggermente superiore all’aspettativa non bastano a calmare le preoccupazioni sulla mancanza di scorte e qualità necessarie a soddisfare la domanda interna ed estera per il 2024.

GRECIA

Per la Grecia non si prevedono inflessioni dei prezzi, a causa di scarsa disponibilità e, soprattutto, qualità. Produttori e frantoi ellenici si preparano ad un anno con poche transazioni, nell’attesa di una prossima campagna più fruttuosa.

PORTOGALLO

I produttori portoghesi si aspettano una campagna buona per volumi e qualità ma con prezzi ancora alti a causa della domanda sostenuta, con punte a 9,50 euro/kg per l’olio convenzionale e 10,50 euro/kg per il biologico.

Uno dei principali fattori della crisi dell’olio d’oliva, e tra le cause maggiori dell’aumento dei prezzi, è sicuramente l’effetto degli eventi climatici estremi che stiamo affrontando – osserva Giovanni Quaratesi, Head of corporate global affairs Certified Origins –. La nostra filiera è chiamata a trovare soluzioni che dovranno guardare al settore a 360 gradi; partendo dagli alberi, la cui sopravvivenza e salute gioca un ruolo chiave. Per quanto riguarda i prezzi nel breve termine in primavera, con la fioritura degli oliveti, avremo una prima idea del potenziale del raccolto della prossima campagna e del posizionamento futuro del mercato. Non ci aspettiamo comunque un ritorno ai prezzi pre-crisi nel breve e medio termine: ci vorranno annate produttive eccellenti”.

© Riproduzione riservata