AgFunder: calo degli investimenti nell’agrifood-tech

Grande attesa per l’annuale report del fondo americano, che ha purtroppo confermato le previsioni al ribasso
AgFunder: calo degli investimenti nell’agrifood-tech

Mentre in Italia volano gli investimenti nell’agrifood-tech, registrando un +53%, a livello globale le cose vanno esattamente nella direzione opposta. È quanto emerge dell’attesissimo report annuale del fondo americano AgFunder, che riporta un calo del 49% negli investimenti foodtech a livello globale, toccando il livello più basso degli ultimi sei anni. Dai 30,5 milioni di dollari del 2022 si è passati ai 15,6 milioni dell’anno scorso. Tali numeri assumono ancora più valore se si considera che nell’anno di grazia 2021 si era registrato il record di 53 milioni di dollari.

AUTOMAZIONE E BIOTECNOLOGIE FARO PER GLI INVESTIMENTI

Un calo che ha riguardato praticamente tutti i settori, eccezion fatta per due categorie upstream, ovvero l’automazione in agricoltura così le biotecnologie al servizio di energia e materiali. Quest’ultima si aggiudica la palma sia di settore che ha raccolto più finanziamenti, 3 miliardi ovvero quasi il 20% del totale, sia dell’operazione più importante, il round B da $830m della startup americana Footprint. Per il resto, cali considerevoli in tutte le categorie.

LA SITUAZIONE IN EUROPA

Impietosa purtroppo anche l’analisi per continenti, con 6,1 miliardi investiti in Usa (-58,8%), 3,8 in Asia (-56,3%), 260 milioni in Africa (-65,4%), 271 milioni in Oceania (-22,1%) e 5,1 in Europa (-13,6%). Calo mitigato nel Vecchio Continente dalle ottime performance registrate da alcuni paesi, come Germania (776 milioni + 59%), Spagna (683m, +348%) e Svizzera (457m, +197%). Crollano invece le regine degli ultimi anni, Uk (1,3 miliardi, -29%) e Francia (540 milioni, -58%).

FRA TENDENZE E PAURE

Quasi tutti gli investitori interpellati sono concordi nell’affermare che il trend negativo dovrebbe purtroppo continuare anche nell’anno in corso, con diverse startup mature che dovrebbero chiudere i battenti o uscirne profondamente ridimensionate (vedasi Everli). Gli operatori del settore non hanno ovviamente mancato di rimarcare una certa preoccupazione per i conflitti geopolitici così come per i segnali inequivocabili del cambiamento climatico.

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