Il Parmigiano Reggiano supera il record di 3 mld € di fatturato

Nel 2023 crescono le vendite totali (+8,4%), sia in Italia (+10,9%) sia all’estero (+5,7%). La produzione resta stabile a quattro milioni di forme
Il Parmigiano Reggiano supera il record di 3 mld € di fatturato

Nel 2023 i caseifici e gli operatori commerciali del Consorzio del Parmigiano Reggiano Dop hanno collocato sul mercato la produzione più alta, quella del 2021 (4,1 milioni di forme), in un contesto influenzato da numerose incertezze macroeconomiche e al trend inflattivo che ha ridotto il potere d’acquisto delle famiglie. Nonostante queste premesse, l’anno scorso è stato molto positivo.

Nel complesso, il giro d’affari al consumo ha toccato il massimo storico di 3,05 miliardi di euro contro i 2,9 miliardi del 2022, con un aumento del +5 per cento. Risultati positivi per le vendite totali a volume (+8,4%), sostenute da un andamento positivo dell’export (+5,7%) e, soprattutto, delle vendite in Italia (+10,9%). Un exploit sorretto, secondo il Consorzio, dalla convenienza relativa del Parmigiano Reggiano nei canali retail e ingrosso, dovuta ad un calo delle quotazioni del prodotto stagionato e al contemporaneo aumento dei prezzi dei prodotti alternativi.

PRODUZIONE

La produzione è risultata stabile rispetto al 2022: 4,014 milioni di forme rispetto ai 4,002 milioni nel 2022 (+0,3%). Tra le province della zona di origine, la prima per produzione è quella di Parma (1.350.415 forme vs 1.357.224, -0,50%), seguita da Reggio Emilia (1.217.380 vs 1.245.159, -2,23%), Modena (860.971 vs 849.145, +1,39), Mantova (476.361 vs 455.439, +4,59) e Bologna (109.173 vs 95.303, +14,55%).

CANALI DI VENDITA

Nell’ambito delle vendite, la quota Italia si attesta al 57%. Per quanto riguarda i canali distributivi, la Gdo rimane il primo (65%), seguita dall’industria (17,1%), che beneficia della crescente popolarità dei prodotti caratterizzati dalla presenza di Parmigiano Reggiano tra gli ingredienti. Il canale Horeca rimane fanalino di coda, e quindi con un notevole potenziale di sviluppo, attestandosi all’8,2% del totale. Le vendite dirette dei caseifici (per oltre l’85% in Italia, con circa 8.000 tonnellate vendute) rappresentano il 5% delle vendite totali, e nel 2023 hanno registrato un forte aumento (+10,8%).

L’EXPORT DEL PARMIGIANO REGGIANO DOP

La quota export rappresenta oggi il 43% del totale delle vendite, con una crescita del +5,7% sul 2022. Risultati particolarmente positivi in Spagna (+7,8%), Francia (+6,9%), Stati Uniti (primo mercato estero per la Dop, +7,7%) e Australia (+21,8%). Uniche note negative sono quelle registrate in Canada (-6,5%) e Giappone (-8,2%), rispettivamente per problemi legati alle quote e al cambio.

Con 31,8 milioni di euro investiti nel 2023 per marketing, comunicazione e sviluppo dei mercati, il Parmigiano Reggiano ha confermato il percorso avviato da alcuni anni per diventare un brand globale, pronto ad affrontare gli ostacoli posti da mercati estremamente vasti, ricchi di prodotti d’imitazione e caratterizzati da una marcata confusione al momento dell’acquisto. Il Consorzio sta lavorando assiduamente per valorizzare la distintività della Dop, fornendo al consumatore più informazioni sulle sue caratteristiche: stagionatura, provenienza, processo produttivo e gusto.

SFIDE E OBIETTIVI PER IL 2024

Nicola Bertinelli, Presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, commenta: “Nel prossimo futuro, il Consorzio dovrà investire sempre più sulla crescita nei mercati esteri, che rappresentano il futuro della nostra Dop. Nel 2024 il Consorzio compie 90 anni, ma ci sentiamo più energici e proiettati al futuro che mai. Stiamo attraversando un momento di forte cambiamento, in cui si profilano con chiarezza le inevitabili rivoluzioni del futuro: il tema della sostenibilità; la gestione dei costi di produzione in uno scenario di incertezze mondiali; la tutela nella dimensione globale dei mercati e degli accordi di libero scambio; le nuove sensibilità dei consumatori. Questi aspetti, centrali per il futuro della Dop e delle imprese della filiera, si manifesteranno in ambiti che dovranno essere governati o presidiati dal Consorzio, fondato il 27 luglio 1934 proprio sul principio della potenza dell’azione collettiva rispetto a quella dei singoli”.

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