La filiera agroalimentare estesa sfiora i 600 miliardi

Secondo l’analisi TEHA il settore, comprese intermediazione, distribuzione e Horeca, è cresciuto del +8,4% e genera valore aggiunto per il 19% del Pil italiano. Export 2023 da record a 62 miliardi
La filiera agroalimentare estesa sfiora i 600 miliardi

Cresce ancora il peso della filiera agroalimentare estesa (che comprende agricoltura, alimentare, distribuzione, intermediazione e distribuzione) nell’economia italiana; vale ormai 586,9 miliardi di euro, +8,4% in più rispetto al 2021 e +29% sul 2015, e genera quasi 335 miliardi di valore aggiunto, pari al 19% del Pil italiano. Secondo i dati illustrati da The European House-Ambrosetti (TEHA) durante la presentazione dell’ottava edizione del forum “La Roadmap del futuro per il food&beverage: quali evoluzioni e quali sfide per i prossimi anni”, nel 2022 la filiera agroalimentare estesa ha attirato oltre 25 miliardi di euro di investimenti grazie al lavoro di 3,7 milioni di addetti.

In un contesto di crisi permanente che ci accompagna dal 2020 tra emergenza sanitaria e tensioni internazionali – commenta Valerio De Molli, Managing partner & Ceo, The European House – Ambrosettiè la qualità della produzione agroalimentare made in Italy il fattore che ha permesso al settore di continuare a crescere. Siamo il primo paese in Unione Europea per prodotti certificati (890 in totale), 326 dal mondo alimentare (valgono 8,9 miliardi di euro) e 564 dal settore vinicolo per oltre 11 miliardi di euro”.

filiera agroalimentare estesa

L’EXPORT CRESCE DEL +6,4% ALL’ANNO DAL 2010

A fine 2023 le esportazioni agroalimentari italiane (agricoltura + prodotto trasformato) hanno raggiunto il valore record di 62,2 miliardi di euro: in media, una crescita del 6,4% all’anno dal 2010 ad oggi e un incremento del 69% rispetto al 2015. Il settore del food&beverage contribuisce per 53,4 miliardi di euro, mentre il comparto agricolo vale 8,8 miliardi di export. “Nel 2010 – sottolinea Benedetta Brioschi, Partner The European House-Ambrosettil’agroalimentare incideva per l’8,2% sul totale delle esportazioni italiane, mentre nel 2023 ha sfiorato il 10% (9,9) in crescita di 1,7 punti percentuali negli ultimi 13 anni”. Numeri che posizionano l’agroalimentare come primo settore manifatturiero in Italia per valore aggiunto generato con oltre 66 miliardi; più della produzione di macchinari e apparecchiature (43) e prodotti in metallo (37). Rispetto al Pil, i 37 miliardi generati dall’agricoltura e i 29 da alimentare e bevande rappresentano il 3,8%, più di Germania (2,6%) e Regno Unito (2,1%), ma meno di Francia (4,5%) e Spagna, il paese con l’incidenza più alta: 5,2%.

I PRIMATI DELLA FILIERA AGROALIMENTARE ITALIANA

Nonostante un lieve calo delle esportazioni del -0,8%, il vino si conferma nell’ultimo anno il primo prodotto agroalimentare più venduto all’estero (7,8 miliardi di euro) con una quota del 12,5% sul totale export agrifood. Alle sue spalle ci sono altri prodotti in crescita: i lavorati a base di farine, tra cui la pasta, che valgono 6,9 miliardi di fatturato all’estero, hanno registrato un +7,9% e hanno sorpassato i prodotti lattiero-caseari che si fermano a sei miliardi (in crescita del 7,1%) oltre a frutta e vegetali trasformati (5,7 miliardi e crescita a doppia cifra nell’ultimo anno:+11,1%).

L’export italiano è da primato mondiale per diverse categorie di prodotto: siamo primi per quota di mercato di pasta (45%), amari e distillati (42%), passata di pomodoro (27%), castagne (23%) e verdure lavorate dove l’Italia guida il mercato con il 20% di quota. La Penisola è al secondo posto nel mercato globale del vino (20%, dopo la Francia), della farina di riso (20%), delle nocciole (15%), delle mele (13%) e dei kiwi (12%).

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L’ANALISI DELLA FILIERA CERTIFICATA

Quella del vino si conferma la filiera di produzione certificata italiana a maggior valore grazie a 11,3 miliardi di euro fatturati nel 2022 (+4,6%) e precede quella dei formaggi (5,2 miliardi) che cresce a doppia cifra: +11,6%. Molto importante anche l’incremento del fatturato di prodotti a base di carne (+7,5% a 2,3 miliardi di euro) così come quello di paste alimentari (+9,2% per 268 milioni in totale), carni fresche (5%, 103 milioni) e panetteria e pasticceria (+5,1%, 105 milioni). In negativo, invece, il settore dell’olio d’oliva con un fatturato in diminuzione del -4% a 85 milioni di euro, e quello dell’aceto balsamico, in calo del -5% ma a quota 387 milioni di euro.

LOMBARDIA, LA REGIONE DEI PRIMATI

Nel 2022, la filiera agroalimentare lombarda ha raggiunto un fatturato di 48 miliardi di euro, grazie a un aumento del +34% rispetto al 2015, confermandosi la prima regione in Italia per fatturato. La Lombardia si distingue anche nel settore delle produzioni certificate, con un fatturato di 2,5 miliardi di euro nel 2022 aumentato del +15% rispetto al 2021. Un’eccellenza riscontrabile anche nell’export: nel 2023 ha raggiunto vendite all’estero per 10,4 miliardi di euro, registrando un incremento del +84% rispetto al 2015 e dimostrando la sua capacità di competere su scala globale.

L’agroalimentare occupa 126.000 lavoratori in Lombardia e supporta la generazione di un valore aggiunto della filiera sia a monte, con 27,5 miliardi di euro, sia a valle, con 21,5 miliardi di euro, confermando la sua posizione di regione leader nel settore. Il territorio è terzo in Italia per numero di produzioni certificate, con 75 prodotti Dop e Igp: Mantova, Brescia, Cremona, Sondrio e Lodi sono tra le prime 20 province in Italia per il valore della produzione certificata.

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