
Gli alimentari promettono di rappresentare un caposaldo nella spesa natalizia degli italiani. A dirlo è una indagine condotta da Swg per Centromarca che rileva, numeri alla mano, quanto il food&beverage sia in cima al gradimento dei consumatori in vista delle prossime feste. Secondo l’analisi, presentata oggi durante un incontro con la stampa, la tavola richiama, infatti, il 36% delle preferenze di chi si accinge a fare un regalo o a fare più semplicemente un acquisto: si tratta del dato più alto, seguito da abbigliamento (33%), libri/giochi (32%), prodotti per la cura della persona (30%) e per la casa (23%) e dispositivi elettronici (17%).
Ma non solo. Gli alimentari hanno le carte in regola per sfruttare, più di altri comparti, un contesto favorevole in cui, pur in una fase di debolezza del potere d’acquisto, il 65% degli intervistati dichiara di essere pronto a investire per regali, pranzi e spese personali una somma maggiore o uguale a quella dello scorso anno. Secondo la ricerca, infatti, il 40% di coloro che disporranno di un budget superiore focalizzerà le sue spese proprio su questo settore. E lo farà seguendo una precisa strategia.
“Nel carrello – spiega Alessandra Dragotto, Head of Research Swg – ci sarà meno spazio per la quantità e più per la qualità”. A tutto vantaggio dei brand, che della qualità fanno il proprio vessillo. Lo provano, ancora, i dati della survey, secondo cui il 35% degli italiani presta attenzione alla marca quando acquista alimenti e bevande da mettere in tavola a Natale, spinto proprio dalla capacità del brand di esprimere alta qualità, un item su cui concorda il 66% dei consumatori.
NO A SUGAR E PLASTIC TAX
Anche in occasione delle Feste, insomma, l’offerta dell’Idm conferma di recitare un ruolo di primissimo piano nella composizione del carrello della spesa. Un ruolo ben fotografato degli stessi numeri rilasciati da Centromarca: “In Italia – sottolinea il Direttore, Vittorio Cino – i prodotti di marca concentrano il 54,5% della quota di mercato grocery nel canale iper-super-libero servizio. Si tratta di una percentuale tra le più elevate d’Europa, nettamente superiore al 23% circa delle private label (fonte: NIQ, gennaio-settembre 2024). Ancora, va sottolineato che l’incidenza dei prodotti commercializzati dalle industrie associate a Centromarca sul valore dello scontrino del supermercato raggiunge il 66%, con una crescita degli atti d’acquisto del 12% rispetto al 2022 (fonte: YouGov, settembre 2024). E, non ultimo, occorre ricordare come le aziende associate concentrino il 24% degli investimenti pubblicitari”.
Le circa 200 industrie aderenti all’Associazione costituiscono, dunque, lo spaccato di un settore nevralgico per l’intero sistema Paese. Che chiede maggiore considerazione e maggiori tutele. “I nostri beni – afferma Cino – contribuiscono alla dinamicità della domanda in una fase di particolare debolezza del potere d’acquisto delle famiglie, che sarebbe ulteriormente penalizzato dal varo di nuove tasse sui consumi, come la sugar e la plastic tax, rispetto alle quali siamo nettamente contrari”.