Sostenibilità, le imprese del retail anticipano i tempi

Il Report Federdistribuzione 2025 evidenzia l'impegno del settore, con l'anticipo delle direttive CSRD e focus sugli obiettivi ESG
Sostenibilità, le imprese del retail anticipano i tempi

La distribuzione moderna italiana si posiziona all’avanguardia nell’adozione degli standard di sostenibilità, anticipando le normative europee. È quanto emerge dal “Report di Sostenibilità di Settore della Distribuzione Moderna 2025”, realizzato da Federdistribuzione con il supporto di ALTIS Advisory, spin-off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

SOSTENIBILITÀ, AZIENDE RETAIL IN PRIMA LINEA

Il 94% delle aziende del settore è già impegnato nell’allineamento ai requisiti della direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) dell’UE, con un notevole 80% che prevede di pubblicare un bilancio di sostenibilità volontario nel 2025. Inoltre, il 59% ha già definito una strategia di sostenibilità con obiettivi quantitativi chiari. L’integrazione della sostenibilità nella governance aziendale è evidente: il 71% delle imprese ha figure dedicate con deleghe formali e il 47% include i rischi ESG nel proprio sistema di gestione.

IMPEGNO CONTRO IL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Il report evidenzia progressi significativi nella riduzione dell’impatto ambientale. Tra il 2022 e il 2023, l’intensità energetica nel comparto alimentare è diminuita del 9% in rapporto al fatturato e del 4% per metro quadro. Nel retail specializzato, la riduzione è stata del 10% sul fatturato e del 7% sulla superficie di vendita. Il 41% delle aziende dichiara una riduzione delle emissioni superiore al 10% negli ultimi tre anni, e l’88% ha implementato azioni di efficienza energetica. Il 65% utilizza sistemi di monitoraggio GHG (Greenhouse Gas Protocol) e il 53% ha definito una strategia con obiettivi sulle emissioni scope 1 e 2. Il 47% traccia già le emissioni scope 3.

ECONOMIA CIRCOLARE E GESTIONE RESPONSABILE DELLE RISORSE

L’attenzione all’economia circolare è una priorità: il 94% delle imprese retail ha una strategia specifica per la gestione degli imballaggi e l’82% ha sistemi di tracciamento per i rifiuti. Il 59% dispone di politiche formalizzate per la gestione circolare e il 71% ha adottato una politica sugli impatti di materie prime, rifiuti ed economia circolare. Nel settore alimentare, il 100% delle imprese collabora con organizzazioni per la ridistribuzione delle eccedenze.

LAVORO, COLLABORATORI E PARITÀ DI GENERE

Sul fronte sociale, il 41% delle aziende ha policy dedicate alla gestione degli impatti sui lavoratori, mentre il 35% affronta questi temi nel proprio codice etico. Il 73% utilizza strumenti di ascolto e coinvolgimento dei collaboratori e il 47% offre piani di welfare strutturati. La parità di genere è monitorata dal 71% delle aziende, che hanno attivato iniziative per ridurre il gender pay gap.

SOSTENIBILITÀ DELLA FILIERA E DIRITTI UMANI

La sostenibilità si estende lungo tutta la catena di fornitura: il 71% delle aziende ha un codice di condotta per la supply chain e l’83% include criteri di sostenibilità nella selezione dei fornitori. Il 76% ha avviato collaborazioni ESG con i supplier e il 77% valuta il rispetto dei criteri ambientali. Il 54% ha formalizzato procedure di due diligence o audit sui diritti umani e dei lavoratori nella catena di fornitura.

IMPATTO SU COMUNITÀ LOCALI E CONSUMATORI

Il 100% delle imprese ha attivato iniziative per le comunità locali, focalizzandosi su educazione (65%), salute, cultura e sport (59%) e ambiente (47%). Per i consumatori, il 94% ha politiche per garantire qualità e sicurezza dei prodotti e servizi, e il 100% ha strumenti per raccogliere feedback. Nel settore alimentare, la marca del distributore è strategica per la qualità e la trasparenza. Il 71% delle imprese attua politiche di prezzo per favorire l’accessibilità ai consumatori vulnerabili.

LE PROSPETTIVE FUTURE

Carlo Alberto Buttarelli, Presidente di Federdistribuzione, commenta: “Le imprese dimostrano preparazione all’evoluzione del contesto normativo, integrando la sostenibilità nei propri modelli di business.”

Stella Gubelli, Ad di ALTIS Advisory, aggiunge: “Le scelte di sostenibilità per le imprese della distribuzione moderna sono parte integrante dei modelli di business, della governance, delle politiche di gestione e delle relazioni lungo tutta la catena del valore.”

L’INTERESSE DEI CONSUMATORI E IL RUOLO DELLA FIDUCIA

Un’analisi di Ipsos Italia inclusa nel Report rileva un rallentamento nell’interesse generale per la sostenibilità (dal 30% al 24%), dovuto a instabilità geopolitica ed economica. Tuttavia, l’80% degli italiani ritiene urgente cambiare i comportamenti d’acquisto e di consumo, l’84% chiede alle aziende un impegno sociale e il 78% acquista da brand che riflettono i propri valori. La sostenibilità è associata alla qualità e all’innovazione dal 70% dei consumatori. Ipsos sottolinea l’importanza di costruire fiducia attraverso valori condivisi e comunicazioni credibili.

Infine, l’analisi degli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano evidenzia come l’innovazione digitale, se integrata strategicamente, possa migliorare la produttività e l’efficacia dei modelli di business per una transizione digitale e sostenibile.

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