Crescita record per il Parmigiano Reggiano di montagna

Crescita record per il Parmigiano Reggiano di montagna

Il Consorzio si prepara alla 59a fiera di Casina (RE) in un contesto di espansione e nuove strategie di valorizzazione per la Dop montana
Crescita record per il Parmigiano Reggiano di montagna

Casina (RE) si appresta a diventare il fulcro dell’economia casearia appenninica con la 59a Fiera del Parmigiano Reggiano, che si terrà dall’1 al 4 agosto. L’evento celebrerà il prodotto simbolo del territorio, ma sarà anche l’occasione per presentare dati di crescita significativi oltre che per la storica nomina del comune a “Città del Formaggio” da parte dell’Organizzazione nazionale assaggiatori formaggio (Onaf). Il Parmigiano Reggiano di montagna si conferma, infatti, una componente economica strategica per l’Appennino emiliano, contribuendo attivamente alla sostenibilità dell’intero territorio.

Il Parmigiano Reggiano si conferma la Dop di montagna più rilevante, rappresentando oltre il 21,7% della produzione totale. Nel 2024 gli 84 caseifici di montagna, dislocati nelle province di Parma, Reggio Emilia, Modena e Bologna (a sinistra del fiume Reno), hanno registrato una produzione che ha superato le 884.000 forme. Questo dato segna un incremento, del +2,6%, rispetto al 2023 e un notevole +15,4% sul 2016. Anche la produzione di latte ha mostrato un andamento positivo, raggiungendo oltre 425.000 tonnellate con un +1,6% sul 2023 e un +11,9% sul 2016, fornite da più di 800 allevatori attivi in montagna.

LE POLITICHE DEL CONSORZIO E LA CERTIFICAZIONE “PRODOTTO DI MONTAGNA”

Dal 2016 il Consorzio ha introdotto la certificazione aggiuntiva Parmigiano Reggiano “Prodotto di Montagna”, con l’obiettivo primario di sostenere lo sviluppo di questa area produttiva e offrire garanzie superiori ai consumatori. Attualmente, il prodotto di montagna ha superato le 230.700 forme, con un aumento del +1,78% sul 2022 e un incremento del +29,6% sul 2016.

Una novità cruciale per il 2025 riguarda la modifica al regolamento del progetto, che prevede l’introduzione di un premio fisso di circa 50 centesimi al chilogrammo (20 euro per forma). Questo premio sarà riconosciuto al momento della bollatura a fuoco per la certificazione “Prodotto di Montagna”, dopo la selezione e l’analisi sensoriale a 20 mesi di stagionatura. Questa misura mira a rafforzare il valore commerciale della certificazione e a promuovere il valore aggiunto del prodotto, contribuendo a un posizionamento di mercato più sostenibile.

LA FIERA DEL PARMIGIANO REGGIANO

La 59a Fiera del Parmigiano Reggiano che si terrà a Casina sarà un trampolino di lancio per il Parmigiano Reggiano di montagna. Durante l’evento, l’Onaf annuncerà ufficialmente la nomina di Casina a Città del Formaggio, un riconoscimento che sottolinea il ruolo centrale del comune nella produzione di formaggio dell’Appennino e il suo impegno nella promozione della tradizione casearia.

PROSPETTIVE FUTURE

Tra gli appuntamenti di punta della fiera spicca la 13a edizione del Palio del Parmigiano Reggiano “Città di Casina”, in programma lunedì 4 agosto alle 20 in piazza IV Novembre. I 45 caseifici partecipanti si sfideranno con il Parmigiano Reggiano 24 mesi, e 12 di essi anche con la stagionatura 40 mesi, con le valutazioni affidate a una giuria di assaggiatori certificati Apr. I vincitori delle due competizioni saranno premiati con il prestigioso Casello d’Oro in una serata evento, la cui prossima edizione si terrà a Madrid all’inizio di febbraio 2026. Durante la fiera si svolgerà anche l’ottava gara di taglio della forma dove i mastri casari si cimenteranno nella sezionatura di una forma in porzioni più piccole, mettendo alla prova precisione e destrezza manuale.

Nicola Bertinelli, Presidente del Consorzio, ha sottolineato il ruolo cruciale del Parmigiano Reggiano come fattore economico chiave per l’Appennino emiliano, evidenziando che oltre il 21,7% della produzione totale è concentrata negli 84 caseifici di montagna. Bertinelli ha rimarcato l’importanza degli interventi del Consorzio per la valorizzazione del “Prodotto di Montagna”, sostenendo con forza che “la produzione agricola-zootecnica rappresenta un pilastro economico e sociale per la comunità e il mantenimento dell’agricoltura in aree altrimenti soggette ad abbandono“.

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