Pesce surgelato, un mercato in crescita trainato da qualità e sostenibilità

Pesce surgelato, un mercato in crescita trainato da qualità e sostenibilità

Nel 2024, il pesce è stato il terzo prodotto surgelato più acquistato nel canale retail. Il caso di Panapesca
Pesce surgelato, un mercato in crescita trainato da qualità e sostenibilità

Il pesce surgelato sta conquistando sempre più spazio sulle tavole degli italiani e degli europei, affermandosi come scelta salutare, bilanciata, pratica e conveniente. I dati di mercato confermano questa tendenza: secondo il rapporto IIAS 2025 sui consumi del 2024, in Italia il pesce surgelato (naturale e panato) si posiziona come il terzo prodotto surgelato più acquistato nel canale retail, con 95.955 tonnellate vendute e una crescita del 3,9% rispetto all’anno precedente. Un trend positivo che si riflette anche a livello europeo, dove nel 2024 sono state consumate circa 3,3 milioni di tonnellate di pesce surgelato, registrando un +5,5% rispetto al 2023 e un incremento costante dell’1,3% tra il 2013 e il 2024.

PANAPESCA, UN’ECCELLENZA ITALIANA CON VISIONE GLOBALE

In questo scenario di consumi in ascesa il gruppo Panapesca, azienda italiana fondata nel 1972 con sede in Toscana, si conferma tra le realtà più dinamiche e autorevoli nel settore ittico surgelato. Specializzata nella lavorazione, confezionamento, commercializzazione e distribuzione di un vasto portafoglio prodotti, Panapesca opera su tutta la filiera, dalla selezione del pescato alla distribuzione finale. L’azienda è l’unica realtà italiana del settore in grado di servire direttamente tutti i principali canali di vendita – foodservice, ingrosso, modern trade e retail diretto (con una rete di 26 punti vendita a insegna Bottega Marinara, Sfizi e Delizie del Mare) – generando un fatturato complessivo di 148 milioni di euro nel 2024.

Il successo di Panapesca è anche frutto della sua marcata proiezione internazionale, con stabilimenti produttivi e distributivi in Thailandia (Thai Spring Fish), Francia (Prodimar), Marocco (Mer Fruit) e Italia (Panapesca e Il Faro Quality Fish). La forza del gruppo risiede in una rete globale di fornitori, certificati in oltre 50 paesi, sviluppata attraverso relazioni strategiche in Asia, Africa, Americhe ed Europa.

Giovanni Sabino, Ad Panapesca, commenta: “Abbiamo costruito negli anni un modello solido, fondato su una rete di approvvigionamento globale e su una presenza produttiva internazionale che ci consente di gestire con efficienza l’intera filiera. Siamo un’azienda nata in Italia con un’anima internazionale, capace di competere su scala globale grazie a un’organizzazione e una logistica all’avanguardia, nonché una rete commerciale capillare che serve tutti i canali di vendita. Il nostro obiettivo è crescere, restando fedeli alla missione che ci accompagna fin dalle origini: selezionare il meglio del mare e renderlo accessibile attraverso un sistema produttivo responsabile, trasparente ed evoluto“.

QUALITÀ CERTIFICATA E IMPEGNO PER LA SOSTENIBILITÀ

Con oltre 3.000 referenze, l’offerta Panapesca si distingue per la selezione qualitativa e le numerose certificazioni ottenute, tra cui MSC (Marine Stewardship Council), ASC (Aquaculture Stewardship Council), Friends of the Sea e Global GAP. Tra i prodotti di punta si annoverano i gamberi argentini pescati in Patagonia, le vongole del Pacifico da allevamenti certificati e il polpo del Mediterraneo pescato con piccole imbarcazioni. L’ampia gamma include anche filetti di pesce (branzino, san pietro, pesce spada e salmone selvaggio certificato MSC), cefalopodi e molluschi, oltre a precotti e impanati.

Nel 2025 Panapesca ha rafforzato la propria responsabilità ambientale aderendo a Fishing for Litter, progetto di Ogyre che coinvolge le comunità di pescatori locali nella raccolta dei rifiuti marini. Da marzo 2025, la flotta di 14 pescatori sostenuta da Panapesca ha già raccolto oltre 651 kg di plastica dai mari, pari a circa 65.100 bottigliette da mezzo litro. Un’iniziativa concreta che culminerà con la pubblicazione del primo rapporto ESG a settembre 2025, sottolineando l’adozione di principi di economia circolare e di impatto positivo sull’ambiente e sulle persone.

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