
“Solo 5 anni fa le nostre indagini segnalavano che il consumatore attribuiva alle istituzioni il ruolo principale nella messa a terra della transizione Esg. Oggi, i dati rilevano un cambio di rotta, che porta l’Industria di marca al centro del processo”. Va diritta al punto Laura Cavalli, Responsabile Centro Studi Centromarca, nell’evidenziare una delle principali evidenze emerse dalla ricerca “Sostenibilità: la comunicazione del Brand nel vissuto del cittadino“, promossa dalla stessa Associazione Italiana dell’Industria di Marca.
La ricerca certifica, infatti, che, anche in presenza di rilevanti tensioni sullo scenario geopolitico ed economico, il 72% degli italiani considera una “responsabilità etica imprescindibile” il mantenimento degli investimenti e delle attività della moderna Industria di Marca grocery per lo sviluppo sostenibile.
La ricerca è stata presentata all’Università Bocconi di Milano nell’ambito del Salone della Csr e dell’Innovazione in un incontro, aperto da riflessioni di Luca Alemanno, consigliere Centromarca e Amministratore delegato Bolton Food, nel quale sono intervenuti Francesco Perrini (Professore di management all’Università Bocconi), Laura Cavalli (Responsabile centro studi Centromarca), Vittorio Cino (Direttore generale Centromarca), Irene Rizzoli (Amministratrice delegata Delicius Rizzoli), Chiara Coricelli (Amministratrice delegata Pietro Coricelli) e Giorgio Santambrogio (Amministratore delegato Gruppo VéGé).
OBIETTIVI ESG, IL CONSUMATORE CHIEDE DI PIÙ
Una richiesta precisa, insomma, che si scontra, però, con una valutazione in chiaro-scuro dell’impegno profuso finora. Solo il 28% dei consumatori ritiene, infatti, che le imprese documentino in modo serio e concreto il proprio impegno, mentre per il 44% a muoverle sono strategie di marketing costruite per conseguire vantaggi competitivi. E il restante 28% riconduce le iniziative green a una scelta aziendale necessaria per evitare l’esclusione dal mercato di riferimento.
Il messaggio per le aziende è, dunque, chiaro: c’è ancora molto da fare nella comunicazione delle strategie Esg, che devono rifuggire dagli slogan e adottare, invece, comunicazioni chiare e precise, dove possano trovare spazio elementi concreti e verificabili.
ANCORA TROPPI DUBBI DAVANTI ALLO SCAFFALE
Un passaggio necessario per dialogare con un consumatore che mostra ancora un significativo gap tra le intenzioni di spesa e l’atto di acquisto. Davanti allo scaffale, infatti, lo shopper non sempre è coerente. La ricerca rileva un disallineamento che deve essere ricondotto per larga parte al potere di acquisto: ben il 38% degli intervistati sostiene, infatti, di voler fare di più per sostenere la transizione Esg, ma di non disporre di risorse economiche adeguate.