Per il tonno la parola d’ordine è sostenibilità

Le aziende del comparto si mobilitano per ottenere nuove certificazioni e avviano progetti e iniziative green per ridurre l’impatto della filiera sull’ambiente
Per il tonno la parola d’ordine è sostenibilità

Essere sostenibili è uno degli obiettivi principali dei player attivi nel comparto delle conserve ittiche, che declinano il concetto di sostenibilità a 360 gradi: si parte dalla pesca, si passa attraverso il concetto ‘zero sprechi’ e si arriva anche a packaging riciclati e riciclabili. Un impegno green che le varie realtà dimostrano e sottolineano ai propri consumatori attraverso le diverse certificazioni.

PROGETTI SOSTENIBILI PER IL TONNO

Tra le iniziative intraprese per ridurre gli sprechi c’è quella di Generale Conserve, che ha massimizzato l’utilizzo della materia prima. “Grazie alla linea di produzione del petfood – spiega Simona Mesciulam, Direttore marketing Generale Conservee a un moderno impianto per la produzione di farine di pesce destinate alla zootecnia, possiamo produrre il nostro Tonno Zero Spreco. L’industria del tonno, infatti, genera in media il 50% di scarti che normalmente vengono conferiti in discarica. Noi riutilizziamo al 100% queste parti per la produzione di cibo umido per animali o mangimi per la zootecnia, creando un valore di economia circolare”.

La Business Unit Food di Bolton Group, dal canto suo, ha scelto di declinare il proprio impegno per la sostenibilità a 360 gradi: dalla pesca al packaging, fino al prodotto finale. Il Gruppo ha infatti realizzato una roadmap per ridurre il più possibile l’utilizzo della plastica nei prodotti commercializzati e favorire invece l’utilizzo di confezioni riciclabili o riutilizzabili, con l’obiettivo di progettare il 100% del packaging riciclabile o riutilizzabile per il 2025.

We Sea, invece, è il programma per la sostenibilità di Mare Aperto Foods: riunisce in cinque punti la strategia e gli sforzi dell’azienda e della casa madre Jealsa per la responsabilità sociale e di pesca sostenibile. “I prodotti Mare Aperto contengono infatti – precisa Carlos Blanco Baluja, Amministratore Mare Aperto Foodssolo tonno proveniente da pesca sostenibile, certificato Friend of the Sea o Msc, oppure pescato con il metodo tradizionale a canna”.

Nei mesi scorsi, Nostromo ha adottato un’altra importante pratica in ottica di sostenibilità: la riduzione della grammatura dei pack da 80 g a 70 g, grazie alla riduzione dell’olio, mantenendo invariata la quantità del prodotto. Una scelta ecofriendly che rientra all’interno del programma di Impegno Responsabile del Gruppo Calvo, di cui Nostromo fa parte dal 1993, che definisce 17 obiettivi di sostenibilità da raggiungere entro il 2025 e che riguardano la protezione di persone, ambiente e oceani.

LA SOSTENIBILITÀ PASSA ANCHE DALLE CERTIFICAZIONI

Allo stesso tempo, le aziende lavorano per ampliare il ventaglio di certificazioni in modo da offrire ancora più garanzie ai propri consumatori. Consorcio Espanol Conservero, che dal 2015 ha iniziato un cammino determinato e impegnato verso la sostenibilità, culminato nel 2019 con la certificazione BCorp, punta a proporre un tonno 100% certificato Apr-Tuna from Responsible Fishing. Inoltre, ha avviato un progetto di ecopackaging per confezioni realizzate con materiali 100% riciclati e riciclabili, senza plastica.
Igino Mazzola, già certificata Dolphin Safe, nel 2021 ha certificato alcune referenze Fos e per i prossimi anni si pone l’obiettivo di sviluppare e incrementare alcune referenze di tonno certificate Msc.

© Riproduzione riservata