Pomodoro da industria, l’unione farà la forza

“Strategie competitive a sostegno di una filiera da primato”. È questo il tema dell’assemblea organizzata da Anicav per definire delle azioni programmatiche per il comparto del pomodoro da presentare al governo
Pomodoro da industria, l’unione farà la forza

Il pomodoro è un’eccellenza made in Italy. L’Italia è il terzo paese per trasformazione al mondo dopo Usa e Cina, ma il primo trasformatore di derivati destinati al consumo finale, con una quota del 14,8% a livello mondiale e del 56,5% a livello europeo e un fatturato di 4 miliardi di euro.

Numeri importanti, che testimoniano il valore di questa filiera, che ha appena concluso una campagna non priva di ostacoli a causa della difficile contrattazione con la parte agricola al Sud, i rincari delle materie prime, gas e energia, che si aggiungono alle problematiche che da anni colpiscono il settore, tra cui attacchi sull’origine e sulla qualità del pomodoro che creano disinformazione danneggiando l’immagine della filiera.

È necessario quindi fissare delle linee guida e delle azioni programmatiche per rilanciare una filiera da primato. Proprio questo è stato il tema affrontato durante il decimo appuntamento con ‘Il Filo Rosso del Pomodoro. Strategie competitive a sostegno di una filiera da primato’, organizzato da Anicav.

I NUMERI DELLA CAMPAGNA 2022

L’incontro tenutosi il 26 ottobre a Fiere di Parma, in occasione del Cibus Tech Forum, è stata l’occasione per presentare i dati della campagna di raccolta del pomodoro 2022: sono state circa 5,5 milioni le tonnellate di pomodoro trasformate (-10% vs 2021) per un totale di 65.180 ettari investiti ( -8,5% vs 2021), di cui 37.024 al Nord e 28.156 al Centro sud. In particolare, nel bacino Centro sud le aziende hanno trasformato 2,59 milioni di tonnellate (-12% vs 2021); al Nord il trasformato finale è stato di 2,89 milioni di tonnellate (-6,3% vs 2021).

Per quanto riguarda i consumi interni, relativamente al canale retail, dai dati riferibili al primo semestre 2022 – ha affermato Marco Serafini, Presidente Anicavsi registrano segni negativi rispetto allo stesso periodo del 2021. I volumi flettono del -3,6%, mentre il valore rimane stabile. Si rileva, quindi, una migliore performance dei prezzi che, in qualche modo, riescono a contenere i notevoli rincari subiti dall’industria nell’ultimo periodo e che dimostra che i consumatori stanno riconoscendo il giusto valore alle nostre produzioni. Buona la performance delle esportazioni, che, in un settore export oriented come il nostro, da sempre riescono a bilanciare il calo dei consumi interni. Nei primi sei mesi dell’anno i mercati esteri hanno fatto registrare segnali molto positivi sia in volume (+ 10,3) che in valore (+23,2) a testimonianza che, nel mondo, il made in Italy continua a identificarsi sempre più con i prodotti della nostra industria. Numeri positivi ma che, essendo riferiti al primo semestre, non riflettono ancora il clima di grande incertezza che ha caratterizzato la complessa campagna appena terminata”.

INSIEME SI È PIÙ FORTI

L’incontro è stata anche un’occasione di confronto, grazie alla tavola rotonda, moderata da Marta Bommezzadri, Giornalista Food, a cui hanno partecipato il Presidente di Anicav Marco Serafini; Antonio Ferraioli, Ad La Doria; Gianmarco Laviola, Ad Princes Industria Alimentare, Francesco Mutti, Ad Mutti; Pier Paolo Rosetti, Direttore generale Conserve Italia; Arturo Santini, Ad La Cesenate Conserve Alimentari; Costantino Vaia, Ad Casalasco Società agricola.

I principali attori della filiera del pomodoro hanno espresso il loro punto di vista e si sono confrontati su più punti: i costi della filiera, i rapporti con le Op, la ricerca&sviluppo, la creazione di un sistema sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed etico per arrivare a definire una serie di punti comuni su cui lavorare per valorizzare il comparto e da sottoporre al governo.
Tra i punti salienti emersi: la ricerca di soluzioni alle problematiche contingenti, legate soprattutto al costo dell’energia; la richiesta di maggiore attenzione da parte delle istituzioni per una filiera virtuosa come quella del pomodoro; l’individuazione di forme finanziare che possano tutelare le imprese e di soluzioni contro l’italian sounding all’estero; maggiori investimenti per la ricerca e l’istituzione di facoltà per formare personale qualificato, che possa dare un’ulteriore valore aggiunto all’industria conserviera italiana.

Una comunione di intenti che si può realizzare solo se tutti gli attori della filiera sono realmente uniti, come hanno più volte ripetuto tutti i protagonisti della tavola rotonda e Serafini, che ha sottolineato la disponibilità di Anicav a farsi portavoce di queste richieste al governo.

DA NOVEMBRE ON AIR CON UNO SPOT TV

Già da alcuni anni Anicav si è dedicata allo sviluppo di altri progetti, oltre il Filo Rosso del Pomodoro. Il primo, in cui è coinvolto anche Ricrea-Consorzio nazionale riciclo e recupero imballaggi acciaio, è focalizzato sulla sostenibilità dei barattoli e lavora in ottica green su più fronti: la produzione dei barattoli, la raccolta e il riciclo, la promozione e comunicazione. Per quest’ultimo punto, durante l’assemblea, è stata presentata un’importante novità: lo spot ‘A Lezione di Etichetta’, che andrà in onda a partire da novembre sulle Reti Rai per spiegare ai consumatori come leggere l’etichetta delle conserve di pomodoro e come riciclare correttamente il pack.

Il secondo progetto riguarda la collaborazione con la Fondazione Umberto Veronesi. Con ‘Il pomodoro per la ricerca. Buono per te, buono per l’ambiente’ in cinque anni (dal 2018 al 2022) sono stati raccolti oltre 1,7 milioni di euro e distribuiti 125.000 cluster, con il coinvolgimento di 3.000 volontari.

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