Burger vegetale tricolore. Alternativa vegana alla carne, 100% made in Italy.

Prodotti plant based, dalla Ue stop all’uso dei nomi che richiamano la carne

Unione Italiana Food esprime forte perplessità sull'emendamento approvato dal Parlamento Europeo: "Confusione per il consumatore, che sa già cosa sceglie"
Burger vegetale tricolore. Alternativa vegana alla carne, 100% made in Italy.

Un emendamento approvato pochi giorni fa dal Parlamento Europeo, che mira a vietare l’uso di termini tradizionalmente associati alla carne e a escludere alcune denominazioni di vendita per i prodotti a base vegetale, ha sollevato una serie di preoccupazioni nel settore dell’industria alimentare italiana. Il Gruppo Prodotti a Base Vegetale di Unione Italiana Food ha espresso “forte perplessità” in merito al provvedimento, che, pur non essendo ancora legge, viene giudicato “poco chiaro e potenzialmente generatore di confusione”.

DENOMINAZIONI CONTROVERSE E CONSUMATORI CONSAPEVOLI

Secondo l’associazione, l’emendamento presenta “contraddizioni e diversi passaggi poco chiari”. In particolare, si fa notare come nell’elenco dei prodotti citati figurino, a titolo d’esempio, denominazioni come tuorli e albumi d’uovo, che sono ben distanti da lavorazioni quali burger e hamburger.

Il rischio, come sottolinea sempre Unione Italiana Food, è di “confondere un consumatore che invece si dimostra altamente consapevole”. Una recente indagine di AstraRicerche (marzo 2023) conferma che gli acquirenti di alimenti vegetali conoscono bene la composizione dei prodotti:

  • Il 79,3% legge attentamente le etichette (percentuale che sale al 92% per i consumatori più fedeli).
  • Otto consumatori su 10 ritengono le etichette attuali ‘esplicite e chiare’, ‘facili da leggere e comprensibili’ e ‘veritiere e non fuorvianti’.

Le aziende aderenti al Gruppo sottolineano di comunicare i propri prodotti con “denominazioni chiare, autoesplicative, nel pieno rispetto delle norme”, permettendo una scelta facile e senza rischi di confusione.

IMPATTO SU FAMIGLIE E INVESTIMENTI AZIENDALI

Se l’emendamento dovesse divenire legge, secondo Unione Italiana Food, “la penalizzazione ricadrebbe su una larga fetta della popolazione italiana”. I dati della Ricerca NielsenIQ (gennaio-febbraio 2024) mostrano infatti che ben sette famiglie su 10 (69%), equivalenti a 17,7 milioni di nuclei familiari in Italia, consumano questi prodotti. Queste persone si troverebbero davanti a nuove denominazioni più complesse e meno intuitive.

A essere penalizzate, inoltre, sarebbero le aziende del settore che promuovono le produzioni vegetali, costrette a sostenere ingenti investimenti per rivedere etichette, packaging e campagne pubblicitarie.

L’associazione attende gli sviluppi futuri, ricordando che il settore dei prodotti a base vegetale risponde al “desiderio dei consumatori di un’alimentazione più consapevole, nutriente e sostenibile”.

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