UE, rimandata la riforma della PAC

Nessuna ipoteca per la riforma della Politica Agricola Comunitaria, saranno i prossimi Commissione e Parlamento a rilanciare il confronto su nuove proposte. De Castro: “Questo parlamento UE non deciderà”
UE, rimandata la riforma della PAC

Paolo De Castro, primo Vice-Presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento UE, commenta con soddisfazione la decisione del Parlamento europeo di non pronunciarsi sui due aspetti chiave della proposta di riforma della PAC. “Come abbiamo sempre detto da quando il commissario europeo Phil Hogan ha messo sul piatto la sua proposta di riforma lo scorso giugno – sottolinea – oggi è arrivata la conferma che il Parlamento UE non ipotecherà la riforma della Politica agricola comune post 2020, lasciando le mani libere alla futura Commissione e al Parlamento europei di rilanciare il confronto sulla base di nuove proposte, come ci hanno chiesto la stragrande maggioranza delle organizzazioni agricole e cooperative italiane”.

LA NUOVA PAC

Di fatto – spiega l’eurodeputato Pdil Parlamento non si pronuncerà sui due aspetti della proposta di riforma che necessitano di una maggiore riflessione e valutazione, ossia i Piani strategici che raggruppano il regolamento sui pagamenti diretti agli agricoltori e le norme sullo sviluppo rurale, e il cosiddetto regolamento orizzontale che riguarda il finanziamento della nuova PAC”.

I PROBLEMI DEL FUTURO

Procediamo con un calendario molto ambizioso – prosegue De Castro – sul testo relativo all’Organizzazione comune dei mercati e alla sua semplificazione”. Il nuovo modello proposto dal commissario Hogan aveva suscitato molte preoccupazioni. Dal rischio concreto di rinazionalizzazione della PAC alle distorsioni di concorrenza fra agricoltori di diversi Stati membri, alla perdita di competenze in materia agroalimentare da parte del Parlamento europeo così come delle regioni europee. “Senza dimenticare – conclude De Castrole problematiche legate al finanziamento della politica agricola di fronte all’incertezza dell’esito della Brexit”.

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