Elezione USA: le reazioni del food italiano

Grande attesa da parte degli attori del Made in Italy riguardo alla politica commerciale che intraprenderà il nuovo inquilino della Casa Bianca
Elezione USA: le reazioni del food italiano

Grande speranza. Basterebbero queste due parole a descrivere lo stato d’animo delle aziende agroalimentari italiane riguardo all’elezione di Joe Biden alla Casa Bianca.

E non potrebbe essere altrimenti considerati i danni provocati al primo settore industriale italiano dalle scelte del suo predecessore.

COLDIRETTI: STOP ALLA GUERRA DEI DAZI

“Occorre fermare subito la guerra dei dazi tra Unione Europea e Stati Uniti d’America che ha già colpito le esportazioni di cibo e bevande Made in Italy per un valore di circa mezzo miliardo di euro su prodotti come Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello”. È quanto afferma il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini in riferimento all’incontro dei ministri del commercio Ue sull’imposizione di dazi a prodotti importati dagli Usa per un valore di 4 miliardi di dollari all’indomani dell’elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti Joe Biden dal quale ci si aspetta un clima più sereno per il commercio internazionale.

FILIERA ITALIA: SI NEGOZI CON NUOVA PRESIDENZA

“L’escalation dazi e contro-dazi è sempre un errore, ma lo è ancora di più in un momento in cui il lockdown inesorabile e progressivo dei vari paesi ha provocato un crollo del commercio mondiale ai livelli più bassi degli ultimi quarant’anni”. Questo il commento di Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, all’entrata in vigore delle tariffe aggiuntive europee sui prodotti Usa. Balzelli del 15% che salgono, però, al 25% su molti prodotti simbolo del Made in Usa, fra cui ketchup, formaggio cheddar e noccioline. “Non si perda l’occasione, approfittando del cambio di presidenza USA, per sedersi a negoziare in maniera costruttiva cancellando dazi reciproci che, ricordiamolo, colpiscono per il 25% anche le nostre grandi eccellenze, formaggi come il Grana Padano e il Gorgonzola, i nostri salumi più famosi, i grandi liquori del made in Italy. In Usa 6 prodotti su 7 che si definiscono italiani sono in realtà taroccati”.

“Sappiamo che trovare un punto di incontro non sarà facile – concludono da Filiera Italia anche perché non è un mistero che qualsiasi presidenza americana a prescindere dal colore politico ha negli ultimi anni adottato misure protezionistiche e favorito nel settore alimentare i propri produttori, anche quando questi si dimostrano specializzati nella contraffazione del Made in Italy”.

ASSICA: AUSPICHIAMO UNA REVISIONE DELLA POLITICA COMMERCIALE

“La presidenza Trump ha penalizzato alcuni prodotti della salumeria italiana ma non i prosciutti DOP che sono quelli che principalmente si esportano, quindi il danno relativo ai dazi è stato contenuto. Ha dichiarato Davide Calderone, Direttore di ASSICA Associazione Industriali delle Carni e dei Salumiaderente a Confindustria – Ciononostante i prodotti colpiti (salami, mortadelle e prodotti cotti) erano in un momento di forte sviluppo e hanno subito un rallentamento nella crescita. Auspichiamo comunque che la nuova presidenza riveda la politica commerciale, eliminando i dazi per tutti i settori, non solo il nostro. I dazi vanno contro il concetto di mercato libero e quindi li riteniamo concettualmente sbagliati”.

CONSORZIO GRANA PADANO: RIPRISTINARE IL DIALOGO CON PARTNER STORICO

Una forma di Grana Padano dipinta per metà con il tricolore italiano e per metà a stelle e strisce. Così il Consorzio Grana Padano, ha salutato l’elezione del nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America,

“La forma – spiega Stefano Berni, direttore generale del Consorzio verrà inviata alla Casa Bianca nei prossimi giorni, appena ottenuta l’autorizzazione. Un piccolo gesto benaugurale che avevamo riservato anche al suo predecessore Donald Trump, il quale però ha deluso le nostre attese adottando costosi dazi per i nostri prodotti per avvantaggiare i similari prodotti in USA, usando la scusa delle liti USA – UE sugli aerei Boeing ed airbus, nonché adottando politiche protezionistiche ed ambientali diverse dalla filosofia del Grana Padano. Ci auguriamo che la forma di Grana Padano ‘griffata’ con il nostro tricolore e i colori della bandiera americana – conclude Berni – ripristini il sempre eccellente dialogo con un Paese, gli Stati Uniti, storicamente molto amico del Grana Padano e del made in Italy di qualità, al quale ci lega un’ammirazione e un affetto inossidabili”.

Joe Biden è quindi chiamato ad un deciso cambio di rotta, con il beneplacito e il supporto della First Lady, di origine italiana. Radici siciliane che Jill Biden rivendica con orgoglio. Ça va sans dire.

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