Parmigiano-reggiano, vola l’export a +12%

Parmigiano-reggiano, vola l’export a +12%

Si rasserena il mercato del parmigiano-reggiano, che a fine 2010 ha visto risalire i prezzi a una media di 9,14 euro/kg (+19% sul 2009 e +23,5% sul 2008, quando la media risultò pari a 7,40 euro/kg). E la produzione dei primi mesi del 2010 commercializzata nello stesso anno ha fatto segnare una media di 10,34 euro/kg.
Il buon andamento del re dei formaggi italiani dop è confermato anche dal trend delle giacenze, che a novembre risultavano in calo del 13,3% sul 2009: la flessione dei consumi interni, pari al –1,2%, è stata più che controbilanciata dall’incremento dell’export del 12% (ancora meglio del +7% del 2009). La quota di vendite oltreconfine i sale così al 30%: ncrementi record si sono registrati negli Stati Uniti (secondo mercato dopo la Germania) con +30% e in Giappone (+20%). Nei Paesi Ue, invece, la crescita è stata dell’8,9%, del tutto analoga a quella del 2009.
La produzione è salita del 2,44%, raggiungendo 3.018.260 forme: un numero sostanzialmente allineato con la produzione 2008 e in crescita di 72mila unità sul 2009.
“Dopo anni di quotazioni al di sotto dei costi di produzione – sottolinea il presidente del Consorzio del parmigiano-reggiano, Giuseppe Alai – il 2010 ha finalmente segnato una decisa inversione di tendenza, ed è un evento tutt’altro che casuale: tre anni di flessione produttiva, l’ottimo andamento delle esportazioni e le azioni di ritiro effettuate nel 2008 e nel 2009 da parte dell’Agea, associate a quelle messe in atto dallo stesso Consorzio per le azioni promozionali sui mercati esteri (131mila forme nel biennio), hanno consentito una forte riduzione delle scorte e il conseguente rilancio del mercato, confermando il fatto che una gestione ordinata dei flussi produttivi resta la più efficace arma per la tutela dei redditi dei produttori”.
L’ultima assemblea dei quasi 400 caseifici aderenti al Consorzio ha votato inoltre un prolungamento di piani produttivi, che per il 2011 e nel successivo biennio prevedono un incremento annuo dello 0,8%, nell’intento di assicurare maggiore stabilità al settore e, soprattutto, una difesa attiva del reddito dei produttori.
Le riforme statutarie adottate ad aprile 2010 hanno tra l’altro ampliato il peso dei consorziati nel governo del Consorzio, con una maggiore corresponsabilità e più alti livelli di coesione sulle decisioni e sulle azioni che riguardano quasi 3.500 allevamenti.
Inoltre, è stata creata la società commerciale “I4S”, interamente controllata dal Consorzio, che ha offerto uno strumento in più per la gestione dei rapporti con Agea (a cui sono state consegnate quasi 32mila forme oggetto di ritiro) e con il mondo degli esportatori), mentre le modifiche del disciplinare di produzione, che ha avuto il via libera dalla Ue, aggiungono forti impegni dei produttori a beneficio della tutela dei consumatori e dell’immagine del prodotto.
Tra le novità più importanti, in tal senso, va ricordato il confezionamento del parmigiano-reggiano nella zona di produzione e il rafforzamento del legame con il territorio sia per l’alimentazione delle bovine (sale la quota di foraggio aziendale) sia per la loro provenienza, con una ‘quarantena’ di quattro mesi per quelle provenienti da altre filiere produttive.

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