In Francia deflagra il cartello dello yogurt

L’Antitrust transalpino, grazie a Yoplait, mette fine a un accordo che aveva ristretto la concorrenza nei latticini freschi a marchio del distributore
In Francia deflagra il cartello dello yogurt

La confessione di Yoplait ha fatto saltare il banco di un cartello dei latticini freschi in Francia, che ha scosso l’opinione pubblica locale per l’importanza di alcune delle aziende presenti. La notizia è stata lanciata dal quotidiano Le Figaro, che ne ha ricostruito la storia di questo accordo sotterraneo che ha preso vita nel 2006 per concludersi nel 2012. Ben sei anni di vita nei quali le società coinvolte hanno tenuto artificialmente alti i prezzi di yogurt, panna, formaggi freschi e dessert a marchio del distributore. Una particolarità, questa, che ha reso ancor più difficile la ricostruzione di questo coordinamento nato per limitare la concorrenza ed evitare una guerra di prezzi proprio in anni nei quali la materia prima latte subiva rincari importanti. Aumenti che i distributori facevano difficoltà a riconoscere, erodendo così i margini dei produttori almeno secondo la difesa delle aziende coinvolte. L’Autorità per la concorrenza francese ha impiegato ben tre anni per chiudere l’inchiesta, ricostruendo gli incontri e i meccanismi illeciti grazie alle informazioni e ai dettagli della società parte del gruppo americano General Mills, che per questa confessione eviterà così le sanzioni.

Tra le società coinvolte, racconta il quotidiano francese, si trovano alcuni big internazionali come Lactalis, che in Italia è presente in forze con Parmalat, Galbani, Invernizzi ed altre attività; Novandie, una società con base a in Normandia e conosciuta con il marchio Mamie Nova; e Senoble, gruppo da 900 milioni di euro di fatturato con una presenza diretta in Italia, in provincia di Treviso, dove produce latticini a marchio dei principali distributori nonché con il proprio Bontà Viva, con una produzione annua di 30mila tonnellate e 120 dipendenti. Oltre a queste società ve n’erano altre minori che si erano accodate per non restare fuori dai benefici del cartello. Le società, che usavano alberghi, ristoranti e locali molti discreti e periferici per organizzare gli incontri, stabilivano la versione ufficiale da scodellare alle più importanti catene di distribuzione per giustificare gli aumenti richiesti.

L’accordo è stato denunciato nel 2011 da Yoplait, come si diceva, seguita anche da Senoble nel tentativo di vedersi ridurre l’ammenda, che sarà comunicata nei prossimi giorni e che potrebbe essere dell’ordine delle decine di milioni di euro e forse anche superiore ai 100 milioni.

Recentemente anche in Italia ha fatto notizia l’azione dell’Antitrust contro i quattro maggiori produttori di patatine fritte: Amica Chips, San Carlo, Pata e Ica Foods ritenute colpevoli di un cartello che è stato multato con un’ammenda complessiva di un milione di euro.

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