Number 1, venti anni di sfide

Innovazione e sostenibilità al centro dei piani futuri del big player della logistica nel settore del grocery, che impiega oltre 4mila persone e sviluppa un fatturato di 260 milioni di euro.
Number 1, venti anni di sfide

La sostenibilità è la sfida più grande per garantire futuro: un’impresa che cresce in modo sano e sostenibile è sorgente di benessere per tutta la società. Queste le parole di esordio di Renzo Sartori, Presidente di Number 1, al convegno ‘20/Venti di sfide: innovation and sustainability’. Un convegno voluto dal leader italiano nella logistica integrata per i beni di largo consumo, per festeggiare i suoi primi vent’anni di vita e che ha fatto tappa nella capitale all’interno di un roadshow che l’ha portato anche a Napoli, Padova e Milano.

Renzo Sartori al convegno ‘20/Venti di sfide: innovation and sustainability’

Number 1, 20/Venti di sfide: innovation and sustainability

Number 1 in questi primi vent’anni è diventata leader nel settore del grocery – ha dichiarato Renzo Sartori – con 600mila mq di magazzini in Italia, oltre 4mila persone che vi lavorano, oltre 1.200 trasporti giornalieri e 55 punti di distribuzione, che si traducono in un fatturato di 260 milioni di euro, a copertura del 17% del mercato. Essere qui oggi è stato per noi un momento di festa, ma soprattutto di riflessione che ci consente di guardare al futuro per mettere a fuoco le sfide con le quali dovremo confrontarci. Vogliamo, infatti, continuare un percorso che è da sempre nelle nostre corde: rimanere nel proprio mercato, ma sempre più specializzati e soprattutto sostenibili. Al tavolo moderato da Maria Cristina Alfieri, Direttore Responsabile di Food, hanno preso parte i vertici di alcune delle aziende clienti che da anni lavorano in partnership con Number 1, Paolo Barilla, Vice Presidente di Barilla, Mario Preve, Presidente di Riso Gallo e Pierluigi Bolla, Amministratore Delegato di Valdo Spumanti. Il confronto si è incentrato sui temi dei cambiamenti nella logistica, della sfida della digitalizzazione e dell’efficienza e sostenibilità della filiera. L’Italia ha una logistica complessa proprio per la sua conformazione – ha detto Paolo Barilla –. Se si fissa un obiettivo a breve si privilegia il fattore economico, mentre se si ragiona sul lungo termine si può instaurare una maggiore collaborazione tra le imprese e tutti gli attori della filiera. Le imprese devono tenere il passo del cambiamento, ma è necessario anche l’impegno delle istituzioni.

I dati salienti di Number 1 – Fonte: dati aziendali

Ripensare la sostenibilità

L’agroalimentare, peraltro, è un settore chiave nell’ambito della sostenibilità globale. Nel 2050 gli abitanti del pianeta saranno 9,6 miliardi e per il loro sostentamento sarà necessario un aumento del 70% della produzione agricola, con uno sfruttamento già potenziato al massimo che ha gravemente danneggiato il 20% del suolo. La produzione di cibo contribuisce al cambiamento climatico per il 31% del totale delle emissioni, più del riscaldamento e dei trasporti. Come ha riportato durante l’incontro il Prof. Alessandro Perego del Politecnico di Milano, il 25 settembre 2015 le Nazioni Unite hanno approvato l’Agenda Globale per lo sviluppo sostenibile e i relativi 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, articolati in 169 target, da raggiungere entro il 2030. L’agenda prende atto dell’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo ambientale, sociale ed economico e chiede a ogni Paese di implementare una propria strategia di sviluppo sostenibile. Nonostante i progressi recenti, l’Italia non sarà tuttavia in grado di raggiungere i target fissati al 2030. La sostenibilità è un concetto di cui bisogna discutere – ha detto Perego e serve un cambiamento radicale del nostro modello di sviluppo. Tutte le componenti della società sono coinvolte, dai governi al settore privato.

Nuove tecnologie per una nuova logistica

La sostenibilità deve diventare una leva di competitività per le imprese agroalimentari, che devono operare prendendo in considerazione l’efficienza economica, la tutela dell’ambiente, l’attenzione alle ricadute sociali e integrando la sostenibilità nella visione strategica. E innovazione e logistica possono andare di pari passo. Se si pensa, per esempio, che le eccedenze alimentari sono generate per il 57% nella filiera, con una recuperabilità medio-alta per oltre il 90%, l’innovazione del settore food e la logistica possono giocare insieme un ruolo chiave. Esistono nuove tecnologie smart per una logistica sempre più green, nuovi modelli di filiera corta e di valorizzazione delle produzioni locali, nuovi processi e prodotti orientati alla Circular Economy, soluzioni di packaging sostenibile, modelli di riutilizzo e ridistribuzione delle eccedenze a fini sociali. Una grossa opportunità è la cosiddetta logistica ‘ultimo miglio – ha spiegato Perego –. I nuovi servizi prevedono la consegna on demand con fasce orarie più ampie e leadtime ridotti, con mezzi a temperatura controllata e green, con installazione e personalizzazione. I network logistici si basano ora sul concetto di decoupling point come compromesso tra economie di scala e personalizzazione del servizio.

Le sfide di domani, tra agricoltura e infrastrutture

Alla tavola rotonda che è seguita hanno preso parte Luigi Scordamaglia, Presidente di Federalimentare, David Sassoli, Vice Presidente del Parlamento Europeo, Roberto Marsella, Investment Director di CDP Equity e Paolo De Castro, Primo Vice Presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo, che ha dichiarato: C’è sempre un’errata concezione del rapporto tra innovazione e tradizione in agricoltura, come se fossero due aspetti contrapposti. In realtà in agricoltura dobbiamo guardare alle tradizioni come a innovazioni ben riuscite. L’innovazione è fondamentale per preparare alle sfide future. Il Vice Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Riccardo Nencini ha concluso i lavori ricordando che Dobbiamo investire molto in infrastrutture, soprattutto quelle dell’ultimo miglio che colleghino il ferro ai porti, da cui passa il 70-75% di merci italiane, e investire nel cargo aeroportuale per fare in modo che ci sia una grande piattaforma tra Milano, Verona e i grandi porti dell’Adriatico.

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