Supermarket 2025 tra global, local e glocal

L’analisi di PwC Retail&Consumer e la posizione delle aziende italiane in uno scenario di incertezza economica e cambio della customer experience. Vince l'ottimismo.
Supermarket 2025 tra global, local e glocal

L’evento Supermarket 2025 di Retail Institute, svoltosi a Bologna, ha rappresentato un’occasione per discutere le strategie delle aziende retail italiane nell’odierno scenario di incertezza economica e mutamento della customer experience. Temi approfonditi nella tavola rotonda moderata da Erika Andreetta, Partner Retail di PwC, con interventi di Stéphane Coum, Direttore Operations Carrefour, Giorgio Santambrogio, CEO Gruppo VéGé, e Giovanni D’Alessandro, General Manager di Basko. I CEO del settore Retail hanno confermato il loro ottimismo per il 2018, in linea con quanto emerso nella Global CEO Survey di PwC, presentata a Davos, in occasione del World Economic Forum a fine gennaio.

Prospettive di sviluppo

I CEO Retail italiani, in linea con il dato globale, sono ottimisti sul volume d’affari delle proprie aziende per il 2018 ed ancor di più sulle prospettive a tre anni. In particolare, l’82% dei CEO Retail si dichiara fiducioso o molto fiducioso circa la crescita dei ricavi della propria azienda nel corso del 2018 (87% a livello globale cross-industry), mentre il 92% esprime fiducia o molta fiducia circa la crescita dei ricavi aziendali nel triennio 2018-2020 (91% il dato globale). È quanto emerge dalla ricerca ‘Global CEO Survey 2018’ di PwC, che ha intervistato 1.293 CEO in 85 Paesi di tutto il mondo circa il livello di fiducia nello sviluppo economico, del mercato di riferimento e del proprio business. Erika Andreetta, Partner Retail di PwC, ha commentato: L’ottimismo dei CEO Retail conferma la visione positiva circa il comparto, nonostante l’incertezza dei consumatori che prevedono nel 2018 una capacità di spesa stabile. Questo è confermato dai dati delle prime dieci settimane del 2018, da cui emerge un trend nazionale negativo dei consumi. A questo si aggiunge la divergenza circa la componente tecnologica: i consumatori desiderano diventi sempre più parte integrante della customer experience, mentre gli operatori del mondo retail ne sottovalutano il potenziale impatto. Un gap che rappresenta un potenziale per i player che sapranno rispondere in modo distintivo alle nuove attese dei clienti.

Cosa dicono i consumatori

Mentre l’esercizio 2017 ha registrato un positivo incremento delle vendite nella GDO rispetto al 2016 (+0,76%), dai primi mesi del 2018 emerge uno scenario più incerto (-2,35%), influenzato dalle valutazioni dei consumatori circa l’economia italiana. Solo il 28% ritiene che questa migliorerà nel corso del 2018, mentre il 49% prevede una sostanziale stabilità ed il 20% un declino. Questo si riflette sulle prospettive di spesa, influenzata come fattori principali dallo scenario di recessione economica (indicato dal 54% dei consumatori), prezzi dei carburanti e del gas (33%), inflazione (29%), terrorismo (16%) e protezionismo (10%). Di conseguenza, il 34% dei consumatori prevede una spesa personale in crescita per il 2018, il 46% stabile ed il 18% in riduzione. Nel dettaglio, la recessione economica è indicata come prima fonte di preoccupazione dagli over 55, mentre gli under 25 temono maggiormente il prezzo dei carburanti. Questi dati emergono dalla ricerca ‘Global Consumer Insights Survey 2018’ di PwC, che ha intervistato 22.481 consumatori in tutto il mondo (di cui circa 1.000 in Italia) in merito alle proprie abitudini d’acquisto.

I consumatori italiani prevedono per il 34% una spesa in crescita nel 2018, il 46% stabile ed il 18% in riduzione

Come rispondono i retailer

Come prevedono di rispondere a tale scenario le aziende retail? Crescita organica (indicata dal 69% dei rispondenti retailer italiani, vs 79% a livello globale), riduzione dei costi (44% vs 62%), nuove alleanze (36% vs 49%), M&A (29% vs 42%) e collaborazioni con start-up (12% vs 33%) sono le principali strategie pianificate dai CEO per i prossimi 12 mesi. È limitata la propensione delle aziende R&C a collaborazioni con start-up, indicata solo dal 12% dei CEO Retail italiani come possibile driver strategico, rispetto al dato globale del 33%. Un dato che rivela come il comparto non stia cogliendo le opportunità di rivedere il modello di business ed operativo grazie anche alla maggiore collaborazione con questi player secondo Erika Andreetta. Giorgio Santambrogio, AD di Gruppo VéGé, ha affermato: Il mio ottimismo sulle prospettive è reale, ma come conditio sine qua non vi deve essere la volontà al cambiamento. Citando Einstein, che diceva ‘Follia è fare sempre la stessa cosa e aspettarsi risultati diversi’, se continuiamo a ragionare con i vecchi paradigmi, andremo alla rovina. Se non comprendiamo che occorre ragionare global all’acquisto e local alla vendita, micronizzando l’offerta sino al singolo punto vendita, perderemo la sfida con il mondo dell’e-commerce.

I Millennial vogliono avere più informazioni circa gli ingredienti contenuti e supportano le aziende sensibili a temi sociali e ambientali

Food & Retail – Trust per il consumatore

I consumatori italiani si dichiarano disposti a spendere di più per prodotti realizzati in stabilimenti italiani (85%), certificati (79%) o che utilizzano ingredienti di produttori italiani (79%) e per prodotti sottoposti a rigorosi controlli su sicurezza e qualità (77%). In tale trend, si inseriscono le preferenze della generazione Millennial verso cibo fresco, biologico e più salutare, poco lavorato, o ancora cibo e bevande disponibili in packaging sostenibile. Anche nella fase di scelta, i Millennial (78%) vogliono avere più informazioni circa gli ingredienti contenuti e supportano le aziende sensibili a temi sociali e ambientali, con il 70% disposto a riconoscere un premio pari al 20% del prezzo. Di fronte a tale scenario, ci si è chiesto quindi come i retailers possano diventare una piattaforma per valorizzare il cibo italiano in patria e nel mondo, catturando la fiducia dei consumatori. Per Giovanni D’Alessandro, General Manager di Basko: Oggi il consumatore è più consapevole quando effettua gli acquisti: è più attento e scrupoloso, più istruito, più responsabile. Esige prodotti di qualità e cerca prodotto italiano ma, ancora di più, referenze locali. Uno degli obiettivi che ci siamo posti in Basko è quello di proporre le migliori produzioni locali nei nostri punti vendita. Riteniamo che sia un elemento distintivo e qualificante della nostra proposta complessiva.

Il 52% dei consumatori è soddisfatto della possibilità di conoscere la disponibilità dei prodotti in altri negozi o online

L’esperienza d’acquisto: tecnologia, tecnologia, tecnologia

I consumatori italiani ricercano un’esperienza d’acquisto sempre più completa ed articolata, supportata dalla tecnologia. Di quali tecnologie sono soddisfatti? Il 52% è soddisfatto della possibilità di conoscere la disponibilità dei prodotti in altri negozi o online, il 46% dell’utilizzo della tecnologia (es. fast checkout, chioschi o scanner self service), il 43% del WiFi in negozio con accesso facile e veloce, il 27% dell’esperienza di prodotti/servizi tramite realtà aumentata. Nonostante la diffusa consapevolezza circa il miglioramento che le nuove tecnologie possono portare alla customer experience (indicata dal 41% dei CEO Retail italiani, rispetto al 47% dei CEO globali), per i CEO Retail italiani tecnologie come Intelligenza Artificiale, Robotica e Blockchain non saranno disruptive per le attività aziendali: solo il 4%, rispetto al dato globale del 64%, prevede un loro impatto dirompente. Stéphane Coum, Direttore Operations Carrefour Italia ha sottolineato: Quello in cui ci muoviamo è un mercato altamente competitivo che necessita di innovazione e di capacità di interpretare e anticipare le esigenze di una clientela in continua evoluzione. Ascolto, visione, dinamismo sono le basi essenziali sui cui il mondo del retail deve saper adattare la propria strategia per vincere la sfida dei mercati.

© Riproduzione riservata