Casillo/Coldiretti, un accordo di filiera per la pasta biologica

La prima intesa di rilevanza nazionale nel Centro-Sud Italia punta a riconvertire la cerealicoltura verso il bio
Casillo/Coldiretti, un accordo di filiera per la pasta biologica

‘Pasta da agricoltura biologica italiana: da prodotto di nicchia a prodotto di massa grazie ai contratti di filiera – l’accordo Casillo/Coldiretti’: questo il titolo del convegno che si è tenuto ieri a Cibus e che ha illustrato le caratteristiche e gli obiettivi del primo accordo di filiera biologica cerealicola di rilevanza nazionale nel Centro-Sud Italia. La partnership ha coinvolto Gruppo Casillo, leader mondiale nella trasformazione e commercializzazione del grano duro, Coldiretti, la prima organizzazione professionale del settore agricolo italiano, e Consorzi Agrari d’Italia, la holding di 20 consorzi agrari che dispone di 1.300 punti vendita. Nel progetto sono stati impegnati 300mila ettari di terreno, destinati alla produzione di 600mila tonnellate di grano duro e altrettante di grano tenero, per un fatturato di circa 250 milioni di euro l’anno.

Gli obiettivi

L’idea è quella di voler cambiare la cerealicoltura italiana – ha spiegato al convegno Francesco Casillo, Amministratore Delegato del Gruppo –, in particolare riconvertendo quella del Sud Italia al biologico. Intendiamo garantire non solo qualità, selezionando una materia prima biologica ricca in contenuto proteico, ma anche quantità e sicurezza. Roberto Moncalvo, Presidente di Coldiretti, ha evidenziato come l’organizzazione si faccia promotrice di partnership di qualità e che accordi come quello con Gruppo Casillo, che punta a produrre il miglior grano biologico italiano, possono nascere solo da una piena condivisione di intenti. Infine, il Vice presidente della Commissione agricoltura del Parlamento Europeo Paolo De Castro, intervenuto al convegno, ha sottolineato come produrre biologico di filiera italiano di qualità sia una vera e propria sfida. Una sfida, tuttavia, da affrontare, riunendo industria e agricoltura per valorizzare il Made in Italy e renderlo disponibile anche all’estero.

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