Melegatti, addio all’azienda che inventò il pandoro

Il tribunale di Verona decreta il fallimento della società e della controllata Nuova Marelli
Melegatti, addio all’azienda che inventò il pandoro

Non ce l’ha fatta la Melegatti. La fabbrica di Verona famosa per aver inventato il pandoro è fallita. Il collegio del Tribunale di Verona ha infatti dichiarato il 29 maggio il fallimento della società e della controllata Nuova Marelli di San Martino Buon Albergo. Si chiude così la tormentata vicenda della storica azienda dolciaria con sede a San Giovanni Lupatoto. Il Tribunale ha così accolto l’istanza presentata dal pubblico ministero, constatata la pesante situazione debitoria di Melegatti. I dipendenti dell’azienda, tra diretti e lavoratori stagionali, sono 350.

L’appello dei lavoratori di Melegatti

La pronuncia è arrivata proprio nel giorno in cui, con un’inserzione a pagamento, i lavoratori avevano lanciato un appello chiedendo di separare il giudizio sulle responsabilità degli amministratori dalle strade che potrebbero dare un futuro all’azienda per la quale il fondo americano D.E. Shaw & C. aveva presentato un piano di salvataggio e la previsione di un investimento di 20 milioni di euro per rilanciare la società fondata da Domenico Melegatti, che nel 1894 depositò il brevetto del pandoro. Secondo le ultime stime il debito del Gruppo Melegatti ammonterebbe a circa 50 milioni di euro. La Melegatti siamo noi: è il titolo del manifesto-lettera che i dipendenti di Melegatti e Nuova Marelli hanno pubblicato sul quotidiano L’Arena, chiedendo di separare il giudizio sull’operato degli amministratori da quello sul futuro di 350 famiglie. In questa triste storia che viviamo sulla nostra pelle e su quella delle nostre famiglie, vicenda con tantissimi lati poco chiari, anche noi dipendenti, autonomamente, vogliamo dire la nostra» si legge nel comunicato. Nonostante tutto, noi rappresentiamo la parte onesta, credibile e seria; noi siamo coloro che fino ad oggi con dignità, sacrificio e senso del dovere – aggiungono – hanno mantenuto in vita l’anima dell’azienda, il suo lievito madre e allo stesso modo stiamo tenendo in vita la speranza. Un appello che, a quanto pare, non è bastato.

Mesi tormentati

L’epilogo della vicenda arriva a circa tre mesi da quando il Tribunale aveva concesso il concordato preventivo, riaprendo le speranze per il brand e per i 350 addetti, impegnati nella produzione dei dolci legati alla Pasqua, dopo che in occasione delle festività natalizie si era verificata anche una campagna di solidarietà per l’acquisto dei pandori Melegatti. La palla ora passa alla curatela fallimentare. Le difficoltà di Melegatti erano emerse prima del Natale 2017, a causa della forte situazione debitoria. Nel mese di novembre era stata presentata domanda di concordato preventivo in bianco, procedura che dava tempo alla società di trovare una soluzione alla sua crisi. Nel frattempo, si era riusciti a portare avanti la produzione del pandoro per la stagione natalizia grazie all’intervento del fondo maltese Abalone. Aveva poi mostrato interesse per rilevare Melegatti Hausbrandt Trieste 1892, il marchio trevigiano del caffè di Fabrizio Zanetti, con i lavoratori intanto messi in cassa integrazione. Non si era però arrivati a una soluzione positiva, e alla scadenza dei termini per la presentazione di una proposta di concordato preventivo si è aperta la strada del fallimento.

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