Le due velocità del settore lattiero-caseario

Successi all’estero, crisi in Italia. dall’assemblea di Assolatte arriva la richiesta al governo: l’industria ha bisogno di urgenti misure economiche concrete

L’industria del settore lattiero-caseario è un patrimonio inestimabile dell’Italia e un pilastro del comparto alimentare italiano, e viene riconosciuta come un’eccellenza del Made in Italy in tutto il mondo. In Italia invece, si assiste a una perdurante mancanza di attenzione e di presa di coscienza del peso che ha sull’economia del Paese e del suo ruolo nel mondo del lavoro. Ad accendere i riflettori sulla questione industriale è stata l’assemblea annuale di Assolatte, l’associazione che riunisce 220 tra piccole, medie e grandi aziende, che rappresentano il 90% del fatturato complessivo del settore lattiero-caseario italiano. La questione industriale deve diventare una priorità nelle decisioni politiche. Se siamo diventati il settimo paese più industrializzato del mondo lo dobbiamo alle nostre capacità imprenditoriali individuali, che ci permettono di eccellere in un Paese che troppo spesso non si dimostra nostro amico. Talvolta sembra incredibile come le nostre imprese riescano a sopravvivere, e addirittura a crescere, in un contesto come quello italiano, che è privo di una vera politica industriale ha affermato nel suo intervento il presidente di Assolatte, Giuseppe Ambrosi.

Le richieste del comparto lattiero-caseario alle istituzioni

Le imprese associate ad Assolatte sottolineano, ancora una volta, la necessità che il Governo intervenga, in modo rapido ed efficiente, sui mali dell’economia italiana, che ne appesantiscono l’efficienza e ne minano la competitività sui mercati internazionali: dalle complessità burocratiche alla lentezza della giustizia, dal ritardo infrastrutturale al costo dell’evasione fiscale, dall’abnorme carico fiscale al crescente divario tra nord e sud del paese. Non si può più rimandare, sottolinea Assolatte: è necessario affrontare subito questi nodi, individuare le migliori soluzioni e attuare le necessarie riforme. Solo così l’Italia, i suoi cittadini e le sue imprese, potranno cambiare passo. Abbiamo bisogno di politiche volte alla crescita, concrete e improntate su un sano realismo – ha aggiunto Giuseppe Ambrosi. Abbiamo bisogno di scelte lungimiranti e coraggiose, con progetti di medio e lungo periodo. Abbiamo bisogno di un Governo responsabile che si assuma l’impegno di far meglio valere la nostra posizione in Europa, che ha bisogno – anch’essa – di riforme, ma che è la nostra casa comune, il nostro mercato d’elezione, nel quale portiamo quasi i tre quarti delle nostre esportazioni.

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Buone notizie dall’export

Ed è proprio dall’export che arrivano le maggiori soddisfazioni per le imprese del comparto lattiero-caseario italiano. Assolatte annuncia che il 2017 si è chiuso con l’ennesimo record: le esportazioni di formaggi hanno sfondato il tetto delle 400mila tonnellate per un valore complessivo che sfiora i 3 miliardi di euro. Tutti parlano del successo internazionale dei formaggi italiani e molti si attribuiscono questi risultati – ha detto Ambrosima a portare i prodotti italiani sui mercati di tutto il mondo sono le nostre aziende. Siamo noi, con le nostre famiglie e i nostri lavoratori, con il nostro impegno e la nostra caparbietà, i veri artefici della marcia trionfale dei nostri formaggi sulle tavole di tutto il mondo. L’Italia, tra l’altro, è il maggior esportatore europeo di formaggi nei Paesi extra UE. In valore, infatti, supera la Germania e la Francia.

Le ombre del mercato interno

Ai successi riscossi all’estero si contrappone la difficile situazione del mercato nazionale, che desta molte preoccupazioni tra gli addetti del settore, rimarca Assolatte. In Italia, anche nel 2017 è proseguito il calo dei consumi di latte, che si sono ridotti di un terzo nel giro degli ultimi cinque anni, mentre quelli di yogurt e di buona parte di formaggi sono a crescita zero. La stasi del mercato interno è acuita dall’aggressività dei prodotti che imitano latte e derivati e dalla campagna denigratoria che colpisce il latte, e che si nutre di fake news e di tormentoni privi di fondamento scientifico. Nonostante questa situazione difficile, l’assemblea annuale di Assolatte si è chiusa con un messaggio positivo: sperando in un cambio di passo del sistema-Paese, le aziende lattiero-casearie non stanno con le mani in mano. Anzi, si rimboccano le maniche e lavorano per continuare a crescere nello scacchiere internazionale e ad assicurare lavoro e futuro alle oltre 100mila persone impiegate negli stabilimenti che l’industria lattiero-casearia ha realizzato e fa funzionare in tutta Italia, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia. Nei prossimi mesi continueremo ad andare avanti, a dare il meglio di noi nel nostro lavoro, ogni giorno, con costanza e dedizione. Abbiamo sempre fatto così ed è sempre stato il nostro grande punto di forza ha concluso Giuseppe Ambrosi.

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