Nuovi trend: l’healthy non rinuncia al gusto

In base alle recenti indagini Gallup, Mintel e Hartman, i consumatori americani chiedono sempre più alimenti a basso contenuto di zuccheri, grassi saturi e sale. Ma non intendono rinunciare al gusto

I trend di consumo dei prodotti alimentari sono sempre in movimento, e la capacità di soddisfarli continuamente richiede flessibilità e proattività. In nessun ambito è più evidente come con cibi e bevande salutari, come gli alimenti a basso contenuto di zuccheri, dove le aspettative dei clienti sono in costante aumento.

GUSTO SENZA SENSI DI COLPA

Un recente sondaggio Gallup mostra come il 51% degli adulti negli Stati Uniti cerchi attivamente di eliminare gli zuccheri dalla dieta, mentre il 50% evita i grassi e il 42% schiva i cibi ad alto contenuto di sale. Al tempo stesso, i consumatori sono alla ricerca di ‘gusto senza sensi di colpa’ – alimenti che hanno un buon sapore ma che ci si sente ‘autorizzati’ a mangiare come parte di uno stile di vita sano ed equilibrato.

In base al rapporto Heath + Wellness 2017 di Hartman Group, inoltre, i consumatori americani che rinunciano a un ingrediente ‘da semaforo rosso’ hanno maggiori probabilità di evitarne altri. Quindi, se stanno eliminando i grassi, è facile che facciano lo stesso con zuccheri o sale. La capacità di aiutare i consumatori a vivere esperienze alimentari autentiche ma senza sensi di colpa può portare non solo ad un aumento delle vendite, ma anche ad un maggiore grado di fedeltà. I consumatori infatti imparano presto quali sono i marchi di cui possono fidarsi per abbinare il buon gusto ad un profilo nutrizionale superiore.

TREND: POCHI ZUCCHERI

Lo zucchero (e soprattutto gli zuccheri raffinati) negli Stati Uniti è il ‘nuovo cattivo’ sotto il profilo nutrizionale. Secondo il Global New Products Database di Mintel le aziende stanno rispondendo con lanci di alimenti a basso o ridotto contenuto di zuccheri (o del tutto sugar free), in aumento del 19,20% dal 2015 al 2017. Sempre Mintel, nel suo report ‘Nutrition, Health & Wellness 2018’, afferma che “lo zucchero è saldamente sotto i riflettori. I dipartimenti sanitari ne reprimono il consumo attirando l’attenzione sui rischi di una dieta ad alto contenuto di zuccheri: dall’obesità al diabete. I consumatori sono costantemente alla ricerca di modi per ridurre la quantità di zucchero nella loro dieta: ma restano spesso indecisi al bivio tra salute e gusto”.

GRASSI SÌ, MA QUELLI ‘BUONI’

Anche se molti considerano il contenuto di grassi come l’ultimo ‘cattivo ragazzo’ della piramide alimentare, il low-fat non è più così importante per i consumatori americani come lo era una volta. A condizione che si tratti di ‘grassi sani’ (come l’olio d’oliva) e non ‘cattivi’ (come i grassi saturi). Secondo il rapporto Health + Wellness 2017 di Hartman Group, “molti consumatori stanno cercando di aumentare la quantità di grassi sani nella loro dieta puntando di più su pesce, olio d’oliva, olio di cocco, avocado e noci”. Un cambio di trend evidente nei lanci di nuovi prodotti, con un calo dell’8,49% di claim su ridotto/basso/assente contenuto di grassi tra il 2015 e il 2017.

BASTA CON IL SALE

Gli snack salati incoraggiano intrinsecamente il consumo di sodio in eccesso; sono deliziosi, di solito portatili e facili da mangiare in movimento. Il sale viene spesso aggiunto alle formulazioni a basso contenuto di grassi per recuperare parte del gusto che si perde riducendoli.

Se i cibi a basso contenuto di zuccheri sono dei ‘re’, e quelli con pochi grassi restano dominanti, gli alimenti privi o quasi di sale stanno recuperando popolarità. La necessità di ridurre il sodio in una dieta aumenta con l’età dei consumatori: quasi la metà (47%) dei Millennial lo evita comunque. La quota cresce fino al 57% per gli appartenenti alla Generazione X e al 66% per i Baby Boomers (rapporto Health + Wellness 2017 di Hartman Group).

Un trend, quest’ultimo, che ha colpito in modo particolarmente duro alcune categorie di prodotti. Ad esempio le vendite di zuppe in scatola, diminuite dell’1,2% CAGR negli ultimi cinque anni (Euromonitor, Accessed October 2018, Hartman Analysis).

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