Istituzioni e imprese in difesa del made in Italy

L'11 giugno a Montecitorio si è svolto un nuovo appuntamento della campagna nazionale 'Io sto con il made in Italy'. Legalità e sostenibilità i temi trattati
Istituzioni e imprese in difesa del made in Italy

Legalità, sostenibilità e difesa del made in Italy, in Italia come all’estero. Questi i temi trattati durante il convegno dell’11 giugno presieduto da Filippo Gallinella, Presidente della Commissione Agricoltura, presso la Nuova Aula dei Gruppi Parlamentari alla Camera dei Deputati. “La forza del made in Italy risiede nella sua qualità, ciò che ci contraddistingue nel mondo è proprio la nostra alta specializzazione – ha dichiarato l’Onorevole Gallinella in apertura dei lavori – . Questo valore va tutelato: in Italia le autorità di controllo sono molto efficienti, mentre nel resto del mondo non sempre è così. Anche in Europa occorre fare dei passi avanti e l’obiettivo di momenti come quello di oggi è che questi temi entrino ben presto nell’agenda politica. Senza legalità non c’è made in Italy e la nuova sfida è quella della sostenibilità: i consumatori vogliono prodotti di qualità, che rispettino l’ambiente. Se riusciremo a legare insieme tutti questi elementi allora il made in italy avrà davanti un importante futuro”.

I DANNI DELLE AGROMAFIE

A spiegare perché “la legalità conviene sempre, anche nell’agroalimentare” ci ha pensato Gian Carlo Caselli, già Procuratore della Repubblica e oggi membro del Consiglio direttivo Eurispes e Presidente del Comitato Scientifico dell”Osservatorio Agromafie’ di Coldiretti: “Una filiera presidiata è la miglior garanzia per ottenere un cibo buono, sano e giusto. Il made in Italy è tra i più grandi fattori di traino al mondo, ma attenzione perché ciò che ‘tira’ attira anche soggetti criminali: le cosiddette ‘agromafie’. In Italia queste sviluppano un giro d’affari di 25 miliardi di euro l’anno, che coinvolge tutti gli ambiti della filiera alimentare: produzione, agricoltura, vendita, trasporto, fino agli esercizi commerciali. Il danno poi si moltiplica oltreconfine, basti pensare al fenomeno dell’Italian sounding. Serve necessariamente un nuova normativa perché quella vigente è molto contraddittoria, se non criminogena per la mancanza di un impianto di diritto adeguato”.

LE IMPRESE VIRTUOSE SOSTENGONO IL MADE IN ITALY

A fronte di queste falle nel sistema c’è però una filiera d’impresa dinamica e pronta a rimettersi in gioco investendo in qualità, sostenibilità e trasparenza. Nel food, ad esempio, la legalità è sempre più un elemento differenziante: competere con prodotti ad alto valore vuol dire distinguersi sul mercato. Come ha suggerito Giovanni Zucchi, presentando alla tavola il progetto di filiera virtuosa sull’olio d’oliva, basato su un disciplinare che punta sulla sostenibilità e sulla valorizzazione del made in Italy.

INFORMARE BENE (E MEGLIO) CHI COMPRA

Durante il convengo è anche emerso come il consumatore abbia sempre più ‘fame’ di legalità e sostenibilità. È però necessario che questi valori siano supportati da una comunicazione adeguata, capace d‘informare e orientare nell’atto d’acquisto: dalle caratteristiche distintive dei prodotti ai plus della filiera che li ha originati. Informazioni fondamentali anche per comprendere e valutare il prezzo di un prodotto. Su questi punti si è soffermata Maura Latini, Direttore Generale di Coop Italia, che ha illustrato l’impegno trentennale dell’insegna nella valorizzazione delle filiere agroalimentari.

© Riproduzione riservata