Usa, se il salutismo è un trend da ricchi

Nel mercato americano il divario socioeconomico incide in maniera sempre più radicale sui comportamenti d’acquisto. E l’attenzione al benessere a tavola resta appannaggio delle famiglie benestanti
Usa, se il salutismo è un trend da ricchi

Dietro ai nuovi trend di consumo salutisti ci sarebbero, più di quanto sia lecito attendersi, i comportamenti d’acquisto delle famiglie benestanti. Negli States, infatti, i 42 milioni di consumatori con un reddito pari o superiore a 150 mila dollari eserciterebbero un’influenza senza precedenti sull’industria alimentare. Tanto da orientarla, appunto, verso cibi benessere e gusti sofisticati. Forse, secondo gli analisti, persino troppo velocemente. Ma l’impatto di questo segmento risulta decisivo anche nello sviluppo del canale online. Non a caso, i suoi membri utilizzano il food delivery e l’e-commerce in misura praticamente doppia rispetto agli shopper con minore disponibilità finanziaria. Secondo un recente report pubblicato da Packaged Facts, dunque, il target altospendente avrebbe un approccio allo shopping radicalmente diverso dalle altre fasce di consumatori, più di quanto avviene negli altri comparti merceologici.

L’ORGANIC È UNA PRIORITÀ

La ricerca evidenzia anzitutto come le famiglie americane più benestanti siano particolarmente indirizzate all’acquisto di cibi biologici e naturali. A cominciare da frutta, verdura e pesce fresco, fino ai kit pasto salutistici. “Gli acquirenti ricchi – ha commentato David Sprinkle, direttore dello studio di Packaged Facts – sono molto più propensi degli altri a comprare da Whole Foods o Trader Joe’s. Ma anche presso i negozi indipendenti di alimenti naturali, i mercati agricoli, le cooperative di produttori e i punti vendita specializzati”.

L’OFFERTA GUARDA AL TARGET ALTOSPENDENTE

Una tendenza, quello del salutismo tra le classi agiate, destinata nei prossimi anni ad avere effetti sempre più evidenti sulle strategie dei player distributivi. Gli analisti, dunque, da un lato ritengono che questa dinamica possa incidere positivamente sulla redditività dei retailer. Dall’altro, però, temono il rischio di un eccessivo sbilanciamento dell’offerta e del marketing verso le esigenze di un solo gruppo di consumatori.

I CONSUMI DI FRUTTA E VERDURA

Negli Stati Uniti, d’altronde, come sottolinea il Center for Disease Control and Prevention, attualmente solo il 12,2% della popolazione mangia la quantità raccomandata di frutta. E appena il 9,3% quella di verdura. Un consumo che, dunque, diminuisce drasticamente anche in relazione al reddito.

© Riproduzione riservata