Mdd: la sfida della sostenibilità

Marca si apre con un convegno dedicato al contributo che le marche dl distributore danno sul fronte dello sviluppo sostenibile in termini economici, ambientali e sociali
Mdd: la sfida della sostenibilità

Marca del distributore atto terzo. Il racconto di uno dei pilastri del retail moderno fatto dall’Associazione Distribuzione Moderna (Adm) si arricchisce di un nuovo capitolo, dedicato all’impegno per la sostenibilità ambientale e sociale. È questo il tema portante del convegno di apertura della fiera MarcabyBolognaFiere, che si terrà a Bologna domani. Dopo aver analizzato nel 2018 il valore e il ruolo della Mdd per il sistema-Paese e, nel 2019, le sfide in tema di sicurezza alimentare nella grande distribuzione, ora è la volta di approfondire un aspetto di grande attualità – la sostenibilità, intesa a largo raggio – coerentemente con l’obiettivo perseguito da Giorgio Santambrogio, Presidente di Adm, di rendere Marca un’occasione per fare anche cultura, oltre che business. “La marca del distributore esprime da tempo immagine, posizionamento e valori dell’insegna che rappresenta – dichiara Santambrogio – creando in questo modo un forte legame con il consumatore che vi si rivolge con fiducia e regolarità. Il grande lavoro che tutte le imprese distributive stanno svolgendo sul tema della sostenibilità rafforza questo rapporto. Entrambi i soggetti, Mdd e clienti, si trovano infatti allineati nella ricerca di condizioni, sia di produzione che di consumo, che guardino a un futuro migliore, più a misura d’uomo e rivolto alla tutela dell’ambiente. È così che possiamo gettare le basi per indirizzare l’intero Paese verso uno sviluppo sostenibile”.

MENO PLASTICA, PIÙ TRACCIABILITÀ

Parte dei contenuti del position paper “Il contributo della Marca del Distributore alla sfida dello Sviluppo Sostenibile e del Paese” sono stati anticipati nel corso di un incontro con lo stesso Santambrogio e con Valerio De Molli, Managing Partner e Ceo di The European House – Ambrosetti. Il documento presenta 10 messaggi chiave che definiscono la sostenibilità e la responsabilità sociale d’impresa per la Gdo e, in particolare, nell’ambito della Mdd. I risultati dello studio emergono da interviste a business leader e da due survey, una ai vertici della distribuzione (che rappresentano 84% del fatturato del settore), l’altra alle aziende fornitrici con un fatturato inferiore a 150 milioni di euro, integrate dall’analisi dei bilanci di un campione di 415 aziende produttrici di Mdd. Stando alla ricerca, il 60% dei gruppi della distribuzione, un dato molto maggiore rispetto alla media nazionale, riconosce come strategica la sostenibilità, con obiettivi principali come la riduzione della plastica, la diminuzione delle emissioni, la tutela del benessere animale, la tracciabilità della filiera nei prodotti a marca del distributore. A supporto della propria tesi, Adm porta una serie di numeri, indicando per esempio che già oggi il supermercato medio sta sistematicamente riducendo i consumi di energia elettrica (-30% dal 2005 al 2017 e -2,9% nel 2018) e il consumo di acqua (112 milioni di litri in meno all’anno); ha inoltre aumentato il recupero di eccedenze alimentari attraverso donazioni di 6 volte negli ultimi 7 anni.

IL RAPPORTO CON I FORNITORI

La marca del distributore vale un fatturato 2019 pari a 10,8 miliardi di euro (+4,1% vs 2018), per una quota di mercato del 19,9% (+0,8 p.p. vs 2018). Il suo sviluppo, in base alle analisi di Ambrosetti, spiegherebbe il 30% della crescita realizzata negli ultimi 16 anni dall’intera industria alimentare. Un contributo che sale all’80% se si esclude il valore dell’export dal fatturato dell’industria stessa. Valerio De Molli ne mette in luce anche “il ruolo attivo di «educatore» e «garante» della sostenibilità verso il consumatore, al quale offre una risposta concreta alla crescente richiesta di sostenibilità, a prezzi accessibili. Secondo le nostre stime, i prodotti Mdd hanno consentito di risparmiare 2,8 miliardi di euro all’anno, circa il 50% delle risorse stanziate per il reddito di cittadinanza nel 2019. Ha inoltre un ruolo di leadership, indirizzo e stimolo verso le 1.500 aziende partner della Mdd. Le analisi da noi condotte mettono in evidenza come queste ultime abbiano performance economiche, occupazionali e reddituali migliori delle altre aziende del settore alimentare e incrementali al crescere della quota di fatturato generato tramite marca del distributore. Inoltre, al crescere della loro collaborazione con la Gdo, mostrano maggiori riduzioni nei consumi energetici, nelle emissioni climalteranti e negli sprechi alimentari”.

DA COPACKER A PARTNER

A margine va annotato che Adm ha aggiornato il proprio dizionario: dopo marca del distributore – al posto di private label – ora è la volta di ‘Mdd partner’, cioè i fornitori della marca privata. Una definizione preferita dall’associazione perché evidenzia “l’autentica condivisione di obiettivi tra la distribuzione e i suoi fornitori, per ottenere quei risultati in termini di prodotti e processi che sono allineati alle nuove esigenze dei consumatori”. Un’eredità lessicale tra le tante che Giorgio Santambrogio – giunto alla scadenza di un mandato che ha visto un rinnovato protagonismo di Adm – lascia al suo successore. In base al principio di alternanza tra le varie componenti dell’associazione, a ricevere il testimone sarà un rappresentante di Coop.

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