Granarolo, acquisizioni ed export nei conti 2019

A fronte di un mercato non facile in Italia per Granarolo, la crescita del perimetro di gruppo e i mercati esteri puntellano il fatturato
Granarolo, acquisizioni ed export nei conti 2019

Una leggera crescita dei ricavi ha accompagnato il 2019 del gruppo Granarolo, che si è chiuso con un fatturato consolidato pari a 1,31 miliardi di euro, in progresso dell’1,2% sul 2018. Il risultato di gruppo tiene conto del consolidamento della Venchiaredo di Sesto al Reghena (Pn) e della tedesca Kaserei Denklingen. Il fatturato senza le ultime acquisizioni e al netto dell’effetto cambi sarebbe pressochè stabile. I migliori risultati sono arrivati dalle esportazioni, cresciute del 4% a 429 milioni di euro e che rappresentano il 33% del giro d’affari complessivo. In valori assoluti il progresso delle vendite estere è stato pari a 16 milioni di euro.

FOCUS SUL LATTE FRESCO

Per ciò che riguarda il mercato italiano, dove il gruppo ha visto complessivo un calo di volumi venduti e prezzi in compressione, Granarolo sottolinea l’andamento del latte fresco. In un mercato che – numeri di Iri – ha perso nel 2019 un ulteriore 3,1%, la società ha riportato una crescita del 6,5% “grazie a un piano rilancio rivolto ad un consumatore sempre più attento agli aspetti nutrizionali e ambientali. La campagna di promozione del latte fresco, nella quale gli allevatori della filiera Granlatte Granarolo sono diventati i protagonisti, ha fatto leva principalmente sul benessere animale in allevamento certificato, sulla sostenibilità di una filiera visitabile e su un riposizionamento di prezzo” si legge nella nota di presentazione dei conti. Nel futuro prossimo lo yogurt Yomo porterà delle novità di gusto e packaging per andare incontro a trend, gusto, sostenibilità e praticità.

LE MATERIE PRIME PESANO SUI MARGINI

I margini reddituali hanno sofferto nel 2019 un andamento della materia prima sfavorevole alle società di trasformazione a fronte di un mercato interno, che per Granarolo rappresenta tutt’ora il grosso, che non ha visto grandi spunti crescita. Il margine operativo lordo (ebitda) è quindi diminuito del 4,4% a 73 milioni di euro (5,5% dei ricavi) mentre il risultato operativo (ebit) è sceso del 30% circa a 27,4 milioni di euro. Il risultato netto è in utile per 13,3 milioni di euro. La posizione finanziaria netta è negativa per 161,8 milioni di euro, in incremento di 15,3 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2018. Ai soci (Granlatte, IntesaSanpaolo, Cooperlat) andranno dividendi, pro quota, per 12,5 milioni di euro.

“RINNOVATA ATTENZIONE ALLA NOSTRA FILIERA”

“Abbiamo registrato dati in linea con le attese – ha dichiarato Gianpiero Calzolari, presidente di Granarolo -, frutto di un lavoro impegnativo, in un anno non facile in cui abbiamo affrontato l’inflazione della materia prima e la flessione dei nostri mercati. Abbiamo rimesso al centro, in parziale rimodulazione della strategia del recente passato, il latte e la nostra filiera su cui in corso d’anno abbiamo investito importanti risorse che sono state premiate da un recupero di circa 2 punti di quote di mercato. Abbiamo lavorato per innovare prodotti, packaging e processi, consolidato la nostra presenza in molti paesi, chiuso bilanci positivi negli ultimi anni e questo ci consentirà di affrontare meglio il futuro inaspettato di fronte al quale ci troviamo. Il nostro Paese andrà quasi sicuramente in recessione. La pandemia ci pone di fronte a sfide nuove e noi dobbiamo essere in grado di essere protagonisti del cambiamento”.

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