Dairy: il mercato interno tiene e l’export cresce

Assolatte: bilancia commerciale del comparto in positivo. Un risultato storico in un anno difficile, in cui i consumatori hanno però riscoperto i pregi salutistici di latte e derivati

Il 2020 si candida a essere un anno importante per il comparto lattiero-caseario italiano. Il valore delle esportazioni dairy supererà quello delle importazioni, portando la bilancia commerciale in positivo per più di 100 milioni di euro dopo decenni caratterizzati da una bilancia in “rosso”. Lo ha annunciato Assolatte durante la sua assemblea annuale, tenutasi nei giorni scorsi a Milano.

IL SALDO POSITIVO DEL DAIRY ITALIANO

Il saldo positivo del lattiero-caseario è un risultato eccezionale, che conferma i successi raggiunti con anni di tenace lavoro da parte di tutte le aziende del settore. Un ulteriore riconoscimento del valore del dairy italiano, sempre più apprezzato e autentico testimonial dell’Italian way of life.

Alla crescita dell’export complessivo ha contribuito l’espansione delle vendite all’estero dei formaggi italiani, che, nonostante le criticità indotte dalla pandemia, hanno strappato un +3% in volume, confermando un trend espansivo che prosegue da anni.

IL MERCATO INTERNO

Anche sul mercato interno, Assolatte ha registrato la performance positiva dei prodotti lattiero-caseari, che nel corso del 2020 hanno aumentato la loro presenza nel carrello della spesa. Nel primo semestre le vendite sono aumentate dell’11,5%, confermando come i prodotti lattiero-caseario siano immancabili nell’alimentazione e nella cucina degli italiani.

Un ruolo comprovato dall’incidenza che i prodotti lattiero-caseari hanno sulla spesa domestica: latte e derivati sono i prodotti alimentari per cui gli italiani hanno speso di più durante il primo semestre 2020 e rappresentano il 14,2% del budget alimentare delle famiglie italiane.

Il 2020 ha confermato anche che l’Italia è il Paese leader nei formaggi Dop. Grazie a due nuovi riconoscimenti i formaggi italiani tutelati dalla Denominazione di origine protetta sono diventati 52 contro i 45 della Francia, i 26 della Spagna, i 22 della Grecia, gli 11 del Portogallo e i 10 della Gran Bretagna.

FORMAGGI

Nel 2020 si è registrato un notevole cambiamento nelle scelte d’acquisto degli italiani. Le preoccupazioni sanitarie, il lockdown, lo smart working e la minor mobilità hanno portato i consumatori a rivedere il carrello della spesa. Anche i prodotti lattiero-caseari sono stati coinvolti.

I formaggi sono stati premiati dai consumatori e sono al secondo posto nella classifica dei prodotti alimentari con il maggior aumento delle vendite, superati solo dalle uova. Infatti, nei primi 8 mesi dell’anno gli acquisti di formaggi nella Gdo sono aumentati del 10,5% e la crescita ha riguardato sia i formaggi a peso fisso sia quelli a peso variabile.

Il trend migliore è stato quello dei formaggi confezionati a peso fisso (+15,2%), di cui i consumatori hanno riconosciuto il vantaggio in termini di velocità della spesa.

Ma in questo 2020 sono comunque cresciuti anche i formaggi venduti a peso variabile (+5,5%). Un segnale inequivocabile del ruolo che i consumatori riconoscono ai formaggi in quanto alimenti imprescindibili dell’alimentazione italiana.

LATTE

Il mercato del latte è arrivato al 30 giugno 2020 con vendite in aumento del 7,9%, trainate dall’exploit del latte Uht (+13%), premiato dalla maggior conservabilità e dalla spesa “effetto stock” preferita per diminuire gli accessi ai punti vendita. Questi stessi motivi hanno penalizzato il latte fresco, che nei primi 6 mesi del 2020 ha registrato un calo dell’1,3% delle vendite su base annua.

YOGURT

Per quanto riguarda lo yogurt quest’anno le vendite risultano in crescita del 3,3%. L’effetto Covid si fa sentire soprattutto sul mercato degli yogurt funzionali: nell’anno finito a giugno 2020 le vendite dei prodotti a difesa o rinforzo del sistema immunitario sono aumentate del 3,7% a valore e del 4,1% a volume. Tra le tante innovazioni lanciate negli ultimi tempi spicca la bella performance del kefir.

EXPORT

La pandemia da Covid 19 e i vincoli sanitari introdotti in gran parte dei Paesi di tutto il mondo hanno rallentato ma non hanno fermato la crescita delle esportazioni dei formaggi italiani. Nel primo semestre del 2020, le esportazioni casearie italiane hanno registrato un +3% in volume e un +1% in valore rispetto allo stesso periodo del 2019.

Tra gennaio e giugno 2020 sono cresciuti soprattutto i formaggi freschi (+14,1% rispetto al primo semestre 2019), i grattugiati (+6,2%), la mozzarella (+1,3%) e Grana Padano e Parmigiano Reggiano (+0,6%). Tra i formaggi italiani Dop la performance migliore è quella del Gorgonzola, con un + 3,2% a volume e un +1,1% in valore.

Il mercato unico europeo si rivela, ancora una volta, di vitale importanza per il comparto caseario italiano. Tra le principali destinazioni nella Ue crescono in modo deciso i Paesi Bassi (+13,5%), il Belgio (+12,5%), la Francia (+10,6%) e la Germania (+5,0%). In controtendenza la Spagna, che ha ridotto del 10,8% gli ordini.

Guardando al resto del mondo, il primo semestre del 2020 conferma il calo dell’export dei formaggi italiani negli Stati Uniti (-22,9%) e registra l’inaspettata contrazione delle vendite in Giappone (-7,7%). Buone soddisfazioni arrivano, invece, da Canada e Corea del Sud (rispettivamente +46% e +18%), diretta conseguenza degli accordi commerciali siglati con l’Ue.

Cresce anche la Cina (+2,4%), che resta uno dei mercati a maggiori potenzialità di sviluppo, anche alla luce del recente accordo bilaterale Ue-Cina, che entrerà in vigore nel 2021, riconoscendo e tutelando 100 Indicazioni Geografiche europee, tra cui i principali formaggi italiani.

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