Conapi, crescono fatturato e soci

Il Consorzio Nazionale Apicoltori archivia un bilancio 2019/2020 positivo. Buone le performance dei marchi propri che hanno ampliato la gamma
Conapi, crescono fatturato e soci

Numeri positivi per Conapi – Consorzio Nazionale Apicoltori, la cui assemblea dei soci ha da poco approvato il bilancio 2019/2020. Ed è proprio dalla base sociale che scaturisce il primo dato positivo: i soci, infatti, sono saliti a quota 315 (erano 279 nel precedente esercizio), confermando Conapi come la più grande cooperativa europea, composta da oltre 600 apicoltori – in forma singola e associata – tra cui molti giovani, dislocati in tutta Italia, con un patrimonio complessivo di 100.000 alveari.

In crescita anche il fatturato complessivo dei soci del Consorzio, arrivato a 23,8 milioni di euro (+5% sul 2018/2019), e l’utile che è pari a 297.823 euro. Merito delle produzioni caratteristiche, che segnano una crescita a volume del +15%, in particolare per il miele. Ottimi riscontri per la linea biologica Mielizia Bio che, insieme all’ampliamento della gamma e all’ingresso in importanti catene della Gdo, ha contribuito alla crescita del 40% del fatturato complessivo dei brand del Consorzio rispetto all’ultimo esercizio.

IL MERCATO DEL MIELE IN ITALIA

Cresce anche la brand awareness, grazie anche alla maggiore distribuzione e ai costanti investimenti in comunicazione. Le rilevazioni Nielsen sulle performance di vendita, fissate al luglio 2020, indicano un aumento a valore del mercato del miele in Italia pari al +12%: Mielizia mostra una performance maggiore con una crescita della propria quota a valore pari al + 36% in Gdo Italia, collocandosi al terzo posto tra i marchi più venduti.

La stagione 2019 è stata tra l’altro caratterizzata da un raccolto scarso: meno di 18.000 quintali (di cui il 38% biologico), il più avaro degli ultimi 10 anni. A soffrire soprattutto il miele d’acacia, il più richiesto da sempre, che registra il record negativo in Italia. Male anche l’eucalipto e la melata (miele di bosco) che hanno segnato una sensibile diminuzione. Anche gli investimenti per aumentare gli alveari in produzione (+10% rispetto al 2018) non sono stati sufficienti a compensare il trend negativo: il raccolto segna nel complesso un calo pari al -15%.

NON SOLO COVID: LE SFIDE PER IL FUTURO

La pandemia ha senza dubbio contribuito – afferma Nicoletta Maffini, direttore generale Conapiad incrementare le performance del miele. Riteniamo che un importante ruolo di stimolo delle vendite sia legato anche alla maggiore consapevolezza che si tratti di un alimento sano, in grado di contribuire al benessere di adulti e bambini. Va comunque sottolineato che l’andamento positivo delle performance di Mielizia è frutto soprattutto di importanti azioni strategiche. Rispetto ai mercati si prospetta una crescita ulteriore, anche grazie ad una sempre più significativa presenza sui mercati internazionali”.

Diego Pagani (nella foto), presidente Conapi, ha posto l’accento sulle difficoltà sul piano della produzione: “Dobbiamo confrontarci con i cambiamenti climatici. La perdita di biodiversità, e quindi la minore disponibilità di pascoli, associata a una minacciosa presenza di pesticidi che continuano a determinare avvelenamenti e improvvise scomparse di apiari interi, sono le cause ormai note di queste difficoltà produttive. È doveroso comunque guardare avanti con strategie e programmi definiti. Per questo abbiamo stilato un Piano industriale e strategico triennale che prevede l’ampliamento della struttura, il miglioramento di alcune linee produttive e l’investimento per l’ingresso in nuovi mercati”.

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