Cirio, Yoga, Derby e Jolly sono ora marchi storici di interesse nazionale

Un riconoscimento agli oltre 50 anni di storia dei brand del consorzio cooperativo bolognese Conserve Italia
Cirio, Yoga, Derby e Jolly sono ora marchi storici di interesse nazionale

Li conoscono milioni di consumatori, hanno più di 50 anni e sono da poco divenuti marchi storici di interesse nazionale. Si tratta di Cirio, Yoga, Derby e Jolly, marchi di proprietà del consorzio cooperativo bolognese Conserve Italia che di recente sono stati iscritti nel Registro speciale dei marchi storici istituito presso il Ministero dello Sviluppo economico.

Soddisfatto il direttore generale di Conserve Italia, Pier Paolo Rosetti, che spiega: “Non appena è stato istituito il Registro speciale, abbiamo avviato l’iter per il riconoscimento di tutti i marchi di nostra proprietà in possesso del principale requisito richiesto, ovvero quello di essere stati registrati più di 50 anni fa”.

I MARCHI STORICI DI CONSERVE ITALIA

Il marchiopiù longevo di Conserve Italia è Cirio, la cui origine risale a prima dell’unità d’Italia (1856) ed è legato al pioniere delle conserve Francesco Cirio, che ha dato il nome ad un marchio conosciuto in tutto il mondo come emblema e ambasciatore del pomodoro 100% italiano.

Tra i marchi di Conserve Italia più conosciuti dai consumatori c’è anche Yoga, nato nel 1946 a Massa Lombarda (RA) e alfiere della frutta italiana, che dagli anni Sessanta ha conosciuto una notorietà tale da diventare quasi un sinonimo per indicare i succhi di frutta, categoria dove oggi è leader.

Un manifesto Yoga

Sono stati registrati più di 50 anni fa anche Derby, nato nel 1947 a Bologna e oggi uno dei brand con cui Conserve Italia commercializza succhi e bevande alla frutta soprattutto nel canale Horeca (conosciuto come Derby Blue) e Jolly, presente sin dagli anni Venti (fondato nel 1924 da Giulio Colombani a Portomaggiore, nel Ferrarese) e oggi sul mercato con la denominazione Jolly Colombani con succhi e bevande di frutta, conserve di pomodoro e legumi.

Un frame dello spot di Derby alla pesca

Siamo una filiera cooperativa tre volte italiana – commenta Rosetti perché lavoriamo prodotto italiano conferito dai nostri soci agricoltori italiani, abbiamo stabilimenti in Italia che danno lavoro a oltre 3000 persone e paghiamo le tasse nel nostro Paese. I marchi della cooperazione agroalimentare sono meno esposti al rischio di essere acquisiti da aziende che delocalizzano le produzioni, in quanto espressione di filiere composte da migliaia di soci agricoltori italiani: i veri proprietari e protagonisti di questi marchi, di cui si ergono a baluardo e tutela”.

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