Assitol, i driver di crescita per l’olio di girasole

Durante il convegno sul futuro degli oli da semi, Assitol spiega gli effetti della pandemia e indica i trend per la crescita del girasole

Lo scorso 31 marzo si è tenuto il convegno “Il futuro del girasole in Italia: le prospettive della coltura tra nuova PAC, mercato e ricerca”, promosso da Assosementi e CREA. L’evento ha visto un confronto tra mondo accademico e della filiera sulle prospettive future del comparto dei semi oleosi. In tale occasione, Assitol ha disegnato un quadro del settore in cui emerge che i driver per la crescita saranno lasostenibilità, l’attenzione all’origine, una nuova logistica e l’aumento della produzione.

LA DIPENDENZA DALL’IMPORT

La pandemia ha letteralmente fatto esplodere tutte le contraddizioni del mercato del girasole. “Abbiamo assistito a comportamenti non sempre razionali – ha spiegato Enrico Zavaglia, vicepresidente di Assitol – e all’emergere di tensioni reali, che hanno influenzato negativamente tutto il mercato delle materie prime”. La corsa all’accaparramentoda parte di alcuni Stati extraeuropei e le difficoltà di approvvigionamento, anche all’interno della stessa Unione, si sono intrecciati con i timori sulla crisi economica. In particolare, il Coronavirus ha portato alla ribalta la questione del deficit proteico e della dipendenza dall’import per le materie prime, aggravati dalla situazione emergenziale.

Già prima del Covid la produzione europea di proteine vegetali era fortemente insufficiente rispetto al fabbisogno dei consumatori e della stessa industria. Assitol, in Italia e nella UE, chiede da tempo di incrementare le superfici dedicate ai semi oleosi e, con l’aiuto della ricerca, la loro resa, in modo da ridurre le importazioni. “Dobbiamo diversificare le modalità della logistica e l’origine dell’import– ha osservato Zavaglia – evitando le scorte basse ed aumentando la nostra produzione. Questo riguarda direttamente la filiera, che è chiamata a crescere, con l’obiettivo di rilanciare la produzione di oleaginosein Italia e nella UE”. 

PREFERITO DAGLI ITALIANI

Il girasole è alla base di numerosi filoni produttivi, che vanno dall’olio, apprezzato dall’industria alimentare e in ambito bakery, alle farine per uso zootecnico e alle oleine, fondamentali per l’industria oleochimica ed energetica, ad esempio per il biodiesel. Secondo Assitol, è l’olio da semi più amato dagli italiani, soprattutto per l’uso in frittura. Sul settore ha fatto sentire i suoi effetti soprattutto il pesante calo dell’Horeca (-37%), mentre sono cresciute del 5,1% le vendite nella Gdo, che però non bastano a colmare il mancato fatturato nella ristorazione. In media, il consumo annuo di olio di girasole si aggira sulle 800mila tonnellateNella campagna 2020-2021, la produzione italiana di semi di girasole si è attestata sulle 250mila tonnellate, a fronte di oltre 400 mila tonnellate di seme lavorato.

I TREND DI CONSUMO PER CRESCERE

Come può reagire il settore? Assitol durante il convegno ha disegnato alcune precise tendenze di consumo, che rappresentano altrettante opportunità. Il consumatore italiano oggi guarda con grande attenzione all’origine del prodotto, al rispetto dell’ambiente e alla sostenibilità delle produzioni. Una tendenza che sembra sposare benissimo la filosofia dell’industria italiana degli oli da semi, che ha puntato da tempo su tracciabilità, seme certificato no-Ogm e sostenibilità. La filiera dei semi oleosi è un modello di economia circolare, che incrocia alimentazione e bioenergia, riducendo al minimo il consumo d’acqua. 

L’industria ha saputo anticipare il mercato– è il commento di Carlo Tampieri, presidente del Gruppo oli da semi di Assitol –. Dopo il Covid, se vogliamo recuperare competitività, dobbiamo comunicare al consumatore le potenzialità dei nostri prodotti, raccontando al meglioil carattere ‘green’ del girasole, l’impegno delle aziende a favore delle produzioni nazionali, la riduzione degli sprechi nei processi interni e l’autoproduzione di energia verde. In questa ottica, l’innovazione diventa indispensabile per rafforzare il comparto”.

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