Consumi, i cambiamenti permanenti dopo la pandemia

Nell’ultimo studio AlixPartners un consumatore italiano su due afferma che le sue abitudini di spesa si sono modificate in modo strutturale. Anche se la tendenza a passare all'online in Italia è minore

Un consumatore italiano su due afferma di aver cambiato permanentemente le proprie abitudini di spesa in seguito alla pandemia di Covid-19. Ma con differenze significative tra le varie categorie di consumo: il 59% degli italiani considera le abitudini a mangiare fuori casa come “cambiate permanentemente” durante la pandemia, mentre la percentuale scende al 24% e al 25%, rispettivamente, per l’acquisto di prodotti di bellezza e i consumi di alimentari.

Lo rivela il sondaggio “Consumer Priorities” di AlixPartners, società globale di consulenza, condotto tra 7.000 consumatori in nove Paesi: Cina, Francia, Germania, Giappone, Italia, Arabia Saudita, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti. In media il 48% degli intervistati sostiene che la pandemia ha alterato in modo permanente i propri comportamenti di acquisto. Questo risultato varia dal 40% dell’Arabia Saudita al 60% del Giappone. In Cina e negli Stati Uniti le percentuali si attestano rispettivamente al 44% e al 43%.

Per quanto riguarda l’Italia, l’indagine evidenzia che i consumatori hanno continuato a tagliare le spese durante la pandemia con un trend stabile tra l’estate 2020 e l’inverno 2021, mentre in altri Paesi Ue (Germania e Francia) si osserva un calo più pronunciato di acquisti e consumi nell’ultimo inverno rispetto all’estate.

COME CAMBIANO I CONSUMI IN ITALIA

In linea con gli altri Paesi, anche in Italia le spese più impattate dalla pandemia riguardano i viaggi e il turismo (-80% circa rispetto al periodo pre-Covid-19), l’intrattenimento fuori casa (circa -75%), e le attrezzature per l’esercizio fisico (-62%). Nelle categorie di prodotto meno colpite troviamo la cosmesi e la cura della persona, mentre gli alimentari (+15%) e i prodotti per la casa (+20%) hanno addirittura guadagnato terreno. Le categorie che hanno registrato la maggiore differenza di riduzione della spesa tra l’estate e l’inverno sono l’elettronica di consumo e l’intrattenimento domestico. La prima passa dal -39% nel periodo estivo al -24% durante l’inverno, l’intrattenimento domestico dal -19% al -5%.

CANALI DI ACQUISTO

In termini di spostamento del canale di acquisto, l’Italia mostra una minore tendenza a passare ai consumi online dopo la pandemia rispetto agli altri Paesi dell’Ue. Il 29% degli intervistati italiani aumenterà gli acquisti in negozio dopo la fine della crisi pandemica, contro il 27% della media internazionale. L’indagine evidenzia anche che nei prossimi mesi gli italiani tenderanno a riadottare le abitudini alimentari pre-Covid-19 più che in altri Paesi europei: il 38% prevede di aumentare nuovamente la propria presenza nei ristoranti, mentre a livello internazionale la percentuale si ferma al 27%.

Tra i Paesi europei, i consumatori italiani sono i più preoccupati per la propria situazione finanziaria (14%, contro il 9% della Germania, l’8% della Francia e il 7% del Regno Unito). In compenso sono i più fiduciosi sull’impatto del vaccino: circa il 74% è ottimista (lo stesso per il Regno Unito), contro il 56% in Francia, il 61% in Germania e il 58% in Svizzera.

UNA NUOVA COSCIENZA AMBIENTALE

I consumatori italiani sono anche, dall’inizio della pandemia, tra i più colpiti dal punto di vista della coscienza ambientale. Il 54% degli intervistati dichiara di essere più preoccupato di prima per l’ambiente, con un conseguente impatto sulle decisioni di acquisto, mentre in Germania la percentuale scende al 33% e in Francia al 38%. Questa maggiore attenzione all’ambiente ha influenzato le decisioni d’acquisto sotto molteplici aspetti: dalla preferenza per gli imballaggi riciclabili all’aumento degli acquisti di prodotti usati o di provenienza locale.

LE LINEE DI TENDENZA

Da una lettura positiva dei dati, emergono tre grandi tendenze che determineranno le sfide future per i settori Retail, Turismo, Food e Ristorazione: sostenibilità, ritorno alle abitudini pre-Covid per ristoranti e negozi, turismo locale” – ha commentato Marco Eccheli, managing director di AlixPartners. “Per cavalcare questi trend, le catene di ristorazione devono prepararsi rapidamente a far fronte all’imminente aumento dei volumi, riavviando tempestivamente le strategie di sviluppo per ottenere i vantaggi del first mover. Alcune aziende si stanno già muovendo in questo senso; per esempio La Piadineria, che ha annunciato 50 nuove aperture entro il 2021, o l’italiana Poke House con l’ambizioso piano di 200 aperture in tutta Europa nei prossimi 3 anni”.

© Riproduzione riservata