La Doria, parte il riassetto familiare con il fondo Investindustrial

Alcuni rami dei Ferraioli usciranno per fare posto al private equity lussemburghese, che entrerà nella società per accelerare la crescita
La Doria, parte il riassetto familiare con il fondo Investindustrial

È in procinto di aprirsi una nuova fase della vita societaria del gruppo campano La Doria, che sta trattando il riassetto della sua proprietà con il fondo Investindustrial di Andrea Bonomi. Dopo i primi rumors della scorsa settimana lanciati dal quotidiano finanziario Mf sono arrivate le conferme ufficiali sulla trattativa che è stata inizialmente interpretata come una vendita tout court del gruppo conserviero a un fondo di private equity. In realtà dai primi dettagli da fonte ufficiale questa operazione sembra avere una doppia valenza: da una parte un riassetto familiare dell’ampia famiglia Ferraioli, dall’altra un’accelerazione dello sviluppo industriale agevolato dall’ingresso di Investindustrial, che sta trattando attraverso la controllata lussemburghese Investindustrial Investment Holdings sarl, una scatola vuota creata nel 2018.

“Gli accordi in corso di negoziazione tra le parti” si legge in una nota della società di Angri (Sa) “prevedono il trasferimento, in favore di una società del gruppo Investindustrial e partecipata da alcuni degli attuali soci riuniti nel patto di sindacato, dell’intera partecipazione di maggioranza” della società al prezzo di 16,5 euro per azione. La partecipazione che sarà trasferita è pari al 63% del capitale che attualmente è in mano ai tanti membri della famiglia riuniti in un patto di sindacato che sarà quindi sciolto. La quota oggetto di passaggio vale all’incirca 350 milioni di euro al prezzo comunicato. Il trasferimento della quota di maggioranza della società, che potrebbe passare sotto una entità lussemburghese, darà luogo al lancio di un’offerta pubblica di acquisto (opa) obbligatoria, che è stata fissata inizialmente a 16,5 euro per azione e che potrebbe valere poco meno di 600 milioni di euro.

PARTE DELLA FAMIGLIA RESTERÀ NELLA NUOVA COMPAGINE

Queste prime informazioni non consentono di entrare nel dettaglio dell’operazione, ma è chiaro che il riassetto del controllo all’interno del clan dei Ferrarioli è stato un punto importante. Nulla si sa, al momento, di quali rami familiari resteranno nella nuova compagine sociale di controllo e quali hanno deciso di monetizzare e uscire così da questa esperienza imprenditoriale di buon successo finora. Anche il tema successorio, frequente nelle dinastie imprenditoriali, può aver pesato in questo progetto di riassetto. Sembra chiaro dalle comunicazioni ufficiali, in ogni modo, che l’attuale capo azienda Antonio Ferraioli farà parte della nuova compagine e sarà ancora alla guida del gruppo. Capire chi resterà nell’azionariato darà anche identità all’effettivo sforzo finanziario del fondo creato da Bonomi e del suo ruolo in questa nuova fase di vita dell’azienda che nel 2020 ha vissuto il suo anno record di ricavi, sfiorando quasi 850 milioni di euro di fatturato consolidato. Non si può neanche escludere che lo stesso fondo abbia chiesto una maggior chiarezza nel controllo della società prima di investire direttamente nel gruppo.

C’È INSODDISFAZIONE TRA GLI INVESTITORI SUL MERCATO

In ogni modo, in questo momento gli unici a essere scontenti sono gli investitori sul mercato. I titoli, quotati sul listino di Milano nel segmento Star, venerdì scorso avevano chiuso a 19,44 euro sulle prime indiscrezioni per poi crollare nella mattinata di oggi per avvicinarsi ai 16,50 euro, restando comunque sopra il prezzo comunicato. Le attese del mercato sono per un aggiustamento al rialzo per favorire la consegna dei titoli? Non si può escludere questa eventualità ma i dettagli si conosceranno intorno al 20 ottobre, la data fissata per concludere le negoziazioni. Le comunicazioni non specificano espressamente che l’opa è finalizzata al delisting del titolo, che dovrebbe quindi restare quotato in Piazza Affari. Se fosse così non ci sarà nessun incentivo a rialzare il prezzo.

Anche per l’Istituto Intesa Sanpaolo il prezzo non è quello giusto: in una nota preliminare gli analisti della banca hanno confermato che il valore corretto delle azioni sarebbe 21,4 euro. I 16,5 euro che si appresterebbe a offrire la nuova controllante di La Doria sarebbero quindi “non attraenti” per i soci di minoranza. “Nonostante un aumento dei consumi di cibo fuori casa rispetto a quelli domestici, per il 2021 il management di La Doria ha dichiarato di aspettarsi un ebitda stabile sul 2020, ma con margini migliori” hanno spiegato gli analisti per ribadire il proprio giudizio negativo a questa offerta.

“CI RICANDIDIAMO A DIVENTARE PIATTAFORMA DI AGGREGAZIONE”

“L’operazione Investindustrial – ha commentato Antonio Ferraioli, presidente de La Doriagarantirebbe una grande opportunità per la società ed i suoi dipendenti con una nuova fase tutta improntata alla crescita ulteriore. La Doria ha avuto negli ultimi 40 anni una crescita continua ed impetuosa diventando leader a livello europeo nei propri segmenti di mercato. L’auspicato ingresso di Investindustrial rientra nella nostra strategia di sviluppo e consentirebbe alla società di espandere ulteriormente il suo raggio di attività per candidarsi a divenire una piattaforma di aggregazione del settore in cui opera. Sono molto soddisfatto di questa nuova prospettiva con un partner che si pone obiettivi molto ambiziosi garantendo al tempo stesso continuità al management (anche per quanto riguarda il mio ruolo di amministratore delegato) e stabilità ai dipendenti tutti. La Famiglia Ferraioli crede fermamente nelle potenzialità del Gruppo e continuerà ad essere coinvolta attivamente nella gestione della Società. Lo dimostra il fatto che, anche ad esito dell’operazione, alcuni degli attuali soci manterranno una quota di partecipazione rilevante”.

Antonio Ferraioli, presidente di La Doria
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