Olio, la campagna 2021 in lieve crescita a 300mila tonnellate

Volumi stimati: il Sud sale e il Nord scende, quasi metà della produzione arriva dalla Puglia. In Europa sorride solo il Portogallo
Olio, la campagna 2021 in lieve crescita a 300mila tonnellate

Il comparto olivicolo nazionale si prepara all’imminente campagna 2021. Secondo Teatronaturale.it, per quanto riguarda i primi dati previsionali sulla produzione di olio di oliva accanto alle luci non mancano le ombre. Caldo e siccità hanno spento gli entusiasmi e spaccato a metà l’Italia dell’olio: se il Sud, in particolare la sponda adriatica, festeggia, il Centro-Nord si lecca le ferite, con cali a doppia cifra ovunque. La produzione di olio di oliva nel 2021/22 dovrebbe attestarsi sulle 300mila tonnellate. Un dato in lieve crescita, ma inferiore alle attese che auspicavano un sostanzioso rilancio dopo il deludente 2020/21.

GRANDE ANNATA IN PUGLIA

Sarà la Puglia la regina dell’annata olivicola, con volumi per 140mila tonnellate pari a quasi la metà della produzione nazionale. Calabria e Sicilia paiono appaiate a 30-35 mila tonnellate, stabili rispetto al 2020. Bene Basilicata, Molise e Abruzzo, con crescita a doppia cifra. Fin qui le buone notizie. Più a nord ci si spinge, più i cali stimati sono consistenti: -20/25% in Campania e Lazio, -30/40% in Umbria e Toscana, -80% nel Garda e in Trentino, -40% in Liguria: si salva la Sardegna con un -10%. Il risultato finale dipenderà dalle piogge, che potrebbero alleggerire i danni della siccità, ma anche dai possibili attacchi tardivi di mosca olearia che potrebbero pregiudicare qualità e quantità e dalle rese al frantoio.

SPAGNA STABILE, GRECIA IN DIFFICOLTÀ

In Spagna si prevede che un raccolto stabile o in leggera flessione rispetto allo scorso anno. Nel primo produttore mondiale, i volumi di olio di oliva per il 2021 dovrebbero quindi attestarsi sui 1,25 a 1,35 milioni di tonnellate. Le piogge delle ultime settimane a Jaen e Siviglia hanno praticamente salvato la stagione.

In Grecia si prospetta una delle campagne peggiori dal dopoguerra, con la produzione che dovrebbe sfiorare le 200mila tonnellate. Soprattutto a Creta, tradizionalmente il bacino produttivo di olio di qualità greco, la produzione sarà molto modesta. Più stabile nel Peloponneso.

Festeggia invece il Portogallo, con una produzione da 140mila tonnellate (+25%). Caldo e siccità porteranno a un lieve calo in Turchia, (200 mila tonnellate circa), mentre andrà bene in Marocco (+20%), per un totale di circa 130 mila tonnellate. In Tunisia campagna stabile, da 250 mila tonnellate. In tutti questi Paesi, l’adozione di nuovi impianti irrigui ha dato un contributo determinante per salvare la produzione.

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