Tra casa e ristorazione, ecco perché gli italiani scelgono i surgelati

L’ultima ricerca condotta da IIAS con Bva-Doxa rivela che nove italiani su dieci utilizzano prodotti e ingredienti surgelati. Perché consentono di superare la stagionalità dei freschi e aiutano a combattere gli sprechi

Tra le mura domestiche i prodotti surgelati sono parte integrante delle abitudini alimentari degli italiani, che nel 2020 hanno superato per la prima volta i 15 kg di consumo pro capite annuo. E fuori casa? Sono considerati ingredienti preziosi e imprescindibili anche nelle cucine degli chef e nella ristorazione in generale, con circa 7 italiani su 10 che dichiarano di scegliere senza problemi piatti con ingredienti sottozero anche al ristorante. E quell’asterisco riportato nei menù per distinguere gli alimenti surgelati dai prodotti freschi, appare al consumatore niente più che un simbolo (per il 64%, a cui si aggiunge un 5% che lo ritiene inutile).

È quanto emerge dalla survey realizzata da Bva-Doxa per IIAS – Istituto Italiano Alimenti Surgelati, per indagare l’opinione degli italiani in merito all’utilità di questo simbolo introdotto oltre quarant’anni fa su orientamento giurisprudenziale (non è previsto, infatti, un obbligo di legge in materia).

SURGELATI PROTAGONISTI DELLE TAVOLE DEGLI ITALIANI

I prodotti surgelati sono sempre più presenti nei freezer delle nostre case. Sono ritenuti alimenti di qualità, anche quando siamo nel “fuoricasa” e, secondo la ricerca Doxa, li scegliamo perché consentono di superare la stagionalità/disponibilità dei prodotti freschi (37%); aiutano a combattere gli sprechi alimentari, permettendo di usare solo la quantità di prodotto necessaria (36%); sono alimenti sicuri e tracciabili (21%); hanno la stessa qualità dei prodotti freschi (19%). In aggiunta, tra le mura domestiche, permettono di avere i prodotti che più si amano a portata di freezer (43%) e sono un ottimo “salva-tempo” (37%).

Ben il 92% degli italiani dichiara di usare ingredienti surgelati nelle proprie preparazioni a casa quando gli analoghi freschi non sono disponibili o di stagione: lo fanno se si tratta di vegetali (25%). Un’evidenza che dimostra come per il consumatore ciò che conta sia la qualità del prodotto, indipendentemente dal fatto che esso sia fresco o surgelato. Anche quando invitiamo gli amici a mangiare a casa, se usiamo ingredienti surgelati solo nel 19% dei casi sentiamo l’esigenza di condividere questa informazione con gli ospiti.

LA QUESTIONE DELL’ASTERISCO SUL MENÙ

Al ristorante, ancora oggi, i surgelati devono essere segnalati con un asterisco per differenziarli dagli alimenti/ingredienti freschi. Secondo Giorgio Donegani, Presidente di IIAS, “L’asterisco è un’informazione retaggio di un mondo passato che non esiste più, che poggiava anche sull’implicita convinzione che un alimento surgelato fosse – almeno per il pensiero dell’epoca – un prodotto di qualità inferiore rispetto al fresco. Una concezione ormai palesemente superata e anacronistica che finisce per penalizzare gravemente questi prodotti. I surgelati sono così tecnologicamente avanzati da mantenere intatte tutte le qualità nutrizionali del prodotto fresco (subiscono un congelamento ultrarapido in cui raggiungono in brevissimo tempo i -18°C determinando la formazione di micro-cristalli di acqua che lasciano il prodotto pressoché intatto). Di contro, un prodotto fresco, come ad esempio una verdura consumata a qualche giorno dalla raccolta, riduce di molto il proprio contenuto di nutrienti”.

Sul tema del mantenimento va anche ricordato come la surgelazione industriale sia una cosa del tutto diversa e più efficiente del congelamento in freezer, dal momento che solo la prima preserva i valori nutrizionali del prodotto fresco. Inoltre, “I surgelati garantiscono la massima sicurezza dal punto di vista sanitario, dato che il sotto zero blocca l’attività di microrganismi (enzimi, batteri) che, a temperatura ambiente, minacciano l’integrità di un alimento. Di fronte a tutto questo, dell’asterisco sul menù c’è ancora davvero bisogno?”, si chiede Donegani.

ALIMENTI ALLEATI DELL’AMBIENTE

Accertata la consapevolezza del consumatore su come la qualità si possa trovare allo stesso modo nell’alimento fresco e in quello sottozero, nel quale viene semplicemente mantenuta, “I surgelati sono anche alleati dell’ambiente, perché consentono di programmare gli acquisti e annullare pressoché in toto gli sprechi, sia in termini di prodotto (di tutto il cibo sprecato solo il 2,5% è riconducibile ai surgelati) sia di nutrienti (che la surgelazione permette di preservare)”, conclude Donegani.

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