Salame Cacciatore, la produzione cresce a doppia cifra

Il comparto conferma un andamento positivo, dimostrando così la capacità di attrarre nuovi target di consumatori. Merito del sapore distintivo e dei plus qualitativi
Salame Cacciatore, la produzione cresce a doppia cifra

Nonostante alcuni mesi di flessione, nel corso del 2021 la produzione certificata dei Salamini Italiani alla Cacciatora Dop ha registrato un andamento positivo. L’anno, infatti, si è chiuso con un incremento del +12,9% rispetto al 2020, per 4,48 milioni di kg. Una performance migliore anche in confronto a quella dell’anno precedente, quando il progresso era stato del +8,3 per cento.  “Considerando la varietà di salami di qualità che esistono nel nostro Paese – sottolinea Lorenzo Beretta, Presidente del Consorzio Cacciatore Italiano riteniamo che questi numeri, in questo preciso momento, siano davvero soddisfacenti. Il Salame Cacciatore Italiano è un prodotto che incontra il gusto di una vasta e variegata platea di consumatori. Fondamentale per il raggiungimento di questi obiettivi è il lavoro svolto dal Consorzio Cacciatore Italiano. Siamo costantemente impegnati nella promozione di programmi per migliorare la qualità della produzione in termini di sicurezza, caratteristiche chimiche/fisiche, organolettiche e nutrizionali”.

L’INCIDENZA DEI CANALI

Per quanto riguarda il peso dei vari format di vendita, lo scorso anno l’86,3% del Salame Cacciatore Dop è stato distribuito nel canale moderno e il 13,6% nei restanti canali. Tra questi spicca l’Horeca, che recupera market share in termini percentuali rispetto all’anno precedente, attestandosi al 5 per cento.

EXPORT SUGLI SCUDI

Sul fronte delle esportazioni, anche nel 2021 i volumi del Cacciatore Dop segnano importanti trend di crescita. Ben il 28% del prodotto viene venduto all’estero, una quota ormai consolidata negli ultimi anni. Ciò significa che la Dop è riuscita a crearsi un proprio spazio nei Paesi esteri e una fedeltà nei consumatori. I principali Paesi esteri di destinazione del prodotto si riconfermano quelli dell’Unione europea, Germania in primis, seguita da Belgio e Austria.

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