Luci e ombre del panorama retail

L'Amministrazione delegato Conad Francesco Pugliese riflette sui rischi legati all'inflazione per la Gdo nel prossimo 2023
Luci e ombre del panorama retail

La presentazione alla stampa dei dati di preconsuntivo 2022 di Conad è stata anche l’occasione per tracciare un bilancio dell’andamento di un anno di Gdo attraversato da tensioni e problematiche assortite. L’Amministratore delegato Francesco Pugliese ha elencato alcuni macro-dati a chiusura degli ultimi 12 mesi, sottolineando la crescita del Pil (+3,7%) trainata dall’export e dal turismo, degli investimenti (+10,2%) e dei consumi delle famiglie (+2,6%).

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INFLAZIONE IN SALITA

Purtroppo, temo che l’inflazione sarà più alta di quella ipotizzata del +8,1% – ha affermato Pugliese –, soprattutto sulla scia della spinta dell’ultimo trimestre, che l’ha fatta schizzare quasi al +15%. Dipenderà molto dall’andamento delle materie prime e dell’energia, che ha penalizzato soprattutto alcuni comparti: per fare solo un esempio, quello della ricorrenza, altamente energivoro e legato a filiere di approvvigionamento come quelle del grano e del burro, che hanno vissuto rincari molto elevati. Senza dimenticare l’incidenza del costo dell’energia per un punto vendita, balzato in media dall’1,5-2% del 2021 al 6-8% del 2022”.

Tanto che, secondo la previsione fatta da Confcommercio, nel primo semestre del nuovo anno sono almeno 120mila le piccole imprese nel mondo del commercio a rischio chiusura, con il coinvolgimento di 370mila posti di lavoro.

POTERE D’ACQUISTO IN CALO

Nell’analisi di Pugliese, la Gdo ha visto una compressione dei margini legata ai forti rincari dei costi energetici e delle filiere agroalimentari, mentre continua la crescita dei discount. L’efficientamento energetico e gli investimenti in fonti rinnovabili appaiono come i principali driver per far fronte all’emergenza, sfruttando l’occasione storica del Pnrr.

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L’ondata dei rincari, alimentata dalla Ucraina, ha inciso sul potere d’acquisto dei consumatori. “Nel primo semestre industria e retail hanno cercato di contenere gli aumenti di listino, mentre oggi osserviamo che, pur a fronte di un aumento dei fatturati, diminuiscono le vendite a volume – ha proseguito Pugliese –. Certo la sobrietà dei consumi si traduce anche in una maggiore attenzione a evitare gli sprechi, ma preoccupa il trend”.

Va registrata la forte crescita della marca del distributore, che comunque non ha coinvolto tutti i retailer allo stesso modo: fare bene la Mdd, che ha una quota media del 20%, è appannaggio di chi opera in maniera strategica e non occasionale”. A trainarla sono stati soprattutto tre player: Conad e Coop sopra o attorno al 30% ed Esselunga poco sotto quella soglia. È forte l’attenzione verso i temi legati alla sostenibilità, ma anche verso il prezzo: c’è un downgrading degli acquisti nell’ambito delle categorie, che non significa in ogni caso corsa al primo prezzo.

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