Il Consorzio della Mozzarella Dop presenta l’Osservatorio

L’ottimo stato di salute della filiera e l’export in crescita fanno da volano per la Dop Campana, che ha generato nel solo 2022 un giro d’affari pari a 530 milioni di euro. Ed ora si punta al Middle e Far East
Il Consorzio della Mozzarella Dop presenta l’Osservatorio

Si è tenuto ieri, martedì 31 gennaio, a Milano il primo Osservatorio Economico dedicato alla Mozzarella di Bufala Campana Dop, realizzato in partnership con UniCredit e Nomisma. Un’occasione per fare un bilancio dei risultati conseguiti e raccontare le sfide future che il Consorzio e l’intera filiera saranno chiamati ad affrontare. 

LE PERFORMANCE DI MERCATO 

La Mozzarella di Bufala Campana è il formaggio Dop che fa registrare la crescita di produzione più alta tra il 2016 e il 2022, mettendo a segno un aumento del 26%, a fronte di una crescita media del 10% della produzione certificata dei formaggi Dop. Il giro d’affari generato dalla produzione ha raggiunto i 530 milioni di euro, ma lo sviluppo è incerto, causa le congiunture attuali: aumento dell’inflazione (+17% per il dairy), incremento dei costi di produzione e perdita del potere di acquisto del consumatore restano infatti nodi cruciali da sciogliere anche per l’anno entrante. 

I numeri della Mozzarella Dop, seppure incoraggianti, vanno letti in una congiuntura davvero complessa, che ci preoccupa anche in questo 2023”, sottolinea Domenico Raimondo, Presidente Consorzio di Tutela. 

Nel 2022 sono stati prodotti 55 milioni e 814mila chili di Mozzarella Dop (+3,8% vs 2021). In aumento anche la quantità di latte bufalino idoneo e destinato alla produzione, che passa da 295.434 tonnellate (2021) a 305.829 del 2022. Inoltre negli ultimi dieci anni, dal 2012 al 2022, si è ampliato pure il patrimonio di bufale da latte allevate nel comprensorio Dop, passando da 321.433 a 374.297 capi.

OBIETTIVO: INTERNAZIONALIZZAZIONE 

Se in Italia è il Nord Ovest a trainare i consumi di Mozzarella Dop (34,9%), all’estero è la Francia a confermarsi primo paese tra i mozzarella-lovers, assorbendo da sola il 33% dell’export. Tra i mercati più promettenti spiccano il continente asiatico con Emirati Arabi, Giappone, Cina e Corea del Sud nella top ten degli scenari futuri.

“Siamo convinti che le eccellenze agroalimentari del Paese vadano interpretate e analizzate come motore economico – prosegue Raimondo –. Per diffondere una sempre maggiore consapevolezza di questo ruolo chiave, abbiamo dato vita all’Osservatorio, che è improntato alla valorizzazione del made in Italy di qualità”.

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