Bresaola della Valtellina, il prezzo frena i consumi

L’Igp continua a risentire dell’inflazione e della spending review. Ma l’immagine e la percezione del salume consentono al comparto di guardare con ottimismo alla ripresa degli acquisti
Bresaola della Valtellina, il prezzo frena i consumi

Per un comparto già alle prese da tempo con il rincaro della materia prima, l’ondata inflazionistica ha rappresento senz’altro un duro colpo. Del resto, la bresaola deve fare i conti con un prezzo medio più elevato rispetto ad altri salumi. E, considerato il contesto economico attuale, questo fattore rappresenta inevitabilmente un freno considerevole ai consumi.

I RISULTATI DELL’INDAGINE

Secondo la ricerca Doxa Gli italiani e la Bresaola della Valtellina Igp, commissionata dal Consorzio, nell’ultimo anno 1 italiano su 4 ha incrementato il consumo di salumi. Ma, dati alla mano, la Bresaola della Valtellina Igp ha perso terreno, scendendo al quinto posto tra i salumi più acquistati. A marzo, d’altronde, il calo dei consumi è stato pari al -14 per cento. Il motivo della flessione è spiegato dalla stessa indagine. Un italiano su due, infatti, afferma che il salume tipico certificato oggi costa troppo per le proprie disponibilità economiche. Pertanto, decide di orientarsi verso altri prodotti e insaccati come il prosciutto crudo (43%), il prosciutto cotto (39%), la mortadella (26%) e il salame (20%), indubbiamente più economici.

Tra le ragioni di questa scelta, per il 43% del campione incide, appunto, il miglior rapporto qualità/prezzo. Mentre solo per due italiani su 10 la causa della disaffezione va cercata nel cambiamento dello stile di vita (vegetariano/vegano) o in ragioni etiche. Tuttavia, la difficoltà ad acquistare il salume tipico valtellinese, per l’assottigliarsi del potere d’acquisto legato al crescere dell’inflazione, non significa che sia cambiata la percezione positiva del prodotto. C’è una consapevolezza piuttosto alta, infatti, sul fatto che rinunciare alla Bresaola della Valtellina significa orientarsi verso salumi meno cari (37%), meno leggeri (37%) e con un minor apporto proteico (22%).

LA FREQUENZA DI CONSUMO

La Bresaola della Valtellina Igp resta il salume preferito per tre italiani su dieci (30%), soprattutto millennials (35%). Per quanto riguarda la frequenza di consumo, più della metà degli intervistati (53%) dichiara di mangiarla almeno una volta alla settimana. E, tra questi, due su cinque la consumano più volte a settimana.

L’APPEAL RESTA AL TOP

Nonostante le difficoltà della congiuntura, la Bresaola della Valtellina Igp conserva, e forse accresce, il proprio fascino. Del resto, tra i motivi del consumo, svettano la praticità/velocità di preparazione (51%) e il suo essere leggera e proteica con un buon rapporto qualità/quantità proteine/prezzo (50%). Fa poi seguito il suo essere sinonimo dell’eccellenza Made in Italy, garantita da una certificazione Igp (37%).

A CACCIA DEI PROTEIN LOVERS

Sono calati i consumi – commenta Mario Francesco Moro, Presidente Consorzio di Tutela Bresaola della Valtellinama l’immagine resta alta. C’è dunque da sperare che nei prossimi mesi la tendenza possa essere invertita. Il passaggio a prodotti percepiti come meno salutari, alla lunga, può diventare un problema per il consumatore. Lo diciamo da mesi: spendere qualcosa in più per un prodotto di qualità diventa una scelta vincente, anche se complessa per l’economia familiare. Ed è forse arrivato il momento di ragionare attentamente, anche con la Gdo, sul ruolo di rilancio dei consumi, che potrebbe avere una rinnovata attenzione alle politiche promozionali. Il fattore prezzo frena un consumatore affezionato della Bresaola della Valtellina Igp. E va anche detto, con forza, ai sempre più numerosi protein lovers, che il nostro salume tipico è la scelta più pratica e salutare per portare le proteine in tavola”.

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