Food Summit Campania, nuove sinergie per crescere 

La tappa a Napoli del progetto itinerante di Gruppo Food ha puntato i fari sulla necessità di creare connessioni per promuovere le tante eccellenze del territorio. Una sfida raccolta da industria e distribuzione
Food Summit Campania, nuove sinergie per crescere 

Trovare nuovi spunti per dare valore alle filiere, partendo da expertise e tecnologia. Una mission perfettamente riuscita quella del Food Summit Campania, prima tappa al Sud del progetto promosso da Gruppo Food in collaborazione con Caffè Borbone, Pastificio Liguori, Molino Caputo, Torello, Fish King, Eat Pink, Media XL e i Technical partner NIQ, BVA Doxa, Unione Industriali di Napoli. L’evento, tenutosi a Napoli presso Palazzo Partanna, proprio nella sede istituzionale dell’Unione Industriali, ha fornito infatti non poche occasioni di confronto e riflessione tra i top player di industria e distribuzione. Comune denominatore dei tanti interventi è stata la chiara volontà di collaborare e stringere nuove sinergie, nell’interesse di tutti. In Campania, del resto, le filiere agroalimentari giocano storicamente un ruolo strategico. Lo dimostrano anzitutto i numeri.

L’agroindustria regionale – ha illustrato Francesca Zecca, Vicedirector Food e moderatrice del convegno – sviluppa un fatturato superiore agli 8 miliardi di euro. Nel 2022, l’export ha registrato un giro d’affari record pari a 5,2 miliardi, in progresso del 26% rispetto all’anno precedente. Ma c’è ancora tanto spazio per crescere e identificare ulteriori opportunità di business, coniugando la tradizione con le tante best practice offerte dall’innovazione”. Osservazioni subito condivise da Gaetano Torrente, Presidente sezione filiera alimentare Unione Industriale Napoli, che nel suo intervento ha rimarcato l’esigenza della coesione, necessaria appunto per difendere le specialità del territorio e mantenere competitività all’interno del quadro economico odierno.

LO SCENARIO DEI CONSUMI

La prima parte del Summit è stata dedicata ai trend e all’impatto dell’inflazione sui comportamenti d’acquisto. “Il futuro – ha commentato Stefano Cini, Head of Consumer Analytics & GeoMktg NIQ – è nelle mani di coloro che consumerizzano il retail, ripensando gli store in ottica shopper. D’altronde, mettendo a confronto negozi con bacini d’utenza diversi emergono forti differenze nei trend a volume delle categorie. Sarà sempre più importante, dunque, guardare a negozi e assortimenti a livello di microterritorio”. È innegabile, d’altronde, che quello attuale sia un momento definibile di policrisi. “All’onda lunga della pandemia – ha spiegato Sonia Biondi, Business Uniti Manager BVA Doxa – si aggiungono inflazione, cambiamento climatico e guerra. In questo contesto, i consumatori, diventati oggi veri e propri brand ambassador, hanno aumentato le aspettative, espresse o inconsce, di chiarezza e trasparenza per poter decidere meglio e più facilmente”. 

FOCUS SUI CONSUMATORI EVOLUTI

Difendere i margini ed esplorare nuovi mercati richiede dunque nuovi sforzi anche per rassicurare i consumatori attraverso un’interazione diretta con le aziende. “Recentemente – ha confermato nel suo intervento Aurora Casillo, General Manager Pastificio Liguori – abbiamo lanciato un programma di blockchain. L’obiettivo è quello di interpretare il sentiment, mettendo al centro le esigenze di un consumatore sempre più attento. La blockchain, dunque, rappresenta una tecnologia preziosa ed estremamente fruibile per garantire agli shopper tutte le informazioni”. Tra le categorie più esposte alle dinamiche di cambiamento e innovazione spicca senz’altro la farina. “Prima della pandemia – ha raccontato Antimo Caputo, Presidente Mulino Caputo – la nostra azienda era focalizzata sul foodservice. Il lockdown ha poi cambiato tutto, facendoci scoprire un nuovo mercato. Oggi si acquista la farina per divertirsi e condividere. Bisogna saper soddisfare le esigenze di un consumatore estremamente preparato. Si tratta di una dinamica che ci stimola a fare sempre meglio e, nel contempo, ci offre grandi opportunità di crescita anche all’estero”.  

PIÙ VALORE ALLE FILIERE

Altro ingredienti principe della tradizione campana è la mozzarella di bufala Dop. “Il comparto – ha sottolineato Raffaele Garofalo, President Fattorie Garofalo – vive una fase di forte crescita sia in Italia sia all’estero. Si esporta, del resto, quasi il 50% della produzione. Negli ultimi due anni, tuttavia, i costi industriali sono rincarati del 33%, mentre negli ultimi cinque anni la materia prima è aumentata del 27%. Questi rialzi non si sono riversati sui listini. La filiera bufalina deve quindi puntare sull’ottimizzazione e sull’efficientamento”. Alle prese con la dinamica inflattiva è anche la filiera del pomodoro. “Dalla pandemia in poi – ha raccontato Diodato Ferraioli, Export Sales Director e Board Member La Doria – il settore è stato caratterizzato da un aumento dei consumi. Da parte nostra, l’operazione con Investindustrial è stata fatta con un orizzonte di lungo periodo. C’è stato un cambio di governance, ma non c’è stato un cambio dal punto di vista manageriale. Puntiamo dunque sulla capacità produttiva, sull’informatizzazione e, soprattutto, sulla sostenibilità”.

OPPORTUNITÀ A KM ZERO

A proposito di investimenti in innovazione, tecnologia ed efficienza, spicca il caso di Unilever, multinazionale che a Caivano, in provincia di Napoli, conta su un polo di riferimento per il gelato, con la produzione di 4 milioni di pezzi al giorno. “Il nostro approvvigionamento di materie prime e packaging – ha evidenziato Carlo Fappiano, Factory Director Unilever Caivano – viene gestito a livello globale. Ciononostante il 40% del pack viene dalla Campania. Per quanto riguarda invece le materie prime, e quindi latte, zucchero, cioccolato e burro il contributo è minimo. Le piccole aziende non riescono, d’altronde, a garantire la flessibilità necessaria”. Un limite, dunque, che potrebbe però rappresentare una sfida e un’opportunità per creare nuove connessioni. 

Gli speaker della seconda tavola rotonda focalizzata sullo sviluppo della filiera

INNOVAZIONE E DISTINITIVITÀ

Protagonista nel retail è anche Caffè Borbone. “Siamo in una fase di grossa crescita e vogliamo crescere ancora” ha dichiarato Francesco Garufi, Chief Commercial Officer Retail Caffè Borbone, raccontando l’evoluzione dell’azienda e presentando le strategie future, anche in ottica sostenibilità. È stato poi il turno di Alfio Schiatti, Chief Commercial Officer Fresystem, realtà particolarmente innovativa del frozen bakery della colazione italiana, recentemente rilevata da Ferrero e pronta ancora a sorprendere in un segmento a elevato potenziale. 

LOGISTICA E DISTRIBUZIONE IN PRIMA FILA

Decisivo, inoltre, è il ruolo dell’operatore logistico. A rappresentare la categoria è stato Umberto Torello, Chief Operating Officer Gruppo Torello, che sottolineato l’esigenza di investire sull’informatizzazione e sull’ottimizzazione dei processi, rendendo la logistica una parte integrante del core business aziendale. “Lancio la proposta – ha concluso Torello – di realizzare un sito logistico in Campania”. La necessità di fare sistema passa per nuovi progetti condivisi tra industria e distribuzione. Le sfide del retail, tra fidelizzazione, inflazione e nuovi format, sono state raccontate da Giorgio Santambrogio, Chief Executive Officer Gruppo Végé, Nicola Mastromartino, Chief Executive Officer Moderna 2020 e Gaetano Mennitto, Dirigente pianificazione e controllo di gestione Sole365. Gradito ospite a sorpresa del Summit è stato poi il Cavalier Patrizio Podinifondatore e Presidente MD.

I protagonisti della tavola rotonda dedicata alle prossime sfide del retail
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