Mutti, fatturato in aumento del +16% nel 2022

L’impennata dei costi di materie prime e packaging ha impattato minimamente sulla crescita del gruppo, leader nelle conserve di pomodoro in Italia e in Europa
Mutti, fatturato in aumento del +16% nel 2022

Il gruppo Mutti, presente con i suoi prodotti in circa 100 paesi, ha chiuso il 2022 con un fatturato complessivo di 563 milioni di euro, in crescita del +16% rispetto al 2021. Un successo accompagnato anche dalla messa a punto di investimenti industriali per 32 milioni, destinati ad attività e interventi migliorativi degli indici di qualità, efficienza e sicurezza del gruppo.

I gravi fattori esogeni, dalla siccità agli aumenti di materie prime ed energia, che hanno caratterizzato il 2022 non hanno intaccato il nostro percorso di crescita. Una crescita sana e senza compromessi che pone sempre al centro ciò che più ci contraddistingue: la qualità – sottolinea l’Ad Francesco Mutti (nella foto) –. Il 2022 ci ha messo alla prova mettendo in luce il valore della nostra struttura: solida, dinamica, resiliente e capace di affrontare e superare con successo le avversità. Siamo quindi pronti a far fronte ad un 2023 che si prospetta altrettanto complesso e sfidante. Più in generale dovremmo riflettere – a livello Paese e in modo radicale e radicato – sulla nostra politica idrica dei prossimi anni. Dobbiamo assolutamente pensare non solo in una logica di presente, ma anche per il futuro. Pensare, quindi, alla costruzione di progetti che facciano sì che l’acqua che continua a cadere venga trattenuta e non sprecata. È evidente, da tempo, che l’emergenza idrica è un tema che non può più essere sottovalutato, soprattutto perché le soluzioni al problema non sono immediate. Occorre mettere questo argomento al centro dell’agenda pubblica e privata, da subito”.

LEADER IN EUROPA

La leadership consolidata di Mutti nei derivati del pomodoro è testimoniata da una quota di mercato pari al 33,7% in Italia – la somma delle quote dei tre competitor più forti non arriva a coprire quella di Mutti – e del 15% in Europa. Rispetto al 2021, particolare importanza assume l’export: per la prima volta, infatti, la quota di fatturato registrata all’estero, pari al 51% ed equivalente a 286 milioni di euro, supera quella ottenuta in Italia (49% per 277 milioni).

Anche la quota a volume, che ammonta ad un totale di 335.000 tonnellate, segue e consolida il trend con un aumento di tonnellate vendute all’estero: 190.400 rispetto alle 144.600 vendute in Italia. Sono sette i paesi europei in cui Mutti oggi è leader di mercato: Francia, Svezia, Danimarca, Norvegia, Finlandia, Slovenia e Italia. In Germania, mercato in cui l’azienda di Parma ha aperto la sua quinta filiale nel gennaio 2022, si consolida come seconda marca. Fuori dal perimetro europeo, invece, prosegue la crescita in Australia e Usa.

IL PESO DELL’AUMENTO DEI COSTI

Il 2022 è stato segnato dall’aumento dei costi dell’energia elettrica, del gas e delle materie prime, variabili esterne non controllabili che hanno significativamente impattato l’azienda e l’intera filiera, soprattutto se si considera che il picco del costo dell’energia è avvenuto in estate; il periodo dell’anno di massima attività per Mutti, quando avviene la campagna di trasformazione del pomodoro e i macchinari sono attivi 24 ore su 24, sette giorni su sette.

Rispetto al 2021, il costo dell’energia è aumentato del +147% e quello del gas del +217%, al netto dei significativi contributi governativi, mentre vetro e latta, utilizzati per il packaging, sono aumentati rispettivamente per oltre il +40% e il +60 per cento. Grazie all’impegno dell’azienda a scaricare il meno possibile i costi sul consumatore finale, l’aumento dei prezzi a scaffale è stato lieve – pari a poche decine di centesimi di euro – ma ha comunque penalizzato il livello di volumi prodotti.

Il calo dell’EBITDA 2022, pari a 44,7 milioni di euro (-7% rispetto al 2021) e della posizione finanziaria netta (-123 milioni), sono il risultato degli aumenti dei costi che l’azienda ha dovuto sostenere nel corso dell’anno.

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