Mortadella Bologna, largo alle vaschette

Gli ultimi dati del Consorzio confermano l’andamento positivo delle vendite. Merito dei trend del preaffettato e della crescita dell’export
Mortadella Bologna, largo alle vaschette

Nonostante il complesso scenario economico, nei primi sei mesi del 2023 la produzione di Mortadella Bologna Igp è aumenta del 3,8% e le vendite hanno registrato un incremento del 4,1 per cento. In particolare evidenza, contrariamente a quanto accade con l’offerta non tutelata, c’è anche il risultato dell’affettato in vaschetta. Questo segmento, infatti, conferma la tendenza di fondo a una costante crescita, registrando un progresso del 7,4 per cento. “Analizzando i dati degli ultimi 10 anni – ha spiegato Guido Veroni, Presidente Consorzio Italiano Tutela Mortadella Bologna si è passati dalle 4,6 milioni di vaschette del 2012 alle 10,6 milioni del 2022, con un volume di vendita aumentato del +127 per cento. Lo sviluppo di questo formato, percepito come pratico, utile, veloce sia nelle modalità di acquisto sia di fruizione, in casa o fuori, contribuisce molto al successo del prodotto. Nel complesso, gli ultimi dati sono estremamente incoraggianti. Confermano infatti il corretto posizionamento della Mortadella Bologna Igp come prodotto tutelato, la cui qualità è certificata e garantita. Tutto ciò è anche il risultato della campagna di comunicazione crossmediale Godersi la vita, dal 1661. Quest’ultima è proseguita negli ultimi due anni su stampa, digital, social e online, nonché degli eventi sul territorio”.

EXPORT PROTAGONISTA

Il 20,5% delle vendite di Mortadella Bologna Igp è destinata alle esportazioni, prevalentemente nei Paesi UE. Tra quest’ultimi Francia e Germania rappresentano i principali mercati di riferimento, con quote del 30% e del 25 per cento. In generale, gli scambi nell’Ue hanno registrato complessivamente un aumento del 6,7% rispetto al primo semestre del 2022. In particolare, in Germania e Spagna le esportazioni sono cresciute a doppia cifra, con trend rispettivamente del +13,3% +12,4 per cento.

MARGINI SOTTO PRESSIONE

Intanto, per il comparto la principale difficoltà resta l’aumento del costo della materia prima, che ha registrato un picco del +30% rispetto al primo trimestre 2022. “La seconda problematica – ha concluso Veroni – è rappresentata dal fatto che l’aumento del prezzo di listino non è stato in grado di compensare l’impennata dei costi di produzione, riducendo la marginalità”.

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