Sana, 35esima edizione al via all’insegna della crescita

Nel 2022 il bio italiano ha messo a segno +9% sul mercato interno e +8% all’estero. I prossimi obiettivi per crescere: marchio bio made in Italy, sviluppo nella ristorazione, più informazione per il consumatore e chiarezza sui green claim in etichetta
Sana, 35esima edizione al via all’insegna della crescita

La 35esima edizione di Sana ha aperto i battenti questa mattina, presentandosi al pubblico di operatori e professionisti del comparto con oltre 650 aziende espositrici (il 15% delle quali dall’estero), per un totale di cinque padiglioni e circa 20.000 mq di superficie espositiva.

Organizzata da BolognaFiere in collaborazione con FederBio, AssoBio e Cosmetica Italia, Sana si presenta in una veste rinnovata, da quest’anno b2b, realizzata con il patrocinio dei Ministeri dell’Agricoltura e dell’Ambiente, della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Bologna.

Gianpiero Calzolari, Presidente di BolognaFiere, osserva che “Trentacinque anni fa, quando con Sana abbiamo deciso di promuovere una fiera internazionale del biologico e del naturale, abbiamo fatto la scelta giusta: i temi della sostenibilità ambientale e della sana alimentazione sono oggi cruciali per il benessere delle persone e il futuro del pianeta. Proprio su questi temi il consumatore ha aspettative più alte che in passato e ciò impone alle aziende di fornire indicazioni chiare e concrete sul proprio apporto alla transizione ecologica e allo sviluppo di prodotti salutari. Un’altra scelta in cui crediamo è quella di aver posizionato per la prima volta Sana come evento esclusivamente b2b, per dare agli espositori maggiori opportunità di business, coinvolgerli in riflessioni strategiche per le politiche industriali del settore e sostenere anche i piccoli operatori, spesso asse portante delle nostre filiere. Grazie anche alla collaborazione con l’Agenzia ICE, queste scelte renderanno Sana ancora più centrale sui mercati internazionali e più attrattiva verso i buyer esteri”.

UN COMPARTO IN CRESCITA

Continua la crescita del biologico italiano, come confermano i dati su superfici agricole, operatori ed export. Positive anche le performance del mercato interno, grazie al traino dei consumi fuori casa (ristorazione commerciale e collettiva segnano un +18% sul 2022) ma anche di una ripresa a valore dei consumi domestici (+7% anno terminante luglio 2023 rispetto all’anno precedente), spinta dalle dinamiche inflattive data la lieve flessione riportata a volume in distribuzione moderna.

Sono solo alcuni dei dati che Nomisma ha presentato in occasione della prima giornata di Rivoluzione Bio 2023, gli Stati generali del biologico, organizzati a Sana in collaborazione con FederBio e AssoBio nel quadro del progetto Being Organic in EU gestito da FederBio in partenariato con Naturland DE e cofinanziato dall’UE.

Nell’ambito dell’Osservatorio Sana, Nomisma ha presentato come ogni anno le ultime stime sul mercato interno, i risultati di una survey sul consumatore italiano e un’indagine su 254 imprese alimentari e vitivinicole italiane condotta nell’ambito di ITA.BIO, la piattaforma online di dati e informazioni per l’internazionalizzazione del biologico made in Italy curata da Nomisma e promossa da Agenzia ICE e FederBio.

SUPERFICI E OPERATORI

L’Italia, con oltre 2,3 milioni di ettari e la più alta percentuale di superfici bio sul totale (19% contro una media europea ferma al 12%), è ormai vicina target del 25% di superfici investite a biologico previsto dalla Strategia Farm to Fork per il 2030.

LE DIMENSIONI DEL MERCATO IN ITALIA

Nel 2021 le vendite alimentari bio nel mercato interno (consumi domestici e consumi fuori casa) hanno superato i cinque miliardi di euro e rappresentano ormai il 4% delle vendite al dettaglio biologiche mondiali. A trainare la crescita del mercato anche per quest’anno sono i consumi fuori casa, che sfiorano 1,3 miliardi di euro. Fondamentale però è anche la ripresa dei consumi domestici che, dopo la leggera flessione dello scorso anno (-0,8% a valore rispetto al 2021), registrano una variazione del +7%.

I CANALI DI VENDITA

La distribuzione moderna rimane il primo canale per gli acquisti di biologico degli italiani, pesando per il 58% del totale delle vendite legate ai consumi domestici degli italiani. Nel 2023 le vendite di biologico nel canale si attestano a 1,4 miliardi di euro (+8% rispetto al 2022). (fonte: Nielsen IQ – AT luglio 2023, omnichannel).

Iper e supermercati sono il canale che veicola la maggior parte delle vendite bio: superano 1,5 miliardi di euro a luglio 2023, segnando un +4% rispetto allo scorso anno. Al secondo posto per dimensioni i discount, con vendite di biologico pari a 319 milioni di euro, in crescita del +12%. Al terzo posto, invece, i liberi servizi con vendite per 163 milioni.

LE LEVE PER MANTENERE IL POSIZIONAMENTO DEL BIO

Se si analizza il livello di soddisfazione per l’offerta di prodotti bio, emergono aree di miglioramento soprattutto per quanto riguarda la categoria dei prodotti bio gourmet/ premium (linee di prodotti di alta qualità con prezzi più alti), quella dei prodotti ready to eat e, in generale, la presenza di offerte e promozioni (insoddisfacente per il 28% dei consumatori).

Migliorabile anche l’offerta nel canale fuori casa: ad oggi circa sette italiani su dieci hanno consumato pasti con alimenti e bevande biologiche o ingredienti biologici fuori casa presso ristoranti, trattorie, bar, mense; ma più della metà delle famiglie (56%) vorrebbe trovare più piatti e ricette bio in mense ospedaliere, mense aziendali (56%), scolastiche (52%), ma anche bar (47%) e ristoranti (33%).

L’importanza di promuovere efficaci azioni di informazione verso i consumatori con l’obiettivo di rafforzare conoscenze e consapevolezza sui valori del biologico e sulle garanzie sottostanti la certificazione è un aspetto determinante per l’affermazione ulteriore del settore. Così come consolidare il posizionamento distintivo del bio come modello agricolo in grado di rafforzare la transizione ecologica e contrastare il progressivo cambiamento climatico.

Gli italiani mostrano di avere le idee molto chiare sulle indicazioni che vorrebbero ricevere: il 55% chiede ulteriori dettagli sulla distintività del biologico rispetto al convenzionale, il 54% vuole saperne di più sui benefici apportati dal bio a dieta e salute e la stessa percentuale ricerca maggiori informazioni sulla tracciabilità dei prodotti bio.

Un ulteriore punto fermo per mantenere il posizionamento del bio sul mercato interno ed estero è la garanzia della provenienza italiana delle materie prime. Per due italiani su tre è importante trovare prodotti alimentari (cibo e bevande) biologici con materie prime 100% made in Italy. La gran parte degli user bio inoltre riterrebbe utile che i prodotti avessero un logo che certifichi la provenienza italiana delle materie prime. Il 75% degli italiani quindi sarebbe favorevole all’introduzione di un marchio “bio made in Italy”, poiché rappresenterebbe una garanzia aggiuntiva sull’origine dei prodotti.

L’EXPORT

Positiva anche quest’anno la performance dell’export di prodotti agroalimentari italiani bio, che raggiunge i 3,6 miliardi di euro segnando una crescita del +8% (anno terminante luglio) rispetto al 2022. Il riconoscimento per il bio made in Italy sui mercati internazionali risulta rafforzato dall’evoluzione di lungo periodo (+189% rispetto al 2013) e dal crescente ruolo del bio sul paniere dei prodotti made in Italy esportati (il peso nel 2023 ha raggiunto il 6% a fronte del 4% registrato dieci anni fa).

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