L’export di carni suine e salumi italiani in Giappone riparte

Gli stabilimenti autorizzati per esportare nel mercato nipponico sono quelli di Coati e Parmacotto
L’export di carni suine e salumi italiani in Giappone riparte

Dopo l’autorizzazione da parte delle autorità locali, è possibile tornare ad esportare prosciutti cotti, mortadelle e würstel italiani in Giappone dopo due anni di stop a causa della Peste suina africana (Psa). Dopo l’accordo di maggio 2023 sui requisiti sanitari da soddisfare per l’export di prodotti cotti, e la successiva missione in Italia da parte di ispettori veterinari giapponesi, ora tocca alla riapertura del mercato ai prodotti della salumeria italiana.

Si tratta di una decisione molto importante, che speriamo sia di esempio per gli altri paesi terzi che dal 2022 hanno adottato restrizioni all’importazione dei prodotti suini italiani. Il prossimo obiettivo è l’ampliamento della lista degli stabilimenti italiani autorizzati all’esportazione di prodotti cotti, oltre alla riapertura del mercato ai prodotti stagionati, in particolare prosciutti crudi stagionati oltre i 400 giorni”, sottolinea il Presidente Assica, Francesco Pizzagalli.

Secondo i dati dell’associazione delle industrie della carne, nel 2021, prima della chiusura del mercato, erano state esportate in Giappone circa 2.700 tonnellate di salumi per un valore di oltre 31 milioni di euro, che facevano del Giappone il terzo paese di destinazione per i salumi fuori dal mercato Ue.

PARMACOTTO E COATI: LA SFIDA DEL GIAPPONE

Gli stabilimenti autorizzati per l’export di carni suine e salumi in Giappone sono due e appartengono ai gruppi Coati e Parmacotto. Il Ceo del gruppo di Parma, Andrea Schivazappa, ha commentato con entusiasmo la notizia della riapertura del mercato nipponico: “È un grande orgoglio comunicare che il nostro storico stabilimento di San Vitale Baganza ha ottenuto l’autorizzazione per esportare in Giappone carni cotte di suino. A tutto il Parmacotto team va il mio ringraziamento per un altro bellissimo successo. Questo ulteriore traguardo rientra perfettamente nella nostra strategia di internazionalizzazione, che ci vede crescere a doppia cifra sia in Europa sia negli Usa. Affrontiamo la sfida del Giappone con tanta motivazione e fiducia, consapevoli della grande responsabilità che ci aspetta nel rappresentare il nostro Paese in un mercato così demanding”.

Con la riapertura delle frontiere del mercato giapponese, anche Coati ha ottenuto l’autorizzazione all’export. Il Salumificio in pochi mesi ha ripreso la produzione, riprogettando il nuovo stabilimento per realizzare un sito produttivo all’avanguardia, dimostrando di avere tutti i requisiti necessari per poter esportare in Giappone.  

Quella che ci ha portato a essere uno dei primi stabilimenti autorizzati a riprendere l’export di carni e prodotti a base di carne suina in Giappone è stata una procedura lunga e complicata – spiega Giampaolo Coati, Direttore generale Salumi Coati -. Siamo molto orgogliosi di questo importante risultato, che arriva a quasi un anno dall’incendio e che premia un impegno che non è mai venuto meno, nonostante le difficoltà. A tutti i nostri collaboratori va un sentito ringraziamento: è soprattutto grazie a loro che siamo riusciti a ripartire, più forti di ogni avversità, dimostrando di essere all’altezza dei più alti standard internazionali. Desidero ringraziare Assica, il Ministero della Salute, il Ministero dell’Agricoltura, il Ministry of Agriculture, Forestry and Fisheries giapponese, l’Ambasciata italiana a Tokyo e tutte le autorità giapponesi. Questa ottima notizia – conclude Coati – porta una ventata di ottimismo per affrontare al meglio le sfide che riserva il 2024: anno che continuerà a vedere l’export tra gli obiettivi di crescita dell’azienda”.

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